chi ama la stampa zerbina: la lega nord, il sindaco di pescara. e altre brutte storie.

la verità fa paura solamente a chi ha qualcosa da nascondere.

che cosa vuole nascondere la lega nord di erba?
quale verità disturba il procuratore generale di milano manlio minale?
da quale verità è messo in imbarazzo chi odia (cioè: chi ha paura di) i giornalisti?

non è un caso. la stampa e la libertà di stampa sono nate come strumento con cui i cittadini dell’inghilterra del seicento, i bravi borghesi puritani dell’inghilterra mercantile, tenevano sotto controllo il potere assoluto del re.

il potere assoluto ne ha sempre avuto fastidio, a volte anche timore.

ora accade in italia qualcosa di molto fastidioso.

il 19 marzo a erba, cittadina alle porte di como, alcuni fotografi e operatori tv sono stati insultati, presi a spintoni e colpiti a ombrellate dai addetti al servizio "d'ordine" della lega nord.
alla fiera arrivava in ministro umberto bossi per festeggiare i venti anni dalla nascita della sezione della lega nord di erba.
i birri (non so se mercenari) hanno spinto lontani i giornalisti, hanno tentato di spaccare le macchine fotografiche professionali dei fotografi, hanno tentato agli operatori di strappare le telecamere.

volevano giornalisti zerbini.

il procuratore generale di milano, manlio minale, ha vietato a fotografi e operatori l’ingresso nell’aula di tribunale in cui è in corso il processo su silvio berlusconi e "ruby".
ha addotto motivi di ordine pubblico.
ricordo che tutti i processi (tranne alcuni che riguardano i bambini o altre delicatezze simili) sono pubblici.
è uno dei fondamenti della democrazia: i processi segreti sono quelli del duca che vuole eliminare l’avversario politico, dell’inquisizione contro l’eretico, del politburo alle prese con una purga.
le sentenze si emettono "nel nome del popolo italiano".
ripeto: "nel nome del popolo italiano".

però poi il magistrato che ha vietato a fotografi e operatori di riprendere è beffato dalla tecnologia.
perché la tecnologia è anche (anche) democrazia.
come le censure non fermano il web, così le censure non fermano le riprese e le fotografie.
ieri sulla prima pagina del corriere della sera è stata pubblicata una fotografia scattata probabilmente con un telefonino.
l’informazione non può essere fermata.
e il divieto della procura generale non è stato rispettato da qualche giornalista, più agguerrito e meno rispettoso di altri.
il procuratore generale deve consentire a tutti (certo: con regole ragionevoli per la sicurezza) di dare agli italiani l’informazione corretta, "nel nome del popolo italiano".

mi sposto in abruzzo.
il mese scorso una giornalista della rai, donatella speranza, ha fatto un servizio per il tg abruzzese sulla "notte bianca" organizzata a pescara per i 150 anni dell’unità d’italia.
un bel servizio televisivo, i pescaresi in piazza, la telecamera fra la gente.
accipicchia.
un così bel servizio giornalistico, un bagno di folla, immagini suoni colori, rovinato da un difetto.

non era stata mandata in onda alcuna immagine delle autorità civili religiose e militari.
imperdonabile.

immagino già gli abruzzesi seduti in soggiorno, davanti al tg3 abruzzo, sollevarsi indignati dal divano:
"ma come? nemmeno un’immagine del sindaco di pescara, luigi albore mascia. uno scandalo".

immagino gli abruzzesi mentre, quel giorno, mangiavano in cucina con la tv accesa, lasciar cadere il cucchiaio nel piatto: "che vergogna. il servizio giornalistico non ha citato il presidente del consiglio comunale di pescara, licio di biase, mentre le figure istituzionali hanno avuto ampio risalto nei servizi del tg3 da teramo, chieti e l’aquila. ciò mèrita proteste vibrate".

peggio. peggissimo.
donatella speranza – un nome programmatico – aveva istillato nei due emèriti politici la speranza di poter apparire in tv anche in quell’occasione, visto che per realizzare quel servizio giornalistico aveva intervistato anche i due.

raccogliendo queste istanze collettive, facendosi interpreti del furore di popolo che voleva vedere in tv i due eminenti politici pescaresi, il sindaco luigi albore mascia e dal presidente del consiglio comunale licio di biase hanno protestato in pubblico contro la rai e contro la giornalista.

vergogna. donatella speranza non si era azzerbinata.

rendo giustizia alle due vittime della mala-informazione e ne divulgo i ritratti che la rai di pescara non ha voluto valorizzare: ecco la faccia di licio di biase e qui un ritratto elettorale del sindaco mascia.

la mia domanda:
– ha sbagliato donatella speranza a lasciar fuori dal servizio il sindaco di pescara
– oppure
hanno sbagliato i giornalisti di chieti, teramo e l’aquila a dare ampio risalto sulla televisione agli altri sindaci?
io, dentro di me, ho già la risposta.

un altro caso, purtroppo non l’ultimo.
a roma una cronista di "il giornale", anna maria greco, nelle settimane scorse aveva scritto un articolo di fuoco su (contro) ilda boccassini.
in particolare, greco aveva scavato nel passato della magistrata che sta indagando sulla vicenda sessuale di silvio berlusconi.
non entro nel merito della vicenda del presidente del consiglio
, non sulle qualità umane e professionali di boccassini, non sui contenuti dell’articolo scritto da greco.

entro invece in un altro aspetto.
anna maria greco ha compiuto il dovere di informare i suoi lettori su notizie di cui era in possesso.
le è stato sequestrato il computer.
le è stata perquisita la casa. una perquisizione così accurata che la giornalista è stata costretta a spogliarsi del tutto davanti alle forze dell’ordine.

chi ha malizia dentro di sé vuole punire chi gli fa venire i cattivi pensieri.

  • Walter |

    “Ora accade in italia qualcosa di molto fastidioso”

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