l’opacità delle istituzioni, la credibilità della scienza, la paralisi dell’italia

come possono i cittadini fidarsi delle istituzioni e della scienza?

un esempio per tutti: il collegio dei revisori dei conti dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (invg), stimatissimo organismo scientifico ricco di storia e di sapere, ha scritto al ministro della ricerca e alla corte dei conti che il vertice dell’istituto non è in regola.
troppi conflitti d’interesse.
nel dettaglio: il 9 settembre il collegio dei revisori ha verbalizzato che “la quasi totalità dei membri del cda sia incompatibile” per motivi di doppi incarichi fra i consiglieri d’amministrazione.

così i cittadini, sospettosissimi per ogni intervento che riguarda la loro terra, possono ripetere la solita frase scioccamente inutile: “la scienza ufficiale ci nasconde la verità”, oppure “gli scienziati sono a libro paga delle multinazionali”.

la settimana scorsa in basilicata alcuni sindaci in conferenza dei servizi hanno sventolato documenti geologici contestando nei fatti alcuni studi di alto valore validati dall’ingv.

la paralisi comincia già a manifestarsi.
nel caso dell’ingv, che dovrebbe rassicurare o allarmare con imparziale sincerità i cittadini sui grandi rischi della natura (rischio sismico, rischio geochimico, rischio idrogeologico), gli scienziati (veri) e i ricercatori (veri) non riescono più a sentire i cittadini al loro fianco.
in basilicata le loro ricerche sono respinte come se fossero di parte.
è indicativa la sentenza di due anni fa contro gli scienziati (veri) messi sotto accusa per i loro studi (serissimi) dopo il terremoto dell’aquila.

così rischiano di fermarsi anche le ricerche per dare energia pulita ed economica all’italia, per lo studio della geotermia, per combattere i cambiamenti del clima, per gli investimenti sui giacimenti, per gli stoccaggi di metano, per la ricerca di una soluzione al problema delle scorie nucleari.

l’opacità non è un’esclusiva del solo ingv.
l’episodio della basilicata è minimo, piccolissimo. ma è il termometro di un problema più grande, grandissimo.
le baronìe accademiche e le manovre fra cordate e patronati politici sono fra i peggiori vizi italiani. le amministrazioni pubbliche e le istituzioni sono impestate da questa scabbia.

(ciò non significa che le persone scelte per motivi di aderenze non siano ottime persone.
fra persone collocate per spinta ci sono amministratori di valore, scienziati illuminanti, dirigenti di spessore.
le qualità migliori sono distribuite, insieme con quelle peggiori, dal caso; e il caso potrebbe collocare in una posizione di rilievo in un’istituzione una persona scelta sì per motivi non professionali, ma comunque competente e di capacità solidissime)

l’opacità delude i cittadini, i quali ormai non si fidano più dell’istituzione, che non è più ritenuta imparziale.
per molte persone, l’istituzione diventa di parte.
per definizione.
per molti, l’istituzione deve dire ciò che noi, nella nostra ignorante emotività, vogliamo sentir dire; e se non alimenta le nostre paure, l’istituzione non è imparziale ma è venduta.

la debolezza e la poca credibilità delle istituzioni, di tutte le istituzioni, potranno paralizzare il paese.

  • pierluigi |

    Collusioni e conflitti di interesse più o meno veri o presunti, e impunità quando sono veri. E la conseguenza è il sospetto, il no a prescindere “perché so che tanto mi stanno fregando”. Da qui nasce il problema attuale della (in)credibilità delle istituzioni. E una delle cause è anche la potenza di internet, della rete. Che assegna patenti di credibilità e di conoscenza senza alcuna garanzia di credibilità e di conoscenza. Dando spazio a chiunque in nome di una presunta democrazia liquida. O piatta?

  • Jacopo Giliberto |

    può essere, marco.

  • Marco |

    Jacopo, ho l’impressione che se non avessero avuto la lettera, si sarebbero attaccati a qualcos’altro… In Italia della obiettività scientifica non frega un accidente a nessuno, se non tira dalla propria parte. E poi, i “cittadini” non esistono. Esistono gli interessi organizzati e gli interessi particolari (il “particulare”, you know…). Il resto è massa di manovra.

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