petrolio, un tesoro di giacimenti che non vogliamo usare (a vantaggio di emiri e oligarchi)

(tratto da questo articolo)

… in italia oggi sono in estrazione 897 degli oltre 7mila pozzi scavati nei giacimenti di gas e petrolio.

dai nostri giacimenti estraiamo 12 milioni di tonnellate l’anno fra petrolio e gas, un decimo del fabbisogno, e il 90% va importato.

le riserve certe dei giacimenti italiani sono pari a 126 milioni di tonnellate (cioè dieci anni di consumi al tasso attuale di estrazione) ma le stime dicono che sotto i nostri piedi abbiamo un tesoro di almeno 700 milioni di tonnellate e forse molto molto di più però, finché è bloccata la ricerca, non si può sapere quanto.

lo afferma la strategia energetica nazionale varata dal governo nel 2013, la quale dice in sostanza: l’italia deve fare quanto più possibile ricorso alle fonti rinnovabili d’energia, che già rappresentano una quota rilevante dell’elettricità disponibile.

però gran parte dei consumatori italiani preferisce ancora le automobili a benzina e gasolio e non acquista vetture elettriche, e oggi gli idrocarburi inquinanti sono sostituibili in modo limitato.

quindi, dice la strategia energetica, piuttosto che importare il greggio da lontano (finanziando emiri, oligarchi, dittatori e multinazionali) è meglio sfruttare i giacimenti nazionali a chilometri zero, sotto il controllo dei cittadini e con royalty che possono dare allo stato entrate per politiche sociali, scuole, ospedali, investimenti ambientali e così via.

anche l’inghilterra ha semplificato le sue (già facili) norme sulle perforazioni e sulle fonti rinnovabili: londra vuole ridurre le importazioni.

gli usa sono contraddittori. il presidente barack obama ha appena confermato il blocco delle perforazioni in alaska, ma al tempo stesso promuove lo shale gas che ha ridato slancio all’economia nazionale e mercoledì ha aperto ai giacimenti nell’atlantico…

(clicca qui per leggere l’articolo integrale)

un mese fa avevo pubblicato un lungo intervento sulla scienza e sulla geotermia. si intitolava *la scienza corrotta aiuta i no dei comitati nimby; orvieto e altre storie* (clicca qui per leggere l’articolo del 12 gennaio).

su temi simili avevo pubblicato un altro articolo (antiscienza e la paura della geotermia in toscana, clicca qui) e in sequenza una raccolta sul dibattito molto interessante che ne era sortito fra i lettori (il dibattito alto dei lettori, clicca qui).

il tema nimby è sempre più rovente, e ne ho scritto nelle settimane scorse (trivelle e giacimenti, la saldatura elettorale tra politici e nimby; clicca qui) anche allargando il campo ad altre paure (quello che non ti dicono sulla bufala degli ogm; clicca qui), mentre con un articolo raccontavo una vecchia storia di un nimby di quasi due secoli fa (quando la paura del treno scatena rivolte e sabotaggi nel 1830; clicca qui).

  • Jacopo Giliberto |

    gentile angelo,
    grazie per il contributo interessante.

    mi permetto qualche spunto.

    la correggo sulle regioni.
    la regione più trivellata è l’emilia-romagna.
    soprattutto per il metano, ma l’emilia-romagna ha anche una quota importante di petrolio (esempio il centro oli di cavone, modena).
    è un operatore petrolifero perfino la società delle terme di salsomaggiore (parma), con 15 pozzi in piena produzione.

    segnalo inoltre che le imprese italiane del settore (c’è un polo interessante di aziende di fama internazionale a ravenna, ma non solo) sono chiamate in tutto il mondo a lavorare perché gli italiani anche in questo sono fra i più bravi al mondo.

    suggerisco infine di guardare un po’ di foto che ho raccolto qui (cliccare) e inoltre cliccando qui si possono leggere i dati principali sui giacimenti in italia.

    le royalty vanno in misura contenuta agli enti locali, e oggi (a parte accordi particolari, come in sicilia o in basilicata) il principale destinatario è lo stato, che usa quei soldi per la spesa pubblica.
    in particolare, l’aumento delle royalty di un paio d’anni fa viene usato per pagare il servizio delle navi antinquinamento dello stato (fornito dalla società castalia), cioè quelle navi che abbiamo visto all’opera al giglio quando naufragò la nave costa concordia.

    sono d’accordo con lei: dobbiamo fare a meno del petrolio, e se possibile anche del gas.
    questo dev’essere l’obiettivo condiviso.
    io per esempio ho scelto una motorizzazione elettrica (ormai gran parte della nostra elettricità viene da fonti rinnovabili), come immagino faccia anche lei visto il suo impegno intelligente, ma noi due che rinunciamo al petrolio purtroppo siamo circondati da altri 59.999.998 italiani che al contrario fanno gli ecologisti con il culo degli altri e continuano ad andare a benzina e gasolio importate da lontano e a finanziare oligarchi, dittatori, terroristi, emiri e multinazionali.
    e quindi lei e io, che amiamo l’ecologia dei fatti all’ecologismo delle parole, dobbiamo spingere anche gli altri a rinunciare al petrolio.

    grazie (nuovamente) per il suo contributo.

  • Angelo |

    La Basilicata è una delle regione, o forse la regione, dove si è trivellato di più e probabilmente è la regione più povera d’Italia, a braccetto con il Molise. Le royalty sono una scusa per indurre i comuni e le regioni ad accettare le perforazioni ma poi in realtà i soldi li fa sempre chi gestisce i pozzi e cioè i privati. Alla regione non va quasi nulla e quel poco che incassa non sarà di certo usato per il bene pubblico, viviamo in un’epoca di corruzione e sprechi dove il bene comune e l’aspetto sociale sono in declino, un declino preoccupante.
    Tuttavia non sono certo contrario alle trivellazioni o alla produzione interna di energia ma lo scopo energetico della nostra penisola non può essere basato sulle trivellazioni. Non abbiamo la fortuna (o sfortuna) di avere giacimenti come quelli arabi, canadesi, russi o del mar del nord per questo sarebbe meglio investire in nuove tecniche di produzione dell’energia che ci rendano pionieri di un salto tecnologico senza precedenti, tutto made in Italy. Di certo non ci mancano le competenze.
    Il vero problema italiano, che ci ha portati a rifiutare il nucleare, i rigassificatori, le centrali a biomasse, ecc sta nella mancanza di serietà di chi realizza le opere, nella mancanza di controlli e nel sistema corruzione in genere. Finchè regnerà questo modo di agire, finchè lo Stato non si metterà in testa di fare i controlli in maniera seria, non si potranno certo biasimare i cittadini che si opporranno alla creazione di centrali, pozzi o quant’altro possa creare abusivismo, speculazione e disastro ambientale.
    Non è corretto, come molti “esperti” fanno, liquidare le proteste cittadine semplicemente dicendo che il popolo si oppone per paura e per ignoranza quando poi, a conti fatti, sono sempre i cittadini i primi a rimetterci sia economicamente che in termini di salute.
    Uno Stato serio deve fare le opere necessarie allo sviluppo di un paese ma allo stesso modo deve fare controlli seri e porre pene severissime per coloro che non fanno bene il loro lavoro mettendo a repentaglio la salute dei cittadini.
    Con questa premessa in Italia, non essendoci serietà nè controlli, siamo destinati al blocco infrastrutturale. Ma forse è meglio cosi, un paese che non sa gestire i rifiuti, gli immigrati, le acque e il dissesto idrogeologico come può mettersi in testa di gestire seriamente opere talmente impattanti o estremamente pericolose come pozzi petroliferi o centrali nucleari?
    Io penso che con le nostre competenze e le nostre capacità potremmo essere tra i primi tre paesi più importanti al mondo ma grazie ad un sistema politico insufficiente e incapace di essere al servizio della nazione avremo sempre a che fare con il nostro vero grande limite, cioè essere troppo piccoli territorialmente rispetto a colossi come USA e Cina, India e Russia, e per di più competere con mezzi obsoleti se ci riferiamo al fatto che questi paesi, soprattutto i primi due, investono moltissimo in ricerca e sviluppo spesso appropriandosi di competenze eccezionali che lo Stato Italiano ha contribuito a formare.
    Siamo il Bel Pese, siamo il luogo in cui sono nati e nascono ancora menti eccellenti, siamo il paese in cui la logistica industriale è studiata e ammirata nel mondo, siamo il paese più culturale del mondo, abbiamo 2000 anni di cultura, siamo un popolo di innovatori, scienziati e gran lavoratori ma purtroppo siamo anche il paese dove regna uno dei tassi di corruzione più alto al mondo, dove la criminalità fa scuola nel mondo, dove la classe politica è derisa dal mondo.
    Dobbiamo ammirare i nostri pregi ma dobbiamo imparare a fare i conti anche con i nostri difetti.

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