l’isola di plastica, i 100 milioni di bastoncini cotonati e altre storie di mare sporco.

ciò che inquina il mare sono i comportamenti dell’uomo, non gli oggetti.
gli inquinatori siamo noi, non i sacchetti di plastica.
la plastica è ottima, ha un impatto ambientale più basso di molti fra i prodotti che sostituisce, ma va raccolta e va riciclata.

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atto primo.
manila.
dalla vecchia discarica abbandonata che divide dal mare il boulevard honorio lopez ogni giorno l’oceano porta via 1.500 tonnellate di spazzatura; quella più pesante affonda davanti alla spiaggia e quella più leggera naviga, spinta dai venti e dalle correnti, fino alla grande isola di plastica, il plastic vortex in mezzo al pacifico.

atto secondo.
maldive.
solamente un terzo della spazzatura prodotta dal milione di turisti abbronzati che si divertono sulle mille isole riesce ad arrivare nella discarica frontemare di thilafushi, a 7 chilometri dall’isola del capoluogo malé. gli altri due terzi della spazzatura sono dati brevi manu a battelli privati che, come ogni mafia dell’immondizia, rovesciano la sporcizia al largo. i rifiuti pesanti (come vetro e metalli) sprofondano nell’oceano. quelli leggeri si radunano nel plastic vortex.

afferma un rapporto di ocean conservancy, il 60% delle plastiche che galleggiano nei mari del mondo è prodotto da cinque paesi: cina, indonesia, filippine, thailandia e vietnam. nicholas mallos di ocean conservancy stima che con questa velocità fra pochi anni, nel 2025, negli oceani ci sarà una tonnellata di immondizia ogni tre di pesce.

e il mediterraneo?
l’italia?
i ricercatori belgi di arcadis hanno condotto uno studio per conto della commissione ue («marine litter study to support the establishment of an initial quantitative headline reduction target») e hanno scoperto diverse cose sul mediterraneo: il nostro mare, sebbene sporco, ha la fortuna di essere pochissimo popolato su una sponda e di avere paesi fortissimi riciclatori sull’altra; che gran parte dei rifiuti sulle spiagge non arrivano da lontano ma sono prodotti direttamente sull’arenile dai turisti.
il peggior insozzatore del mediterraneo pare la turchia: popolatissimo come quelli dell’europa (molto) ma riciclatore come quelli dell’asia (poco).

aggiunge uno studio condotto dall’ispra analizzando i residui sulle spiagge italiane: attenzione, nella rena sono tornati a nascondersi i bastoncini nettaorecchie, 100 milioni sulle coste, bastoncini che fino a pochi anni fa per legge erano biodegradabili mentre oggi sono anche di materiale plastico ordinario.
ma presto, come ha deciso il parlamento, i bastoncini spariranno dalle spiagge.

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