energia. su “elementi” il dibattito tra nucleare e rinnovabili. paolo romani e gli incentivi solari.

“se non fossimo intervenuti sul precedente sistema d’incentivi, si sarebbe creata una bolla speculativa di enorme portata, con ricadute sul sistema produttivo. il nuovo decreto fornisce al settore una prospettiva di lungo termine, un quadro di regole e un volume di risorse che consentirà una crescita graduale fino a tutto il 2016, indicato dagli esperti come il periodo nel quale potrà essere raggiunta l’equivalenza del costo dell’elettricità fotovoltaica con quella acquistata dal sistema elettrico”.
così paolo romani, ministro dello sviluppo economico, in un’intervista rilasciata all’ultimo numero della rivista elementi, periodico del gestore dei servizi energetici, visibile sul sito www.gse.it.
“abbiamo orientato gli investimenti verso le tecnologie più avanzate cercando di incentivare la filiera produttiva italiana”. ha proseguito romani. “questo approccio ha portato a una adeguata e graduale riduzione degli incentivi, in linea con il calo dei costi tecnologici in parte già registrato e atteso nei prossimi anni”.
parlando di fonti rinnovabili, paolo romani si è soffermato sulle potenzialità della geotermia, affermando che: “recenti studi attribuiscono alla geotermia un ampio potenziale non ancora sfruttato, accessibile con nuove tecniche di ricerca, esplorazione e asportazione del calore. noi ci siamo mossi in anticipo, stanziando risorse ad hoc nell’ambito del programma operativo fonti rinnovabili e risparmio energetico per fare un’analisi del potenziale del nostro territorio e per studi di fattibilità di nuovi impianti. in più, con il decreto legislativo 28 del 2011, abbiamo avviato la sperimentazione di impianti pilota a emissioni nulle. anche le applicazioni della geotermia più tradizionali, siano esse finalizzate alla produzione di energia elettrica o allo sfruttamento del calore, trovano adeguata incentivazione nell’ambito degli strumenti esistenti”.
quanto al mix energetico da utilizzare, ora che si è deciso lo stop al nucleare, romani ha precisato: “nel prossimo autunno avvieremo il percorso di analisi e di confronto per la definizione di una strategia energetica nazionale. lo scopo è individuare quale mix e quali infrastrutture possano rendere il sistema energetico nazionale più sicuro e competitivo. la nostra politica è già orientata a rafforzare la sicurezza delle forniture, la diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento, l’efficienza di trasformazione, trasporto e uso dell’energia, e punta a uno sviluppo efficiente delle energie rinnovabili”.
romani si è poi soffermato sull’attività dell'autorità per l’energia elettrica e il gas, sostenendo che da questa si aspetta “che faccia la regolazione tariffaria dei mercati e dell’accesso alle infrastrutture e che stimoli comportamenti efficienti degli operatori, in coerenza con le scelte di politica energetica che competono a parlamento e governo. e che renda comprensibile la bolletta elettrica”.
carlo rubbia e antonino zichichi, rispettivamente premio nobel per la fisica e presidente dell’associazione mondiale degli scienziati nonché fondatore del centro ettore majorana di cultura scientifica, si sono confrontati sulla situazione energetica italiana, in particolare dopo lo stop all’utilizzo del nucleare.
“in italia”, ha detto rubbia, “esistono due alternative al nucleare perfettamente accettabili: il gas naturale – con cui costruire centrali in tempi rapidi a costi relativamente modesti – e il geotermico di cui esistono notevoli risorse poco o mal utilizzate nel nostro paese. queste tecnologie sono in grado di rispondere all’aumento della domanda elettrica. nel lungo temine, se si vuole davvero percorrere la strada del nucleare, c’è spazio e tempo per innovare. nuove centrali più sicure e più efficaci, come quelle alimentate al torio, sarebbero una soluzione migliore. vorrei tuttavia ricordare che il potenziale solare e geotermico del nostro paese, se opportunamente sfruttato, potrebbe contribuire in modo considerevole ad aumentare la nostra indipendenza energetica. mi riferisco al solare a concentrazione che permette di accumulare energia rendendola disponibile anche quando il sole non brilla”.
quanto al futuro energetico, rubbia ritiene necessario “un insieme di risorse, basate su diverse tecnologie, sulle quali le rinnovabili stanno aumentando il contributo con una finestra sempre più ampia. questo insieme deve essere basato su tecnologie rispettose dell’ambiente e per ciò è fondamentale il ruolo della ricerca e dell’innovazione”.
su posizioni diverse invece zichichi, secondo il quale “non ha senso abbandonare la tecnologia nucleare: cinque miliardi e mezzo di abitanti della terra chiederanno, in un futuro non troppo lontano, la stessa quantità di energia-pro-capite che ha il miliardo di privilegiati dei paesi industrializzati. l’unica sorgente d’energia che possa soddisfare queste richieste è il nucleare, che – non dimentichiamolo – permette di avere la stessa quantità di energia distruggendo un milione di volte meno materia. se “bruciamo” un chilo di materiale fissile (uranio, plutonio, ecc.) otteniamo la stessa quantità di energia che vien fuori “bruciando” un milione di chili di materiale combustibile classico (petrolio, carbone, ecc.)”.
quanto alle fonti rinnovabili, zichichi è del parere che queste “sono un complemento prezioso per la vita di tutti i giorni. ma non è pensabile che possano riuscire ad avere un ruolo alternativo al nucleare. il nucleare ha, oggi nei reattori a fissione (uranio, plutonio, ecc.), domani nei reattori a fusione (deuterio), l’unica sorgente d’energia che permetterà ai nostri posteri di superare il problema del fabbisogno energetico”.
rubbia e zichichi concordano invece nell’affermare che un’eventuale utilizzo del nucleare non può prescindere da un controllo diretto e responsabile dello stato.
luciano maiani, presidente del cnr, sottolinea l’importanza della ricerca nell’individuare soluzioni capaci di migliorare l’utilizzo delle fonti di energia. e afferma che “il consiglio nazionale delle ricerche (cnr) è in prima linea in molti progetti, italiani e internazionali, all’insegna della diversificazione. guardando al lungo periodo, partecipiamo al consorzio per la costruzione di iter, il primo reattore a fusione deuterio-trizio, che si sta realizzando nel sud della francia, in una collaborazione che coinvolge i principali paesi industrializzati. non abbandoniamo però la ricerca per le soluzioni a breve e medio termine, che parte dall’uso dei tradizionali combustibili fossili, attraverso la progettazione e caratterizzazione di tecnologie, superfici e materiali avanzati, anche per impieghi in condizioni estreme e per l’abbattimento di inquinanti gassosi e particellari. legato a quest’attività, è anche lo studio di nuove soluzioni per la mobilità urbana e lo sviluppo di processi di produzione di combustibili sintetici da fonti rinnovabili. risparmio energetico e produzione diffusa da fonti rinnovabili sono un altro aspetto della sfida”.
vincenzo boccia, presidente della piccola industria di confindustria, afferma che “l’italia ha una forte vocazione manifatturiera e per questa ragione la programmazione delle scelte energetiche ha un consistente impatto sulla competitività del tessuto industriale, soprattutto nel settore delle pmi. e’ quindi opportuno prevedere un disegno complessivo che fornisca una strategia di lungo termine per quanto riguarda
la dipendenza energetica del paese, identificando quali strade si intendano percorrere. e, al tempo stesso, definisca le scelte tecnologiche da fare in materia di sostenibilità a partire da una mappatura delle eccellenze presenti in italia, anche nel mondo delle piccole e medie imprese, dove molteplici sono i casi che possono trasformare la lotta ai gas climalteranti da vincolo in opportunità di crescita”.

nando pasquali, ad del gse, in un articolo sullo sviluppo del sistema energetico, sostiene che questo “non può che passare attraverso una rete di infrastrutture, siano esse linee ad alta tensione, gasdotti intercontinentali, rigassificatori o siti di stoccaggio, che consenta all’italia di predisporre un proprio piano di crescita, all’insegna dell’indipendenza, della flessibilità e della sostenibilità”.
gian maria fara, presidente dell’eurispes, si sofferma sulla criticità rappresentata dalla dipendenza energetica dell’italia, e sottolinea che questa è purtroppo schiacciante. “non si tratta di ridurre la dipendenza da una o più fonti”, pensa fara, “ma occorre affrontare la questione della dipendenza stessa”. quanto alle fonti rinnovabili, per fara sono importanti a tal punto che: “i paesi che non investono oggi in questo settore, saranno a breve tagliati fuori dal mercato dei produttori e relegati a un ruolo marginale e di dipendenza. uno sviluppo legato solo alla dimensione quantitativa che non produce, insieme, anche progresso e miglioramento della qualità della vita è ormai vissuto con sospetto dai cittadini, sempre più diffidenti nei confronti della concentrazione degli interessi e della ricchezza”.
secondo davide tabarelli, presidente di nomisma energia, l’italia dovrebbe poter puntare con più efficacia, oltre che sulle fonti rinnovabili, anche sull’uso termico delle stesse. “siamo, sostiene, molto in ritardo proprio negli usi termici delle fonti rinnovabili, mentre sta rapidamente crescendo, finora a caro costo, la quota di generazione elettrica. da un punto di vista economico, infatti, nella maggior parte dei casi il costo di produzione di un kwh termico è inferiore di circa un terzo di quello necessario per produrre un kwh elettrico. e’ evidente l’importanza di operare per promuovere la diffusione delle tecnologie per le rinnovabili termiche rivedendo, come ha fatto il ministro romani, un sistema d’incentivazione che non sembra rispondere a questa esigenza. sulle priorità del nostro sistema energetico, tabarelli è del parere cha “abbiamo necessità di nuove infrastrutture del gas, soprattutto rigassificatori. le motivazioni degli ultimi incrementi sul costo del gas vanno cercate nella mancanza di infrastrutture nel mercato. in italia mancano le attrezzature. se si fossero effettuati più investimenti nel mercato energetico, e nello specifico in quello del gas, oggi avremmo potuto accumulare gas metano a costi molto più bassi. il settore del gas ha bisogno d’interventi rapidi per raggiungere prezzi competitivi”.
completano il numero 23 di elementi: l’editoriale di emilio cremona, sull’importanza economica e sociale della “rivoluzione verde”, un’intervista ad andrea clavarino, presidente di assocarboni, il quale ritiene il carbone “sicuro, disponibile e sostenibile dal punto di vista ambientale: il carbone si candida come alternativa principale al nucleare, ormai in crisi”. quanto allo shale gas, clavarino pensa non sia un concorrente temibile. e per la ccs, commercializzabile solo nel 2020, dice: “ci vogliono incentivi come quelli per le rinnovabili”.
poi un’intervista a giuseppe nucci, ad di sogin, il quale si è soffermato sull’attività di decommissioning della sua società, sostenendo che: “la nuova disposizione approvata a maggio dal parlamento che ha fermato il nuovo nucleare, conferma le attività di decommissioning e di realizzazione del deposito nazionale, che sogin intende rafforzare. l’italia deve poter gestire in modo ottimale questo tipo di materiali, compresi quelli derivanti dalle attività mediche e di ricerca. il deposito è un diritto degli italiani. oggi i rifiuti della passata stagione nucleare sono mantenuti nella massima sicurezza da sogin in depositi provvisori. la realizzazione del deposito nazionale permetterà di ottimizzare le attività di decommissioning, anche in termini di tempi e costi, riducendo la necessità di immagazzinamento provvisorio sui siti e garantendo la massima sicurezza per cittadini e ambiente nella gestione di tutti i rifiuti radioattivi, anche di quelli che oggi non sono gestiti da sogin”.
un colloquio con alberto pototchnig, direttore dell’acer, sul futuro energetico europeo, un intervento di gianni silvestrini, direttore scientifico di kyoto club, sugli adempimenti necessari per il settore delle rinnovabili e sull’efficienza energetica, un’intervista a giorgio guerrini, presidente di confartigianato, sulla possibilità di estendere il ruolo dell’acquirente unico anche al settore del gas, un incontro con luigi mazzocchi, direttore del dipartimento sistemi di generazione di rse, sul mercato italiano del fotovoltaico, “il punto” di jacopo giliberto (cioè me medesimo), un faccia a faccia con luisa todini, presidente della todini, sul mondo del lavoro, una conversazione sui temi dell’uomo, della società e della cultura con massimo cacciari, filosofo.