storia. l’assedio più lungo del mondo, venezia, i turchi. in ricordo di romano canosa.

l'assedio più lungo della storia?
i turchi attorno a candia, cioè l'attuale hiraklion, capoluogo dell'isola di creta; e i veneziani asserragliati nella città insieme con una forza multinazionale.
quell'assedio durò 22 anni.
dal 1647 al 1669.

racconto questa storia per parlare di un uomo, di una persona, cioè di romano canosa, uno storico e un magistrato.
nato a ortona e morto la primavera passata, ora si ricorda la sua figura con un convegno: qui un ritratto, e più sotto racconterò del convegno.
Romano ritratto 
fu leggendo uno dei libri di romano canosa che scoprii i dettagli della guerra di candia, di cui sapevo vagamente il periodo e nient'altro; una guerra sconosciuta ai grandi flussi della storia, una guerra costellata di continue vittorie navali veneziane di fronte a un'armata ottomana che aveva risorse senza limiti.
per esempio il 12 maggio 1649 una flottarella veneziana di 19 navi sbaragliò davanti a smirne un flottone di 93 navi turche. e poi i veneziani riuscirono a forzare i dardanelli e a entrare nel bosforo, fino a minacciare il bombardamento di istanbul-costantinopoli.

nell'immagine, un momento della guerra di candia: una squadra navale di galere, tra cui la nave comandata dal sopracòmito (comandante) francesco morosini, sbaraglia la flotta turca davanti a milo. l'immagine è tratta dall'archivio fotografico lessing, cui si può accedere cliccando sull'immagine. il cartiglio ai piedi del quadro, conservato al museo correr di venezia, dice: francesco morosini sopracòmito, nel primo combattimento marittimo nella guerra di candia va primo di tutti ad assaltar la più grande delle navi turche nell'acque di milo, per corrispondere all'impegno preso nel motto da lui fatto scrivere sotto l'insegna della sua galera, quale diceva "in certamine prima". una grande borasca separa la battaglia, che continuò molto a sanguionosa. ottobre 1645

Morosini milo 

la città sotto assedio continuava a essere rifornita dal mare di rinforzi e approvvigionamenti.
la guerra esaltava le coscienze (allora) così come oggi è dimenticata; arrivavano navi da tutta europa, dall'inghilterra e dall'olanda, per affiancare la flotta della serenissima, e a candia sbarcavano contingenti multinazionali e schiere di volontari, come l'armata francese che venne a schierarsi sulle mura, sul bastione martinengo e sul bastione di pantocratora, davanti al baluardo di san giorgio e davanti al rivellino di san demetrio.

cliccando sull'immagine vai al sito www.fortificazioni.net, che riproduce questa carta francese con le fortificazioni veneziane e il disegno delle trincee ottomaneCandia 
 
quando sono stato a candia-hiraklion mi sono messo sulla spalletta del baluardo di san giorgio e, con le riproduzioni delle mappe antiche, ho cercato di rileggere il terreno oggi coperto di case, ecco la collina da cui le batterie turche cannonavano la città tra il bastione della sabbionara e quello di vitouri e così via.

il 5 settembre 1669 francesco morosini - diventato comandante di una candia-hiraklion allo stremo dopo più di vent'anni di guerra, di attacchi sanguinosi, di bombardamenti – firmò l'atto di resa della città con l'onore delle armi e libertà di partire.
oltre ai militari e alla parte veneziana della popolazione, si imbarcarono moltissimi candiotti.

ricordo il nobile vincenzo corner (in veneziano), ovvero vincenzo cornaro (in italiano) ovvero vitsentzos kornaros (in greco cretese), il più grande poeta cretese.
la sua opera, l'erotocrito, poema scritto in greco e pubblicato molte volte a venezia, ancora oggi è la base delle ballate della musica popolare e dei cantautori cretesi.

francesco morosini, tornato a venezia, fu messo sotto processo dallo stato per la sua resa al turco. fu assolto.
divenne il comandante della flotta, e la potenziò fino a superare tutte le flotte di allora.
poi divenne doge, e riscattò creta conquistando ai turchi la grecia (la morea, si chiamava allora).

nel 1687 l'armata veneziana di francesco morosini assediava atene.
il perno della difesa ottomana era l'acropoli, che venne attrezzata a fortezza.

i turchi avevano bisogno di una polveriera, e individuarono come edificio ideale per questa destinazione esplosiva un vecchio tempio greco trasformato in una vecchia chiesa trasformata in moschea, che sorgeva in mezzo all'acropoli: era il partenone.
lo stivarono zeppo di barili di polvere esplosiva.

di fronte, sulla collina del filopappo (quando vai sull'acropoli la vedi laggiù), c'era una batteria di serenissimi cannoni.
battevano l'acropoli.
il 26 settembre di quell'anno una delle palle veneziane sfondò il tetto del partenone e cadde dentro all'edificio.
invece di rotolare sul selciato di pietra, la palla s'imbattè nelle polveri, che esplosero, distruggendo l'antico e splendido tempio dell'età di pèricle. il partenone, prima, era intero; quello che vediamo oggi sono le rovine dopo l'esplosione delle polveri da sparo turche.
Atene 

perché parlo di questa storia?

perché romano canosa fu uno degli studiosi più competenti della storia del mediterraneo e un formidabile conoscitore del fascismo.
è ritenuto il maggiore storico abruzzese.

ha scritto numerosi libri di alta specializzazione ma, al tempo stesso, con un passo divulgativo che fa appassionare alla storia anche chi non ama lo studio arido degli avvenimenti.

è stato anche un magistrato valente, tra i fondatori di magistratura democratica.

il convegno sulla sua figura e sul mediterraneo nella storia si terrà dalle 17 di sabato 8 ottobre a ortona, nel teatro tosti.

organizza l'associazione romano canosa per gli studi storici con il patrocinio del comune di ortona, le edizioni menabò e la casa vinicola dora sarchese.

dopo una lettura introduttiva di sebastano nardone e una lectio magistralis sul mediterraneo di franco cassano dell'università di bari, interverranno i professori franco farinelli (bologna), lorenzo matteoli (torino), andrea rapini (modena e reggio) e amedeo santosuosso (milano e pavia).

per info www.romanocanosa.it