una flotta di venti mostri del mare, pescherecci europei industriali che per dimensioni e metodi di pesca sono tra i più efficaci, stanno razziando tutto il pesce dai mari del mondo.
così restano a reti vuote i pescatori costieri.
spesso viene da questi razziatori del mare il tonno iscatolato. non certo è catturato dal nostromo con l’accento genovese.
invece non so da dove venga quel pesce surgelato che mangiamo fritto e impanato, o nell’hamburger del fast food: quel pesce però di sicuro non è pescato da un veliero in cui un comandante dalla barba bianca si fa circondare da una ciurma di bambini biondi dall’aria sprota.
la flotta dei mostri sterminatori europei, sussidiati da contributi europei, è oggetto di un rapporto di greenpeace intitolato “monster boats, flagello dei mari” (clicca qui per scaricare il pdf).
per classificare questi pescherecci, greenpeace ha utilizzato una serie di criteri tra i quali la capacità di pesca e di stoccaggio a bordo, il livello di distruttività degli attrezzi utilizzati, gli impatti ambientali e socioeconomici delle attività di pesca, il coinvolgimento in attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata o in altre attività sospette.
greenpeace mette sotto accusa solamente la ventina di mostri naviganti europei, molti dei quali spagnoli e portoghesi, ma non fa cenno delle enormi flotte devastatrici delle altre parti del mondo.
alcuni di questi pescherecci sono in grado di catturare oltre 2mila tonnellate di tonno in una sola battuta di pesca.
ripeto: 2mila tonnellate di tonno alla volta.
secondo la fao il 90 per cento degli stock ittici mondiali sono pienamente o eccessivamente sfruttati.
stessa sorte anche per il mediterraneo: il 96 per cento delle specie di fondale è soggetto ad uno sfruttamento eccessivo e per gli stock di acque intermedie come la sardina e l’acciuga, la percentuale è pari o superiore al 71 per cento.
non condivido i toni da denuncia, ma riporto: “pochi baroni della pesca industriale si stanno sconsideratamente arricchendo attraverso lo sfruttamento dei nostri mari, senza rispetto per l’ambiente e le popolazioni che da queste risorse dipendono lo fanno utilizzando dei trucchi per aumentare il proprio accesso alle aree di pesca o aggirare palesemente le regole e le normative esistenti, dal cambiare identità o bandiera ai loro pescherecci all’utilizzare compagnie di facciata o paradisi fiscali – afferma serena maso, campaigner mare di greenpeace italia – i governi europei non possono più chiudere gli occhi di fronte alla pesca eccessiva, e troppo spesso illegale. devono eliminare dalle loro flotte industriali quei “mostri” che stanno svuotando i nostri mari e sostenere invece i pescatori artigianali che pescano in modo sostenibile”.
la flotta peschereccia italiana non ha alcuna unità di questo tipo.
non siamo coinvolti come pescatori, ma noi consumatori sì, siamo coinvolti quando compriamo surgelati o scatolette.
secondo greenpeace, le navi sterminatrici txori argi (4.100 tsl, pesca tonno in oceano indiano soprattutto fra somalia e madagascar), albacora uno (3.500 tsl, nave più volte multata, pesca soprattutto in pacifico) e albatun tres (4.400 tsl, pesca soprattutto in pacifico) delle spagnole inpesca e albacora hanno rifornito importanti marche di tonno in scatola presenti nel nostro mercato.