rifiuti. roma non uscirà dalla schiavitù della spazzatura. tu paghi in soldi veri l’inefficienza di roma.

a roma mancano:
– un inceneritore (spiacevole necessità)
– una discarica (spiacevolissima necessità)
– un pugno di altri impianti, per esempio impianti per la produzione di compost e digestori aerobici o anaerobici
– la capacità di licenziare a man bassa (orribile necessità) la pletora di fannulloni che penalizzano l’ama e che penalizzano quei molti dipendenti onesti e motivati che, invece, vogliono lavorare bene.

sono questi, non altri, gli strumenti che possono armonizzare alle direttive europee l’orchestra del sistema rifiuti di roma.
altri strumenti sono solamente velleità.

finché roma continuerà a macinare la spazzatura nei suoi impianti tmb (oltre che inutili, alcuni di questi frullatori di immondizia hanno un’efficienza neolitica), la città rimarrà schiava dei suoi rifiuti, continuerà a esportare in mezz’italia e in austria la sua schifezza e continuerà a tenere alti i prezzi del trattamento dei rifiuti negli impianti di tutt’italia, con effetti per le tasche di tutti i cittadini dal friuli alla calabria che svolgono la raccolta differenziata e i cui sindaci invece riescono a far riciclare l’immondizia.
ognuno di noi, tu, io e tutti gli altri, stiamo pagando in soldi reali nella nostra tassa rifiuti ciò che roma non sta facendo.

spiego meglio.
i camion carichi di sporcizia dei romani in viaggio per l’italia alzano la domanda di disponibilità impianti di smaltimento.
quando la domanda sale, salgono i prezzi.
così troverà prezzi più alti un sindaco friulano o calabrese quando – dopo la raccolta differenziata e il riciclo – deve mandare i suoi camion a un centro di trattamento friulano o calabrese.
ripeto: ognuno di noi, tu, io e tutti gli altri, stiamo pagando in soldi reali nella nostra tassa rifiuti ciò che roma non sta facendo.

riassumo.

roma non ha impianti per trattare, riciclare, riutilizzare, dividere e smaltire l’immondizia prodotta dai suoi abitanti.
l’azienda locale di nettezza urbana, l’ama, ha il doppio del personale che serve. i molti addetti volonterosi dell’ama hanno sempre meno voglia di impegnarsi fra abusi, inefficienze, colleghi scioperati e vandalismi.
ai politici di qualsiasi colore (compreso quelli cui oggi gli elettori hanno affidato il governo della città) interessa il consenso, non l’ambiente; e il consenso si ottiene sgomberando dalla spazzatura le strade ma anche evitando di costruire impianti (malgraditi dagli elettori del quartiere), aiutando alcune imprese invece di altre, evitando di disturbare le municipalizzate di nettezza urbana, accusando di inefficienza gli avversari politici e così via.

altri articoli sul tema:
“cara sindaca”. il patto tradito di roma sui rifiuti.

chi la fa l’aspetti. nimby. il marocco non vuole smaltire i rifiuti che i napoletani non vogliono smaltire.