foreste distrutte: colpa dell’olio di soia. controlla gli ingredienti.

(nell’immagine qui sopra, un raccolto per la mangimistica e per la produzione di oli, in questo caso granturco).

sai le foreste distrutte? i disboscamenti selvaggi? la sparizione della giungla? sai tutte quelle brutte cose lì?
ebbene, controlla bene gli ingredienti dei biscotti, delle salse vegane, dei cracker, della maionese: spesso contengono soia.
come l’olio di soia.
ma attenzione anche alle uova e alle carni, poiché la soia è un mangime degli allevamenti.
«con circa 33 milioni di tonnellate di importazioni di soia all’anno, l’unione europea è il secondo maggiore importatore al mondo.
l’83 per cento della soia che arriva nell’unione europea viene utilizzata per l’alimentazione di animali da allevamento. i polli da carne e le galline ovaiole sono i principali consumatori di soia nell’ue, seguiti dai suini, dalle vacche da latte e dai bovini», dichiara martina borghi, campagna foreste di greenpeace italia.

ogni 3 secondi
«ogni 3 secondi nel mondo scompare un’area di foresta grande quanto un campo da calcio e circa l’80 per cento dei polmoni verde del pianeta sono già stati degradati o distrutti», ricorda greenpeace.
dice l’organizzazione che a livello globale le foreste vengono distrutte principalmente per fare spazio a terreni agricoli, molti dei quali vengono occupati da colture destinate alla mangimistica, come nel caso della soia, e per creare pascoli di animali destinati al macello.
la deforestazione, a sua volta, è spesso associata alla violazione dei diritti umani, in particolare quelli dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali la cui cultura e sussistenza dipendono dalle foreste.

un film per le foreste
non a caso greenpeace collabora al lancio del film “chaco”, di daniele incalcaterra e fausta quattrini. le vicissitudini che il protagonista deve affrontare per salvare una piccola area di foresta del gran chaco, la seconda più estesa del sud america, rappresentano una testimonianza di quello che accade in diverse regioni dell’america latina. in queste zone ecosistemi preziosi e fragili come l’amazzonia, la più grande foresta pluviale tropicale del mondo, il cerrado brasiliano, la savana più ricca di biodiversità del pianeta, e lo stesso gran chaco, vengono progressivamente distrutti per lasciare spazio a monoculture di soia e allevamenti bovini.

la distruzione della soia
l’espansione e l’aumento di terreni coltivati a soia e di quelli destinati al pascolo è trainato prevalentemente dalla crescente domanda dell’industria mangimistica, che a sua volta risponde all’aumento di produzione e consumo globale di carne e prodotti lattiero-caseari.
a parere di greenpeace, il collegamento tra deforestazione e produzione industriale di soia, carne, latte e derivati è, quindi, centrale per la sostenibilità ambientale e alimentare.

  • Paola |

    È un dato di fatto che l’utilizzo di sostanze chimiche abbia aumentato la produzione agricola. Gli allevamenti intensivi hanno spinto lo sfruttamento del suolo con monoculture, le cui sementi sono vendute da poche multinazionali

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