giappone. fukushima. dentro la catastrofe. la centrale messa in ginocchio dal diesel.

il casino di fukushima, la paura nucleare, la nuvola radioattiva.

tutto ciò perché non sono partiti ieri i due diesel.
stupidi, ordinari motoroni turbodiesel a due tempi.
non parlo della tecnologia dell'uranio, delle sofisticatezze giapponesi. no; qui è la tecnologia del gasolio, proprio quella inventata da rudolf diesel nel 1892. quella dei camion.

in tutto il mondo le centrali nucleari seguono gli stessi standard comuni di sicurezza, standard dettati dalle linee guida dell’aiea (agenzia internazionale dell’energia atomica). (all'inglese, iaea).

le guidelines (negli stati uniti, nureg) dell'aiea per la progettazione e la gestione delle centrali sono centinaia di libroni alti una spanna.
(un paio di mesi fa, nella sala controllo del reattore europeo essor che l'euratom ha a ispra varese, avevo provato a leggere un po' di quei manuali scritti in inglese: libroni illeggibili a una persona normale, figuriamoci a un giornalista come me: come se fossero scritti in glagolitico).

tra l’altro, le linee guida dicono che le centrali di tutto il mondo devono essere progettate per poter affrontare in sicurezza la massima accelerazione sismica possibile nel peggiore terremoto ipotizzabile nel mondo.
per esempio, travature o tubazioni pesanti e lunghe devono essere ancorate alle strutture portanti con attacchi ad altezze diverse,  in modo da "spezzare" eventuali vibrazioni che entrino in risonanza.

non basta.

e qui si entra nel caso di fukushima.

le centrali atomiche devono spegnere in modo immediato e automatico la reazione appena c’è un’accelerazione sismica sopra 1,2 g.
in un istante e senza intervento umano.
scossa oltre 1,2 g, e si spegne tutto di colpo, facendo scattare tutte le sicurezze.

quando si ferma la reazione, la centrale si stacca dalla rete elettrica, si isola completamente.
non produce più corrente, ma nemmeno ne riceve.
entra in una specie di blackout.

naturale, non si spegne: ci sono i gruppi di continuità, i generatori che partono automaticamente come negli ospedali.
la centrale non può restare senza corrente elettrica.
non può restare senza rilevatori di radioattività, senza comandi in sala controllo, senza illuminazione nei corridoi.
soprattutto, non possono fermarsi i compressori che fanno circolare l’acqua di raffreddamento dentro al reattore, come il radiatore della macchina; altrimenti, il nòcciolo comincia a scaldarsi e non si sa dove si finisce.

per questo motivo ogni centrale atomica deve avere due generatori diesel, in genere grandi motori derivati da quelli delle navi, pronti a entrare in funzione da soli appena la centrale si spegne.

sono motori in genere con cilindri a v, 24 o 36 cilindri, cilindrate da petroliera.
sono motori diesel a due tempi.
sovralimentati con il turbo.

il dispositivo di accensione è automatico e non dipende da incertezze umane o elettriche.

quando non riceve più corrente, si spacca senza intervento né umano né meccanico un disco di rottura (come una gigantesca valvola della moka o della pentola a pressione) del rubinetto delle bombole di aria compressa.
manca corrente, e quello si rompe e apre il flusso.

l’aria compressa entra nei cilindri e mette in moto – senza bisogno di candelette di riscaldamento o motori di avviamento – i colossali generatori diesel.

ogni settimana i due motori devono essere avviati per prova, e deve essercene sempre almeno uno in perfetto funzionamento.

questo accade in tutte le centrali.

è quello che avevano provato a fare a cernobyl 25 anni fa.
me l'hanno raccontato bene a cernobyl due settimane fa, quando ero dentro al sarcofago del reattore 4, quello esploso il 26 aprile '86.

a cernobyl volevano vedere se in caso di blocco istantaeo, la rotazione per forza d'inerzia di turbine e generatori (gneeeeeeeeeoooooooooooouu) sarebbe stata sufficiente a generare corrente per le pompe di ricircolo dell'acqua di raffreddamento nel reattore prima che partissero i generatori diesel.
(risposta: a cernobyl la rotazione per forza d'inerzia non era sufficiente a far circolare l'acqua di raffrettamento prima che partissero i generatori diesel. quanto è costato scoprire ciò).
(a cernobyl, ricordo, il reattore era un rbmk1000 ad acqua bollente e senza involucro di contenimento. tutt'altra faccenda).

ieri, nelle altre centrali atomiche giapponesi i motori diesel si sono accesi.

in tutte le altre centrali.
a fukushima, no.
i due generatori non sono partiti.

non so perché i generatori siano rimasti spenti.
i giapponesi sono sempre molto sobri di informazioni. silenizio.
forse non sono partiti perché le scosse hanno interrotto l'arrivo del gasolio.
forse erano finiti sotto l'onda dello zunami.

non lo so.

fatto sta che alla scossa di terremoto la reazione è stata fermata.
ma la centrale è rimasta muta.
il nòcciolo ha cominciato a scaldarsi perché le pompe non facevano girare l'acqua per raffreddare il reattore. l'acqua bolle come in una pentola a pressione, e se non si apre la valvola la pressione sale sale sale.

 

 

 

ecco i miei articoli di questi giorni su fukushima 

che cos'è accaduto davvero, prima parte

che cos'è accaduto davvero, prima e seconda parte

come nasce una bufala n
ucleare: spargere paura con una foto allarmistica falsa

la centrale messa in ginocchio dai diesel

 

qui i miei reportage dell'altro giorno da cernobyl, con foto e filmati esclusivi.

l'articolo pubblicato il 10 marzo sulle pagine del sole 24 ore

l'ampio reportage (con la fotogallery) pubblicato dal sito web del sole 24 ore

dal blog correnti del sole 24 ore, il filmato esclusivo con il progetto del nuovo sarcòfago

dal blog correnti del sole 24 ore, il primo filmino che ho girato con il telefonino dentro il relitto della sala controllo del reattore esploso

dal blog correnti del sole 24 ore, il secondo filmino che ho girato con il telefonino dentro la sala controllo del reattore esploso

 

 

 

  • jacopo giliberto |

    hai ragione. ho fatto una figura magèrrima.
    però trovo bellèrrima la locuzione che contesti.

  • Camilla |

    In tutto si dice sobrissimo, perché sobrio viene dal latino sobrius. Sober è inglese.

  • jacopo giliberto |

    gentile oscar, so benissimo che i diesel di emergenza nella centrale di fukushima sono partiti al momento del sisma e tutto il resto: questo articolo è stato scritto il 12 marzo, nell’immediatezza dell’evento.
    gli articoli dei giorni successivi spiegano tutti i dettagli della vicenda in modo completo, come avrà modo di leggere in queste pagine.
    un abbraccio e buona lettura.

  • Oscar Mignone |

    Caro Jacopo Giliberto, La enorme spinta alla crescita di Cina, India e Brasile (solo per citare le più evidenti) impongono oggi inevitabilmente e quasi sicuramente per i prossimi 30-40 anni, per carenza acuta di risorse alternative e ancor più per evitare danni certi dovuti ad emissioni di gas serra, il ricorso all’uso dell’nucleare per la generazione di energia elettrica.
    Il mantenimento in occidente dell’attuale stile di vita, che i paesi emergenti utilizzano come riferimento per la programmazione del loro sviluppo, non è compatibile (ambientalmente ed economicamente) con la produzione di energia da fonte fossile ne con il ricorso, in alternativa, alla produzione da “fonti alternative”, che sono limitate in potenza da erogare ed in funzionamento continuo (di base).
    Delle due l’una: cambiare modello di vita e sviluppo o prendere atto del fondamentale supporto che il nucleare può fornire a breve e medio termine (in attesa dell’energia da fusione) investendo in innovazione e organizzazione per ridurre ulteriormente il rischio industriale associato al suo utilizzo.
    Ovviamente ogni possibile sforzo dovrà essere fatto (normativa, leggi, etc), in entrambi gli scenari, verso una società che consumi meno energia.
    L’incidente di Fukushima, a differenza di altri eventi industriali di natura simile, produrrà documenti e valutazioni che consentiranno a questa tecnologia di evolvere verso una sicurezza di utilizzo ancora maggiore, anche per eventi catastrofici.
    Altri aspetti, a mio parere, anche non strettamente tecnologici, dovranno essere affrontati a livello europeo (Autorità Europea per la Sicurezza Nucleare, Fondo Rischi Nucleare europeo, etc) per garantire che i singoli Paesi possano contare su riferimenti per la sicurezza autonomi e comuni.
    Lo “stress test” sugli impianti esistenti e la conseguente organizzazione degli stessi sembrano andare verso questa direzione.
    Quello che il nostro Paese e l’Europa non dovrebbero potersi permettere è quello di rinunciare aprioristicamente e sull’onda emotiva dell’incidente giapponese, all’uso della fonte nucleare certa e con pregi e difetti conosciuti e gestibili (440 impianti in funzione nel mondo con un totale cumulativo di più di 14000 anni di funzionamento continuo con eccellente performance e soltanto tre incidenti degni di nota) senza aver ancora elaborato una altrettanto credibile risorsa alternativa.
    Cordiali saluti
    Oscar Mignone

  • Oscar Mignone |

    Caro Jacopo,
    I Diesel di Emergenza nella centrale di Fukushima sono partiti al momento del sisma, e hanno generato l’energia per spegnere i reattori nucleari, funzionando per un ora. Quando è arrivata la onda tsunami, che ha superato la diga di contenimento, i Diesel sono stati inutilizzati.
    L’impianto era progettato per un sisma nella scala Ritcher di 8.2, e il sisma è stato di 8.9 Richter, come la scala e logaritmica, questo significa che il sisma è stato 7 volte più grande che il sisma di progetto. Nonstante ciò, i reattori hanno conservato la loro integrità. Dovuto a questo sisma catastrofico, l’onda tsunami arrivata alla centrale era superiore alla altezza della diga di contenimento, e ha colpito in pieno ai Diesel fermandoli.
    Il sisma e tsunami hanno devastato l’intera area, e hanno interrotto le linee di approvviggionamento di energia elettrica alla centrale. Ovviamente, questo ha ostacolato per alcuni giorni le attività di raffreddamento dei reattori e dei combustibili stoccate nella piscina di decadimento. Spero che questi chiarimenti siano stati utili.
    Cordialità
    Oscar Mignone

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