sono esterrefatto ma non stupìto. tendo a tergiversare senza però detergere in profondità. e ciò è esecrabile per le mie ghiandole endòcrine.
non sono parole in libertà come lo zzzang zzang tumb tumb di marinetti. sono termini (esterrefatto, tergiversare, esecrabile) che molte persone non capiscono più.
parole che la selezione artificiale del darwinismo lessicale sta portando all'estinzione.
sono migliaia e migliaia le parole di una delle lingue più ricche, antiche, nobili e interessanti del mondo che rischiano di scomparire.
per questo motivo la società dante alighieri, insieme con i quattro maggiori vocabolari italiani (devoto oli, garzanti, sabatini coletti e zingarelli), ha lanciato una grande campagna:
adotta anche tu una parola abbandonata.
ci sono parole ormai solitarie che cercano un compagno, un custode, un amico.
tranne me e pochi coraggiosi, gli italiani hanno dimenticato la riccheza di cinabro (è una varietà di rosso), schipetaro (albanese), etimasia (un tema tipico delle raffigurazioni bizantine) o draghinassa (lo sciabolone da marina che si vede impugnato dai pirati dei fumetti).
un'idea simile è stata sviluppata anche in spagna e gran bretagna, e ora l’italia lancia una campagna per la salvezza della sua lingua, per sensibilizzare a un uso corretto e consapevole delle parole, per favorire una conoscenza più ampia del lessico, per tenere sotto controllo l’uso di alcuni termini, e per promuovere la varietà espressiva nel mondo della comunicazione globale.
come adottare una parola?
sul sito web della società dante alighieri c'è la pagina delle adozioni nella quale trovi la lista delle parole in via di estinzione.
si sceglie la parola prediletta, cliccando; c'è una registrazione al sito web; se la parola scelta è senza genitore adottivo, viene assegnata a chi ne fa richiesta.
c'è anche il certificato elettronico di assegnazione.
l'adozione vale un anno.
clicca qui per scaricare la scheda informativa su "adotta una parola"
la società dante alighieri è stata fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da giosue carducci e oggi è una onlus.
il suo scopo primario, come dice l’articolo 1 dello statuto sociale, è “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”.
per conseguire queste finalità, la dante alighieri si affida all’aiuto costante e generoso di oltre 500 comitati, di cui più di 400 attivi all’estero.
al dunque: anche io ho scelto una parola da salvare.
e la mia parola – dopo lunga indecisione – è cimento.
cimento non ha niente a che vedere con calcestruzzi e malte.
significa impegno.
in famiglia "cimento" è sempre stata usata come una parola normale, non mica una parola stravagante, e mi stupisce lo stupore degli altri quando uso questa parola.
non mi sembra strana. c'era l'accademia del cimento, e antonio vivaldi raccolse alcuni suoi concerti nella serie del cimento dell'armonia e dell'invenzione.
insomma, per me "cimento" era una parola come un'altra: una parola normale alla stregua di "rotondo", di "salsa" o di "dolorante".
e sono sbigottito quando l'ho letta tra le parole orfane da adottare.