il senso del bello non ha colore politico e non guarda le ideologie.
ciò che è bello-in-quanto-tale può essere applicato a finalità diverse, e bene ha fatto il grafico che è stato ingaggiato dalla confindustria per disegnare il logo di un ciclo di convegni.
ciò che è bello può essere usato con fini diversi, come accade per esempio alla cosiddetta aria sulla quarta corda di bach, un brano musicale che viene adottato come sigletta o stacco musicale da molte trasmissioni radiofoniche e televisive di carattere religioso, che veniva usato una ventina di anni fa come sigla della trasmissione quark dell'ateissimo piero angela, e che in realtà è un passo di una suite profana di danze e ballabili, cioè la suite orchestrale numero 3 in re maggiore bwv 1068 composta da johann sebastian bach per leopoldo, principe di anhalt köthen, di cui il compositore era il maestro di musica nel castello (allora lussuoso, oggi sgarrupato) alla periferia della cittadina di köthen.
torno all'arte grafica.
lo stesso gusto del bello-senza-colore-politico è quello che caratterizza l'elemento grafico di un ciclo di convegni organizzato dalla confindustria.
ecco il logo.
il logo del ciclo "un mondo a rischio babele" non raffigura la torre di babele raccontata dalla bibbia.
raffigura un'altra cosa.
diversissima.
è il bellissimo e mai realizzato monumento leninista alla terza internazionale comunista (il comintern) progettato nel 1919 dal grande artista e architetto sovietico vladimir evgrafovič tatlin (1885-1953).
nella foto del 1919 è raffigurato il modello del monumento, che se realizzato sarebbe stato alto 400 metri.
è il meraviglioso ossimoro dell'arte.
che non ha tempo.