in caso di alluvione, di torrente in piena, di onda di fango e altre brutte cose cui ci hanno abituati i servizi filmati dei tg e di youtube, la cosa più pericolosa è tentare la fuga in auto.
l’auto, con l’acqua, è una trappola assassina.
strano che tante persone continuino a cadere nella trappola. eppure l’elenco delle notizie terribili è ripetitivo fino alla noia dell’orrore.
l’ultimo esempio è dell’altro giorno, quando nel gargano due diverse persone (due) sono state uccise dalla somma di auto più acqua in due (due) terrificanti casi simili e diversi.
a ogni inondazione si esibisce l’elenco delle vittime. “si cercano i dispersi”.
nessuno avverte che quasi tutte le persone sono state uccise dalle auto nel fango.
dicono non toccare le prese elettriche con le mani bagnate, non usare il fon sul lavandino pieno o nella vasca da bagno (innumerevoli donne hanno lasciato le penne perché il fon era posato spento sul bordo della vasca piena), dicono chiudere il rubinetto del gas e così via.
ma nessuno dice: attenti, l’auto e l’acqua non vanno d’accordo.
in caso di allagamento, l’automobile ha una caratteristica. è una scatola chiusa (e quindi tende a galleggiare) ma non ermetica (e quindi tende ad affondare).
nelle prossime righe racconto la dinamica che, da vecchio cronista, ho visto un’infinità di volte.
l’uomo spaventato dall’onda di fango corre all’auto.
(altro caso ricorrente: tenta di mettere in salvo l’auto che è nella rimessa sotterranea)
(altro caso ricorrente: pur di tornare a casa decide di attraversare il ponte coperto dalla piena. in genere accade a chi ha il suv o il fuoristrada “che tanto guada i fiumi”).
l’onda solleva l’auto – bastano pochi centimetri di distacco dal suolo – o la sposta spingendo sulle fiancate.
la macchina gira su sé stessa senza governo.
il motore si spegne.
i contatti bagnati bloccano i finestrini elettrici e scattano le sicurezze delle portiere.
la corrente porta l’auto dove l’acqua è profonda (bastano un paio di metri di altezza).
la macchina si allaga e sprofonda con il muso in giù, trascinata dal peso del motore.
il passeggero dopo aver roteato nell’auto senza governo, il cuore a mille, la porta chiusa, il buio del fango, cerca aria terrore, e acqua dappertutto, fino al tetto, datemi aria aria aria aria e poi più niente.
la protezione civile avverte: restate in casa. ma molti non restano in casa e vanno, incuranti degli avvisi. i soliti avvisi, figùrati, a me non succede.
una volta, era più raro perché i finestrini e le portiere erano comandati dalla meccanica, non dall’elettricità.
e con la pioggia bisognava andare più piano perché non c’erano controllo di stabilità, antislittamento, airbag e altri dispositivi for dummies.
e d’estate per i viaggi lunghi bisognava partire di notte per evitare il caldo torrido e si viaggiava con tutti i finestrini spalancati.
oggi l’auto è chiusa, è asciutta, è sicura, è climatizzata, ha la musica, è una quattroperquattro, l’ho visto fare in un film, non ha né inverno né estate, è “casa” e “rifugio”.
è una bolla isolata dalle brutture del mondo delle cose reali.
una bolla che scivola via.