l’europa è sempre più marginale. l’asse dell’energia (e quindi dell’industria, dei consumi, della crescita) si sposta dall’altra parte del mondo, attorno al pacifico.
gli stati uniti diventano i primi produttori di petrolio al mondo (atteso a mesi il sorpasso dell’arabia) e hanno raggiunto l’autonomia energetica.
l’asia (ancora cina e india, ma anche l’indocina, la corea e così via) diventano i primi consumatori al mondo di energia.
per le emissioni di anidride carbonica, rabbiosa rassegnazione: l’europa ecologista sta perdendo la partita. la speranza è che la crescita dei paesi di nuova economia sia meno disordinata e tumultuosa di quella che ebbero l’europa e gli stati uniti, e che riesca a essere governata in modo da contenere – per quanto possibile – le emissioni che cambieranno il clima del mondo.
come ottenere questa crescita (in qualche modo) regolata dei paesi emergenti? solamente la tecnologia può farlo. lo standard industriale europeo, a basso impatto ambientale, deve essere lo standard mondiale adottato ovunque: l’abbiamo già visto con i telefonini, in cui il mondo si è adattato al gsm europeo e con le marmitte catalitiche e la benzina verde, dove il mercato mondiale delle auto è costretto ad adeguarsi agli euro4, euro5 ed euro6 che a mano a mano vengono determinati dall’europa.
ecco, forse l’unica speranza per l’europa e per l’ambiente è smettere di pensare ai vincoli europei, e di trasformare l’europa nel generatore di standard tecnologici a basso impatto ambientale che vengano adottati dal mercato mondiale.
questo in sintesi ci dicono due studiosi, cioè l’ungherese kiss pèter e l’olandese jacob klimstra.
il primo, kiss péter (kiss si pronuncia chisc), è un analista della kpmg e ha parlato lunedì mattina a milano, nella sede del sole 24 ore, alla quattordicesima edizione dell’italian energy summit.
se vuoi più info sull’italian energy summit del sole 24 ore clicca qui.
clicca qui per leggere l’analisi di kiss péter
nel 2035 il 65% della crescita sarà di paesi non ocse. l’ocse (cioè gli attuali paesi industrializzati come europa, usa, giappone, canada e così via) rappresenteranno il 4% della crescita.
le rinnovabili penderanno sempre più forza, ma i combustibili fossili – scordiamoci di poterne fare a meno.
questo dice kiss.
l’altra analisi è quella di jacob klimstra, il quale ha parlato venerdì pomeriggio durante l’evento triestenext organizzato da post editori nel ridotto del teatro verdi di trieste. tema di triestenext è stato la scienza; l’incontro cui ha partecipato klimstra è stato promosso dalla wartsila, il colosso mondiale dei motori giganti da nave e da centrale elettrica, con stabilimento a trieste.
se vuoi più info su triestenext clicca qui.
dice klimstra che l’asia continuerà a utilizzare il carbone, raddoppiando il consumo nell’arco di 15 anni e diventando il più grande consumatore di carbone al mondo.
la cattura e il sequestro (o stoccaggio) del carbonio (ccs) sarà rischiosa e troppo dispendiosa; i siti di stoccaggio di co2 che rispettano le norme di sicurezza sono insufficienti.
sarà difficile arrestare l’aumento delle emissioni di co2.
il nord america utlizzerà sempre più lo shale gas ma c’è il rischio che venga consumato troppo velocemente (“dutch disease”) anziché essere stoccato come back-up per le rinnovabili.
l’europa dovrebbe contare di più sulle energie rinnovabili: le risorse esistenti di gas stanno terminando e anche il petrolio deve essere importato. l’utilizzo di elettricità in europa continuerà a crescere.
i pannelli solari diventeranno più economici e dureranno più a lungo, ma hanno bisogno di un nuovo back-up. l’italia rappresenta un paese chiave per l’utilizzo di pannelli solari e per il riscaldamento ad energia solare.
le autorità competenti non dovrebbero considerare la domanda relativa all’elettricità e quella relativa al riscaldamento in maniera separata, anzi, dovrebbero integrarle. la cogenerazione offre grandi benefici in questo contesto.
gli impianti moderni dovrebbero basarsi sempre più su unità multiple in parallelo per garantire affidabilità e flessibilità: possono fornire riserve secondarie non rotanti (un back up per qualsiasi problema agli impianti) in grado di risparmiare carburante così come fornire un piano di back-up molto rapido per le rinnovabili.
questo dice klimstra.