sorpresa. la parità totale di genere e le politiche sociali forti sono i due ingredienti della ricetta che fa aumentare le nascite in francia (e in scandinavia).
al contrario la famiglia convenzionale è quella che fa precipitare il numero di figli in italia, grecia e altri paesi del sud europa.
a questi risultati arrivano i demografi dopo avere studiato quel baby-boom francese che porta a parigi molte delegazioni di studiosi coreani e giapponesi (nei cui paesi le nascite ormai sono pochissime).
da una quindicina d’anni la laica francia è la grande madre d’europa. le donne francesi non seguono i consigli del papa né i divieti bioetici; e sfornano bambini con un tasso di fertilità che oggi non ha pari.
vicini sono i paesi scandinavi.
i paesi germanici si collocano più in basso.
in coda per fertilità le donne del sud europa.
dal punto di vista demografico, il tasso zero cioè la crescita zero si ha con 2,1 figli nati vivi per donna.
due figli (anzi 2,1) significano la continuità e il mantenimento stabile della popolazione.
quando i due genitori moriranno, saranno sostituiti dai due figli.
(il virgola-uno in più è la quota per morti premature, celibati e così via).
ora il tasso di fertilità francese è 2,01, appena sotto la crescita zero.
la media europea attuale è di 1,58 figli nati vivi per donna.
nei paesi a più forte tradizione cattolica, contraddicendo i luoghi comuni, i tassi di fertilità sono modestissimi, fra 1,3 e 1,4 figli per donna.
qual è il segreto della fertilità francese (e scandinava)? i demografi spiegano: la combinazione fra una famiglia *moderna*, destrutturata, basata sulla totale parità di genere, e robuste politiche pubbliche.
le politiche di sostegno (come gli asili, sgravi e contributi, l’accesso alla fecondazione assistita o artificiale, la disponibilità di anticoncezionali) non tengono in alcuna considerazione le condizioni personali dei genitori, se sposati o no, se ricchi o poveri, se gravidanze da rapporti occasionai o stabili e così via.
anzi, le madri bisognose sono seguite un po’ meglio.
gli asili ci sono, e i bambini ci vanno.
difficile oggi definire che cosa sia la famiglia.
la difficoltà di esprimere il concetto di famiglia è il motivo per cui negli stati uniti i sociologi preferiscono definire *family package*, per l’insieme di regole sociali che vi sono collegate.
non v’è nulla di naturale in questa forma nucleare di società. la famiglia è uno dei modi in cui si manifesta una società: se una società è liquida, paritaria, destrutturata, anche le forme famigliari tenderanno ad assomigliarle; se una società è rigida, verticale, limitante, anche la famiglia tenderà a esserlo.
per esempio nella rigida e verticale società giapponese la poco feconda famiglia convenzionale giapponese prevede regole abbastanza vincolanti per la madre: matrimonio classico, obbedienza al marito, generazione dei figli (in genere uno basta e avanza) con sospensione dal lavoro per la madre, e poi dare spazio ai vecchi suoceri.
la fecondissima famiglia moderna francese invece è flessibile: non c’è obbligo di matrimonio, né impegno sociale che spinga verso la generazione di figli; ben il 50% dei figli nasce senza alcun legame matrimoniale fra i genitori.
un’interessante lettura della normativa francese sulla famiglia *destrutturata* è in questo articolo intitolato pacs scritto dal blogger uriel fanelli (clicca qui), dal blog kein pfusch, bitte.
inoltre il lavoro femminile non è un freno al fare figli, al contrario.
non a caso più sono alti i tassi di occupazione femminile e più alti sono i tassi di fecondità: 1,8 figli per donna in scandinavia.
(questo articolo è stato ispirato e rielaborato da questo articolo pubblicato del quotidiano inglese the guardian, il quale a sua volta è ripreso da le monde)