un movimento d’opinione per mettere al bando un diserbante. il glifosato fa bene o male?

c’è una campagna internazionale contro un diserbante, il glifosato (glyphosate).

per esempio sul quodidiano londinese the guardian si racconta che supermercati e negozi di giardinaggio vogliono togliere dagli scaffali i prodotti al glifosato perché questa sostanza è sospettata di essere cancerogena (clicca qui per leggere l’articolo, in inglese).

in molti paesi vi sono petizioni e raccolte di firme per farlo mettere al bando.
ma di accuse contro questo prodotto sono pieni anche i social.
basta fare una passeggiata virtuale su facebook o twitter per trovare decine, centinaia di dichiarazioni di guerra contro questo erbicida.

che cos’è il glifosato

il glifosato è un diserbante ottimo (ottimo per ciò che deve fare, cioè accoppare le erbacce).
non è tossico per l’uomo e gli animali.
non penetra nel terreno e quindi non lo contamina, e viene degradato rapidamente dai batteri naturali, quindi c’è modesta contaminazione delle acque (sebbene l’ispra ne abbia rilevato tracce in diverse acque sotterranee italiane).
e soprattutto compie alla perfezione il suo sporco lavoro, disseccare le piante.

chi lo usa, come e perché

non a caso è il diserbante più apprezzato nel mondo agricolo.
consente di avere raccolti più abbondanti perché toglie di mezzo le erbacce parassite.
secondo i suoi sostenitori, inoltre, il ricorso a questo mezzo chimico riduce il cosumo di suolo perché per ridurre le infestazioni sono sufficienti arature meno aggressive ed estensioni coltivate più compatte.

non ho idea delle cifre, ma sono sicuro che se oggi la maggior parte dell’umanità non soffre più la fame nera e ha a disposizione il cibo lo si deve anche (non solamente) al glifosato.
senza di esso, ci sarebbe meno cibo al mondo.

com’è nato e chi lo produce

fu messo messo a punto da un’azienda chimica svizzera, che però non lo sviluppò.
così il glifosato fu riscoperto da chimici statunitensi della monsanto, lo stesso colosso che ha messo a punto gli ibridi di mais, cotone e soia che vengono coltivati in tutto il mondo e che oggi produce anche sementi ogm.
la monsanto diede al glifosato il nome commerciale roundup e fece fatturati importanti seccando erbe in tutto il mondo.

il brevetto è scaduto una quindicina di anni fa, e quindi non c’è più alcuna esclusiva sul glifosato.
lo producono moltissime aziende nel mondo.
ovvio: la monsanto, che l’aveva inventato e commercializzato, ancora oggi ne è il principale produttore.

sospetti di cancro

da alcuni anni si sospetta che il glifosato, sebbene abbia una tossicità irrilevante per l’uomo e gli animali, possa essere cancerogeno.
l’iarc, l’istituto internazionale di ricerca sul cancro, ha esaminato alcuni studi che fanno immaginare il sospetto e l’ha messo nella classe di rischio cancerogenico 2a, cioè nella stessa classe di rischio delle patatine fritte.

(ebbene sì. le patatine fritte hanno un rischio di cancerogenesi. modesto e da verificare, ma c’è).

cioè c’è un rischio da comprovare, ed è ben sotto il rischio di altri prodotti in cui è comprovato non solamente il dubbio ma addirittura la certezza, come il benzene dei carburanti e come le sigarette, prodotti la cui cancorogenicità è accertata, documentata e grave.

(ebbene sì. devo smettere di fumare).

alcune domande (non retoriche)

quindi questo prodotto ha alcuni vantaggi e alcuni svantaggi.
mi faccio però alcune domande. sono domande vere, non retoriche; cioè quelle che seguono sono domande di cui ho solamente una risposta emotiva dettata dalla mia ignoranza, e non ho una risposta razionale e scientifica.

– quanta parte della contestazione è dovuta al fatto che il glifosato uccide esseri viventi (le erbacce)?

– se ci sono proteste contro il glifosato, sospettato di essere un po’ cancerogeno, perché gli stessi contestatori non s’incatenano davanti ai negozi che vendono sigarette o benzina, prodotti accertatamente cancerogeni, e prodotti sicuramente molto cancerogeni, e infine prodotti molto più diffusi pervasivi e onnipresenti?

– ci sarebbero pari contestazioni se il glifosato non fosse stato inventato e commercializzato dalla monsanto, multinazionale antipatica che produce anche gli odiosamati ogm?

– ci sono prodotti alternativi di pari efficacia e ancor meno pericolosi?

– per l’ambiente e per la disponibilità di cibo, l’uso del glifosato porta più vantaggi o più svantaggi rispetto ad altre tecniche di coltivazione?

ripeto: queste sono domande non retoriche perché, causa mia ignoranza, non ho ancora certezze.

(osservo in aggiunta: ho notato che spesso chi è più ignorante e più ha risposte certe sicure univoche, e chi pone dubbi e sfumature in genere è chi meglio conosce quel tema).

  • giorgio |

    mi sembra che a dispetto degli intenti e della mancanza di certezze, l’autore abbia fornito più risposte che domande su questo prodotto…

  • piero conticelli |

    Da imprenditore Vitiolivicoclo sono il primo ad usare il minor uso di pesticidi
    ma per il glifosate penso proprio che imresiduali calcerogeni siano se ci sono veramente irrilevanti a confronto di tanti altri prodotti che per comodita e lucro di grosse compagnie si fanno pagare piu cari
    io penso che siccome costa poco e ha un grande effetto e risparmio dei costi qualcuno a interesse a discreditare il prodotto

  • nicola |

    Anch’io sono in attesa delle tante domande poste nell’articolo.
    Mi chiedo e chiedo ai tanti ricercatori della materia se detto diserbante è nocivo o porta i suoi frutti a beneficio della sobria coltura e per la necessaria ( in questi tempi) economia agricola.

  Post Precedente
Post Successivo