mi sono arrivate due segnalazioni, una del direttore dell’italmopa (l’associazione confindustriale dei mulini), piero luigi pianu, l’altra di amedeo reyneri, docente di agraria a torino.
in particolare reyneri entra nel merito del tema e spiega che:
i grani di forza per i prodotti lievitati e il frumento duro per la semola e la pasta richiedono alte concentrazioni di proteina glutinica, cioè di glutine.
il contenuto più alto di glutine si registra al termine della maturazione fisiologica cioè prossima alla raccolta ordinaria.
anticipare la raccolta seccando le piante del frumento con il glifosato non aggiunge più proteina.
il glifosato si rende necessario talvolta in paesi freddi (canada, germania eccetera) quando la raccolta rischia di essere troppo tardiva.
il glifosato si usa in particolare per abbassare rapidamente il tenore di umidità (da circa 18-20% per abbassarlo al 13-15%) e quindi per poter mietere subito il frumento.
anticipare troppo la raccolta con il ricorso a disseccanti potrebbe incidere in parte solo sulla componente proteica solubile (albumine e globuline) ma non sul contenuto di glutine: non c’è alcun vantaggio sulla qualità finale della pasta.
a volte nei paesi freddi in annate fredde e umide si usano disseccanti come il glifosato per evitare la pre-germinazione (un processo che attiva le amilasi del chicco e ne compromette la qualità). problemi che non si presentano in genere in paesi più miti, come l’italia.
qui finiscono le precisazioni interessanti di reyneri.
intanto l’europa continua a tentennare sul rinnovo dell’autorizzazione al glifosate, che dopo 15 anni sta per scadere in queste settimane.
qui, dal sito di radio24 un breve articolo sul tema (clicca qui per leggerlo).
il glifosato (glifosate, glyphosate) è un composto sviluppato una prima volta in modo casuale in svizzera dalla cilag, e poi riscoperto e sfruttato negli anni ’70 dalla monsanto con il nome commerciale roundup. il brevetto esclusivo della monsanto è scaduto da anni e oggi viene prodotto da molte aziende concorrenti nel mondo, ma la monsanto ne è ancora il primo produttore al mondo. la sua tossicità irrilevante, l’efficacia e l’impatto ambientale modestissimo ne fanno ancora il diserbante più diffuso al mondo (la maggior parte dei prodotti alternativi sono più tossici, oppure meno efficaci, oppure hanno un impatto ambientale più alto). recenti studi hanno cercato di provarne la cancerogenicità, ma i risultati delle ricerche sono contraddittori e per ora non pare essere cancerogeno.
qui puoi leggere un altro articolo sul tema.
chi volesse approfondire il tema dell’import italiano di grano duro per produrre pasta può un’occhiata ai dati aggiornati sulla coltura e sulla produzione di cereali nel sito dell’international grain council.