ho voluto andare in uno dei luoghi più nimby d’italia.
non in valsusa, dove c’è la protesta no tav.
non a taranto, dove c’è l’odiosamata ilva.
non a venezia dei no mose e no grandi navi.
sono andato a visitare melendugno, puglia, provincia di lecce, dove c’è la protesta no tap.
per avere un’idea del movimento di protesta no tap – una protesta diffusa, efficace, sentita – è sufficiente tamburellare i polpastrelli su google: con le chiavi di ricerca “no tap” si ottengono addirittura 385mila risultati (clicca qui).
da un paio d’anni contro il progetto tap è una battaglia continua di sentenze, provincia, giornali pugliesi, denunce, tv private, regione, articoli, sindaco, comunicati, interviste, comitati, appelli, ordinanze, attacchi, denunce, comunicati, ricorsi, proteste, comitati, sentenze, ricorsi, sindaco, articoli, sindaco, regione, tv private, ordinanze, provincia, comitati, giornali pugliesi, tv private.
non passa giorno senza qualche polemica contro il progetto.
il tap (trans adriatic pipeline) è il progetto di un metanodotto per importare in europa il gas dell’azerbaigian.
il percorso del tap, già in costruzione, è:
– azerbaigian
– georgia
– turchia
– grecia
– albania
– bagni san basilio
– casa monaco
– cimitero
– masseria capitano
– resto d’europa.
a melendugno, frazione san foca, località san basilio, al largo della spiaggia sarà costruita un’isola artificiale.
su quell’isola saranno messi impianti e apparecchiature.
i tubi posati sul fondo dell’adriatico arriveranno dall’albania fino all’isola artificiale e, senza emergere, saranno infilati nella sabbia sotto il fondo del mare per andare verso terraferma. sempre senza uscire alla luce saranno spinti sotto la spiaggia, e poi sotto gli oliveti della zona san basilio.
lì i tubi sbucheranno alla superficie, dove sarà costruito un primo impianto di ricezione.
quindi, sulla spiaggia non ci sarà manco una ruspa. tutto viaggerà nel sottosuolo.
quando il tubo sarà stato infilato e sarà uscito alla luce alle spalle delle spiagge e della strada costiera, allora l’isola artificiale di fronte alla spiaggia sarà smantellata e ripianata e tutto tornerà come prima.
poi l’opera continuerà come un metanodotto normale: dall’impianto di prima ricezione le ruspe scaveranno per alcuni chilometri una lunga trincea fra gli olivi (abbattendone molti e ripiantandone alcuni) per arrivare in un pezzo di campagna tra melendugno e vernole, dove sarà costruito un impianto più grande.
qui finisce l’opera tap e da qui comincerà l’opera snam: la snam dovrà posare attraverso il salento una conduttura di decine di chilometri per connettere il metanodotto con la rete nazionale dei grandi gasdotti.
il tutto sempre abbattendo olivi lungo il percorso, e poi ripiantandone molti (non tutti).
le proteste a non finire contro il tap si svolgono proprio nella stessa provincia che sulla xylella degli olivi ha montato un caso che potrebbe essere ridicolo ma invece ha assunto i toni del tragico. (oppure il caso xylella potrebbe essere tragico e invece ha assunto i toni del ridicolo. non ne so abbastanza per decidere quale delle due versioni è corretta, e lascio la risposta a chi ha seguito la vicenda con maggiore competenza di me).
allora sono andato a melendugno per vedere.
e a fotografare.
per tentare di capire. con successo modesto: a melendugno, del movimento no tap non ho capito molto, probabilmente per mia inadeguatezza, e lascio le conclusioni a chi ha seguito la vicenda con maggiore competenza di me.
m’immaginavo che la cittadina di melendugno fosse intasata di cartelli no tap.
che “no tap” fosse scritto a bomboletta sui muri.
che dai cavalcavia pendessero lenzuoli bianchi con frasi di protesta.
capannelli di discussione, come quelli che animano i dibattiti no tav (e sì tav) tra susa e bussoleno, o i no muos in sicilia, i no grandi navi a venezia e così via.
invece non ho visto niente.
fuori dalla chiesetta barocca dell’immacolata non c’è neanche, dico, un postit di protesta.
nessun accenno di vita di comitati no tap in via c. laterano.
le manifestazioni pubbliche sui muri di melendugno riguardano eventi lieti.
in una città devota non solamente a san niceta ma anche al partito socialista dalla storia gloriosa, una città la cui piazza principale si chiama piazza sandro pertini e le vie sono viale salvador allende, via amendola, via carlo marx, via maximilien robespierre, in una città così forte nella cultura politica m’aspetto un volantino di presa di posizione attaccato fuori dalla sezione del psi.
speranza mal riposta.
né il tap è oggetto di discussione ai tavolini dell’elegante caffè pertini: me presente nel bar raffinato e ben frequentato si parla d’altro, si discute di sport di politica di cultura ma non v’è un cenno sul gasdotto tap né nelle discussioni che ascolto né sui volantini esposti nelle sale del bar.
mi sono detto: il municipio di melendugno, attivissimo contro il progetto di metanodotto, avrà affisso manifesti in cui si invita la popolazione alla ribellione, per analogia di quanto avviene con i sindaci no tav della valsusa.
ma sul tabellone delle affissioni l’unica segnalazione fatta dal sindaco potì riguarda il
“fenomeno del randagismo”.
tema peraltro importante, il randagismo. condivido l’impegno dell’amministrazione comunale dell’informare i cittadini su questa piaga. ma il tap?
il gasdotto tap non pare trasparire fra i problemi della città.
la protesta sul metanodotto che agita melendugno e che scatena i comitati più accesi di tutta la puglia – mi dico – forse sarà visibile altrove, probabilmente si vedrà nella frazione di san foca, cioè sul mare, sulla cui spiaggia dovrà approdare il tubo.
serve qualche chilometro di strada fra gli oliveti per arrivare alla bella località di mare con il porticciolo, il faro, il presidio della guardia costiera, l’elegante lungomare con le pizzerie, il delirio dell’edilizia anarchica da arrembaggio.
questa foto ritrae l’affollata spiaggia di san foca, frazione di melendugno.
nell’immagine qui sotto c’è il punto giusto sotto il quale passeranno (non visti) i tubi del tap.
ci sono striscioni?
no.
di là dalle case da anarchia edilizia, oltre il canneto e le dune, ecco tra gli stabilimenti balneari c’è il bagno san basilio con l’allestimento etnico afro di mama nera.
di fronte a questo stabilimento balneare – curatissimo, con raccolta differenziata dei rifiuti e informazioni ambientali ma non sul gasdotto – sarà costruita, al largo, l’isola artificiale temporanea (poi sarà smontata).
sulla bacheca dello stabilimento dei bagni al centro della protesta no tap non c’è nemmeno una scritta a matita che parli del tap.
questo ho visto e fotografato a melendugno, centro della protesta no tap.
rettifica dell’11 settembre. non ci sarà l’isola artificiale temporanea.
nello scrivere l’articolo sull’invisibile protesta contro il progetto tap in puglia ho commesso un errore.
l’errore mi è stato segnalato dalla società tap.
avevo scritto che di fronte alla spiaggia di melendugno sarà costruita un’isola temporanea, che poi sarà smantellata, sulla quale posare le apparecchiature con le quali far scorrere nel sottosuolo un breve tratto del gasdotto.
ebbene, era un errore.
non sarò realizzata un’isola artificiale. le operazioni – avvisa la società tap – saranno condotte tramite una nave ormeggiata al largo.
mi scuso con i lettori per l’imprecisione.