(ho tratto l’immagine qui sopra dal documentario informativo “atomic alert” prodotto per la protezione della popolazione degli stati uniti nel 1951).
ieri avevo spiegato che giorni fa erano state rilevate in tutta europa, italia compresa, tracce di rutenio106 in aria, con concentrazioni non rilevanti dal punto di vista radiologico, cioè del tutto non pericolose per la salute.
dopo le segnalazioni del 4 ottobre, la rete resorad di snpa conferma che nei giorni successivi non sono stati rilevati altri elementi radioattivi. la rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale (resorad) di snpa ha proseguito il monitoraggio delle tracce di radioattività in aria nei giorni successivi, aggiornando i dati fino al 9 ottobre.
gli esperti confermano che dopo allora non sono stati rilevati altri radionuclidi.
che cos’è il rutenio106
il rutenio 106 è un radioisotopo artificiale, cioè prodotto dall’uomo.
il suo tempo di decadimento è circa un anno, cioè dopo un anno perde le sue caratteristiche radioattive.
viene usato soprattutto in medicina in forma di sorgenti sigillate per applicazioni di brachiterapia, oppure come sorgente di energia nei satelliti artificiali.
il rutenio106 è presente anche negli impianti del ciclo del combustibile nucleare e in installazioni industriali per la produzione di radioisotopi.
il controllo della radioattività
l’ispra (istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale), che è l’autorità di controllo nucleare, continua a interagire con l’agenzia internazionale per l’energia atomica (aiea) di vienna, che sta raccogliendo da vari stati membri dati e informazioni riguardo la problematica.
molti paesi europei hanno fornito dati sui rilevamenti effettuati.
la pericolosità
l’ispra con le reti snpa e resorad confermano che i valori di concentrazione di radioattività da rutenio e da altre eventuali fonti misurati nei giorni scorsi non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico.
in altre parole, sono tracce talmente flebili che non rappresentano alcun rischio per la salute.
mistero sull’origine (ma pare proprio che venga dalla russia)
per quanto riguarda l’origine del fenomeno, per ora non c’è alcuna informazione attraverso i canali internazionali di notifica, di eventuali incidenti che abbiano comportato rilascio di radioattività nell’ambiente.
tuttavia da valutazioni e calcoli basati sull’andamento delle condizioni meteorologiche dei giorni scorsi e sui dati di concentrazione in aria rilevati in alcuni paesi europei, svolte da istituti specializzati, in particolare l’irsn francese, si ipotizza che la sorgente della contaminazione possa essere localizzata a sud della regione degli urali.