pare che no, che si siano sbagliati, e che il glifosato non faccia male.
vasta eco aveva suscitato alcuni mesi fa la notizia che gli esperti dello iarc (il centro di ricerca sul cancro dell’organizzazione mondiale della sanità) avevano ipotizzato che il diserbante più usato al mondo fosse cancerogeno.
articoloni sui giornali, blog in ebollizione, social network all’assalto, associazioni ambientaliste naturiste alimentariste consumeriste all’attacco.
l’efsa (l’agenzia europea sulla sicurezza alimentare) aveva smentito con un altro studio: no, il glifosato non è cancerogeno. dopo gli articoletti di denuncia, qualche timido articoletto di precisazione.
ora gli esperti dell’oms insieme con quelli della fao dicono che forse avevano ragione quelli dell’efsa, il glifosato non è pericoloso. articolini invisibili, trafiletti timidissimi.
recommendations
in light of the studies identified in the publications by iarc (2015) and efsa (2014) that were not considered by jmpr (2004), as well as the additional genotoxicity studies identified by the task force, it is recommended that jmpr discuss and consider the re-evaluation of the active substance glyphosate.
in particular:
it is recommended that section 4.2.1 of the iarc monograph on genetic and related effects be carefully considered within the re-evaluation by jmpr, if the studies are performed with the active substance glyphosate, glyphosate-containing formulations and/or ampa.
it is recommended that the studies evaluated by iarc in chapter 4 of the monograph, especially those on toxicokinetic data, receptor-mediated mechanisms, inflammation and immunomodulation, and cell proliferation and death, be considered in a full jmpr reevaluation.
chiedo scusa se ho riportato un passo in inglese. il paragrafo è tratto da pagina 620 del nuovo documento congiunto oms+fao (clicca qui per leggere l’intero documento).
in sostanza, l’altro giorno a ginevra il jmpr, panel of experts on pesticide residues in food and the environment (gruppo di esperti sui residui di pesticidi nel cibo e nell’ambiente, un organismo della fao e dell’oms), dopo pagine di analisi in cui vengono analizzati i documenti scelti dallo iarc per arrivare alle sue conclusioni contro il glifosato, dice che gli studi dello iarc vanno rivisti.
riassumo le parti in gioco.
l’oms è l’organizzazione mondiale della sanità, sede a ginevra in svizzera, e fa parte dell’onu.
la fao è l’organizzazione mondiale sull’alimentazione, sede a roma, e fa parte dell’onu.
lo iarc è l’istituto di ricerca sul cancro, sede a lione in francia, e fa parte dell’oms, e quindi dell’onu.
l’efsa è l’agenzia europea sulla sicurezza alimentare, sede a parma, e fa parte dell’unione europea.
il jmpr è il joint fao-who meeting on pesticide residues convocato nei giorni scorsi a ginevra da oms e fao.
il glifosato (glyphosate) è un erbicida potente, usatissimo in agricoltura per preparare i terreni alle semine. dopo una prima sintesi casuale avvenuta in svizzera negli anni ’50, il glifosato è stato risintetizzato sempre in modo casuale negli anni ’70 negli usa e fu brevettato dalla monsanto, la stessa degli ogm (organismi geneticamente modificati) e del pcb (il terribile policlorobifenile che ha inquinato in modo gravissimo l’area industriale caffaro alle porte di brescia). il brevetto è scaduto e il glifosato viene prodotto da molte aziende chimiche, ma la monsanto ne è ancora leader di mercato. è odiatissimo da alcune parti del movimento ecologista. è stato sempre apprezzatissimo perché non tossico per l’uomo (cioè, bisogna bersene bicchierate per stare male), ma se fosse cancerogeno?
e qui, studi e controstudi.
chi dice che il glyphosate è cancerogeno, e chi no.
chi invoca il principio di precauzione (“in assenza di certezze è meglio vietarlo”) e chi risponde che sono bubbole (“in assenza di certezze è stupido vietarlo”).
nell’agosto 2015 in proposito avevo scritto un lungo articolo in cui raccontavo tutta la questione delle paure suscitate dal glyphosate (clicca qui per leggerlo).
scrivevo:
in molti paesi vi sono petizioni e raccolte di firme per farlo mettere al bando.
ma di accuse contro questo prodotto sono pieni anche i social.
basta fare una passeggiata virtuale su facebook o twitter per trovare decine, centinaia di dichiarazioni di guerra contro questo erbicida.
il momento più teso è stato quando, un paio di settimane fa, la commissione europea ha dovuto decidere se rinnovare per altri 15 anni l’autorizzazione all’uso del glyphosate in europa, autorizzazione che scadrà in giugno. per decidere, l’europa ha chiesto il parere dell’efsa, il suo organo tecnico-scientifico sul tema, e l’efsa ha risposto che il glifosato non è cancerogeno.
a metà aprile il parlamento europeo ha chiesto alla commissione ue di concedere al glifosato un’autorizzazione breve, 7 anni invece di 15.
ai primi di maggio la commissione di bruxelles ha deciso di accogliere la richiesta di un’autorizzazione breve, ma un po’ più lunga: il glifosato è autorizzato per 9 anni.
nei giorni scorsi a ginevra si sono visti gli scienziatoni del joint fao-who meeting on pesticide residues, cioè jmpr.
hanno ripreso in mano gli studi dell’efsa e dello iarc, hanno visto che lo iarc ha raccolto pacchi di prove contro il glyphosate ma non ha considerato i pacchi pacchi pacchi pacchi di prove che assolvono il glifosato e nel summary report di 6 pagine (clicca qui per leggerlo) che riassume il documentone di 600 pagine gli esperti hanno detto:
lo studio dello iarc contro il glifosato va rivisto e “glyphosate is unlikely to pose a carcinogenic risk to humans from exposure through the diet” (è improbabile che il glifosato ponga rischi di cancro agli esseri umani tramite l’esposizione attraverso il cibo).
io non so se e quando il glifosato faccia male all’uomo o all’ambiente, e non so se gli svantaggi eventuali siano maggiori dei vantaggi eventuali.
quindi ripropongo le stesse domande non retoriche, e che cercano davvero una risposta, che avevo posto nell’articolo sul glifosato dell’agosto 2015 (clicca qui per leggerlo):
alcune domande (non retoriche)
quindi questo prodotto ha alcuni vantaggi e alcuni svantaggi.
mi faccio però alcune domande. sono domande vere, non retoriche; cioè quelle che seguono sono domande di cui ho solamente una risposta emotiva dettata dalla mia ignoranza, e non ho una risposta razionale e scientifica.
– quanta parte della contestazione è dovuta al fatto che il glifosato uccide esseri viventi (le erbacce)?
– se ci sono proteste contro il glifosato, sospettato di essere un po’ cancerogeno, perché gli stessi contestatori non s’incatenano davanti ai negozi che vendono sigarette o benzina, prodotti accertatamente cancerogeni, e prodotti sicuramente molto cancerogeni, e infine prodotti molto più diffusi pervasivi e onnipresenti?
– ci sarebbero pari contestazioni se il glifosato non fosse stato inventato e commercializzato dalla monsanto, multinazionale antipatica che produce anche gli odiosamati ogm?
– ci sono prodotti alternativi di pari efficacia e ancor meno pericolosi?
– per l’ambiente e per la disponibilità di cibo, l’uso del glifosato porta più vantaggi o più svantaggi rispetto ad altre tecniche di coltivazione?
ripeto: queste sono domande non retoriche perché, causa mia ignoranza, non ho ancora certezze.
(osservo in aggiunta: ho notato che spesso chi è più ignorante e più ha risposte certe sicure univoche, e chi pone dubbi e sfumature in genere è chi meglio conosce quel tema).
per comodità riporto qui i link ai documenti citati:
– il mio articolo dell’agosto 2015 sul glifosato
– il summary report di 6 pagine approvato giorni fa dagli esperti oms+fao, che scagiona il glifosato
– l’intero documentone di 647 pagine approvato giorni fa dagli esperti oms+fao che scagiona il glifosato
– consiglio di leggere questo bell’articolo di silvia sperandio sul glyphosate pubblicato dal sole 24 ore