era l’estate del 2012, io lavoravo al ministero dell’ambiente e per risolvere la perenne emergenza della spazzatura venne firmato il “patto per roma”. promuovere e sviluppare un sistema di raccolta differenziata che raggiunga il 30% dei rifiuti urbani entro la fine del 2012, il 40% entro il 2013, il 50% entro il 2014, il 60% entro il 2015 e il 65% entro il 2016 era l’impegno firmato dalle amministrazioni romane con il ministro corrado clini (clicca qui per leggere l’articolo del sole24ore dell’8 agosto 2012 scritto dalla bravissima marta paris).
l’accordo fu approvato dal prefetto goffredo sottile, commissario di governo per l’emergenza rifiuti a roma, dalla presidente della regione lazio renata polverini, dall’assessore comunale marco visconti e dalla vicepresidente della provincia cecilia d’elia.
l’altro giorno il privato-cittadino-e-non-più-ministro corrado clini ha scritto alla sindaca di roma, virginia raggi, ricordando il patto, il lavoro importante che ne seguì per qualche mese e ricordando il fatto che, quando il governo cambiò, il programma si fermò e i rifiuti di roma tornarono allo stato brado in cui si trovano ancora oggi.
ecco il testo della lettera di clini alla sindaca.
sono trascorsi esattamente 4 anni da quando il 4 agosto 2012 feci sottoscrivere al comune di roma, alla provincia e alla regione lazio il “patto per roma” per allineare la capitale d’italia alle regole europee per il recupero e trattamento dei rifiuti urbani.
fu un “parto difficile”, perché l’allora prefetto e commissario per l’emergenza rifiuti, d’accordo con gli enti locali e la regione, aveva individuato come soluzione la realizzazione di una nuova discarica.
e a parte la scelta infelice del sito, vicino a villa adriana e in un bacino acquifero cruciale per roma, la soluzione individuata non era per niente coerente con le regole europee, che stabiliscono esplicitamente la priorità per il recupero di materia ed energia e l’eliminazione delle discariche.
tra marzo e agosto 2012, passando attraverso molti contrasti, e con il supporto del commissario europeo per l’ambiente, ero riuscito ad ottenere una convergenza su alcuni obiettivi impegnativi per tutti:
⦁ raccolta differenziata al 65% entro la fine del 2014, e contestuale organizzazione della filiera del riciclo sulla base dell’accordo che avevo fatto sottoscrivere il 30 giugno 2012 da
ama e conai;
⦁ piena utilizzazione di tutti gli impianti di trattamento meccanico biologico, e, per una capacità aggiuntiva di trattamento di oltre 1,5 milioni di tonnellate/anno di rifiuti, con l’obiettivo prioritario della produzione di combustibile solido derivato dai rifiuti (cdr/css);
⦁ velocizzazione delle procedure da parte della regione per gli impianti di compostaggio in corso di autorizzazione, per una capacità aggiuntiva di trattamento di 205.800 tonnellate
annue della frazione umida dei rifiuti urbani, con l’obiettivo della produzione di compost di qualità;
⦁ chiusura della discarica di malagrotta, in piena infrazione rispetto alle direttive europee, e individuazione di una discarica di servizio per la messa a dimora dei soli residui marginali derivanti dai trattamenti questi obiettivi erano stati puntualmente ripresi nel decreto ministeriale pubblicato dalla gazzetta ufficiale del 7 gennaio 2013, e sono stati puntualmente disattesi.
dopo 4 anni la capitale d’italia non è ancora in grado di gestire e chiudere il ciclo dei propri rifiuti urbani, perché non sono stati rispettati gli impegni sia per la raccolta differenziata e il riciclo, sia per la piena utilizzazione delle capacità autorizzate e in via di autorizzazione di lavorazione dei rifiuti e in particolare della frazione umida.
e i rifiuti di roma emigrano verso il nord italia e il nord europa, con costi altissimi: con le stesse risorse, invece di finanziare gli impianti di trattamento al di fuori del lazio e dell’italia, roma potrebbe investire negli impianti e nei servizi che servono per la gestione in autonomia dei propri rifiuti.
cara sindaca,
in tutte le più importanti capitali europee la gestione sostenibile e produttiva dei rifiuti urbani è una componente positiva dell’economia urbana, in termini di recupero di materia ed energia.
se anche roma riuscirà ad assumersi fino in fondo la responsabilità di gestire i propri rifiuti e trasformarli in risorsa, lei avrà avvicinato l’italia all’europa e segnato concretamente la discontinuità con oltre 40 anni di monocultura e monopolio della discarica.
corrado clini