(ho tratto l’immagine qui sopra dal film vynález skázy, la diabolica invenzione, del geniale regista ceco di animazione karel zeman, 1958).
i bombardamenti aerei sono due (sgradevoli) primati italiani.
cent’anni fa esatti, era il 1911, fu la libia a subire il primo bombardamento nella storia fatto con aeroplani.
erano aeroplani italiani.
se questo fu il primo bombardamento fatto da aeroplani, non fu il primo bombardamento aereo della storia.
difatti il primo bombardamento aereo fu fatto in italia.
dagli austriaci.
nella venezia assediata dal radeschi.
non con aerei, che non esistevano ancora, bensì con mongolfiere, con i palloni aerostatici. era luglio 1849 ("il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte svontola bandiera bianca"). nel luglio 1849 a venezia fu inventata anche la prima contraerea della storia. come prima contraerea si usarono missili: per abbattere i palloni bombardieri si sperimentarono i razzi congrève.
le due vicende.
il primo bombardamento da un aereo. italiani contro libici, ain zara, tripolitalia, 1° novembre 1911
la guerra dell’italia contro la turchia per il possesso della tripolitania e della cirenaica (controllate allora dall’impero ottomano) cominciò il 28 settembre 1911, in modo alquanto singolare, quando l’incaricato italiano a costantinopoli consegnò l’ultimatum ad hakki pascià, capo del governo turco, mentre questi era impegnato in una partita di bridge in casa di una signora della buona società. il primo ministro turco alzò gli occhi dalle carte da gioco e: "è uno scherzo, vero?"
purtroppo, no. era la guerra.
il 14 ottobre 1911 partì la squadra aerea italiana, la prima aeronautica impegnata al fronte.
si chiamava flottiglia aeroplani di tripoli.
era composta da undici piloti, 30 uomini di truppa con un sergente e nove aeroplani.
(due blériot, due farman, due etrich, tre nieuport). tutti con motore da 50 cavalli.
i più famosi:
capitano di artiglieria carlo maria piazza, comandante del reparto, 40 anni, busto arsizio (brevetto il 30 giugno 1911), su blériot.
sottotenente giulio gavotti, marchese, 29 anni, genova (brevetto il 3 dicembre 1910), su etrich
capitano d’artiglieria riccardo moizo, 34 anni, cuneo, su nieuport
sottotenente giuseppe rossi, 30 anni, piacenza (brevetto in autunno del 1910)
fino ad allora gli aerei erano usati solamente per ricognizione. e la ricognizione fu l’uso principale degli aerei anche negli anni successivi, come in a buona parte della prima guerra mondiale (1914 per l’europa, 1915 per l’italia), e prima del 1916 erano rari gli aerei armati: il più delle volte gli aerei avversari si affrontavano a colpi di pistola.
il 15 ottobre 1911 la flotta aerea arrivò a tripoli e fu sbarcata.
rimontati gli aerei, cominciarono i voli di perlustrazione sul nemico turco-libico. il 23 ottobre il capitano carlo piazza, alle 6,10 del mattino, con il suo blériot compì la prima missione da guerra aerea nella storia dell’aviazione.
la ricognizione durò poco più di un’ora e permise di avvistare il quartier generale turco.
giulio de’ frenzi (pseudonimo del politico e giornalista luigi federzoni) srisse questa corrispondenza sul giornale d’italia, 2 novembre 1911:
ormai è una abitudine mattutina, questa dei voli di aeroplani sul cielo di tripoli. i fragili, rombanti apparecchi, intorno ai quali, durante la notte, vegliano e accudiscono gli specialisti del genio, escono al primo bacio di sole trascinati a braccia fuori dagli improvvisati hangars. moizo, piazza, gavotti e rossi sono già di bel mattino in tenuta di volo. ispezionano le ali, i carrelli, il motore.
ecco la descrizione del giornalista luigi barzini sul corriere della sera del 2 novembre 1911:
stamane il tenente della brigata specialisti gavotti, preso il suo astuccio da toilette, vi ha deposto quattro granate. fissato l’astuccio chiuso con una cinghia al fuselage del suo etrich, ha messo una bomba in una tasca, in un’altra tasca gli inneschi fulminanti ed in un’altra ancora i tappi. quindi ha preso il volo verso le 8 dirigendosi sull’oasi ain-zara, a circa 8 chilometri a sud est degli avamposti, dove sapeva che si trovava un nucleo di nemici.
ancora de’ frenzi-federzoni:
i turchi, come si sa, hanno dato ad intendere agli arabi che i nostri aeroplani sono.
.. genii alati che allah manda da costantinopoli per confortare i difensori della bandiera del profeta. gli arabi dapprima hanno creduto alla geniale… spiritosa invenzione. ma oggi – ci dice gavotti – non ci crederanno più!
che cos’era accaduto?
gavotti lanciò sull’oasi di ain zara una bomba cipelli da due chili (la bomba era chiamata "ballerina" per via delle falde di carta che a mo’ di gonnella di ballerina servivano a orientarne la caduta) dal peso di due chili; altre tre bombe cipelli sull’oasi di tagiura.
ecco un passo della narrazione fatta da giulo gavotti in una lettera del 1° novembre al padre (il testo integrale è nel sito web aerostoria):
ho deciso di tentare oggi di lanciare delle bombe dall’aeroplano. è la prima volta che si tenta una cosa di questo genere e se riesco sarò contento di essere il primo. appena è chiaro sono nel campo. faccio uscire il mio apparecchio. vicino al seggiolino ho inchiodato una cassettina di cuoio; la fascio internamente di ovatta e vi adagio sopra le bombe con precauzione. queste bombette sono sferiche e pesano circa un chilo e mezzo. nella cassetta ne ho tre; l’altra la metto nella tasca della giubba di cuoio. in un’altra tasca ho una piccola scatoletta di cartone con entro quattro detonatori al fulminato di mercurio. parto felicemente.
mi inoltro sul deserto in direzione di ain zara, altra piccola oasi dove avevo visto nei giorni precedenti gli accampamenti nemici (circa 2000 uomini). dopo non molto tempo scorgo perfettamente la massa scura dell’oasi che si avvicina rapidamente. con una mano tengo il volante, coll’altra sciolgo il corregile che tien chiuso il coperchio della scatola; estraggo una bomba, la poso sulle ginocchia. cambio mano al volante e con quella libera estraggo un detonatore dalla scatoletta e lo metto in bocca. richiudo la scatoletta; metto il detonatore nella bomba e guardo abbasso. sono pronto. circa un chilometro mi separa dall’oasi. già vedo perfettamente le tende arabe. vedo due accampamenti vicino a una casa quadrata bianca, uno di circa 200 uomini e l’altro di circa 50. poco prima di esservi sopra afferro la bomba colla mano destra; coi denti strappo la chiavetta di sicurezza e butto la bomba fuori dall’ala. riesco a seguirla coll’occhio per pochi secondi poi scompare. dopo un momento vedo proprio in mezzo al piccolo attendamento una nuvoletta scura.
ecco come l’illustrazione italiana descrisse queste bombe
queste bombe piene di picrato di potassio (alto esplosivo) sono di tipo studiato per l’aviazione della marina e sono state costruite a spezia. ne fu primo inventore il tenente di vascello carlo cipelli del silurificio di san bartolomeo. il cipelli, tre anni or sono mentre costruiva tali bombe al balipedio di viareggio, rimase vittima di uno scoppio nel quale perirono con lui il tenente mazzuoli ed un operaio del balipedio. tali bombe consistono in un involucro sferico d’acciaio poco più grande di un’arancia, pieno di picrato. una pallina di ferro, che viene lasciata libera nell’interno al momento opportuno, urta, quando la bomba tocca il suolo, contro il fulminante provocando l’esplosione. la pallina normalmente è tenuta ferma da una molla che bisogna estrarre dalla bomba all’istante del getto, mentre la pressione della mano stringe un piccolo cerchio che mantiene la pallina immobile nel breve attimo che passa tra l’estrazione della molla e il getto
primi cannoni antiaerei – il 15 dicembre 1911 per la prima volta si usarono cannoni con funzione antiaerea, e ne subì gli spari (per fortuna senza conseguenze) l’aereo del tenente roberti.
primo ferito da contraerea – il 31 gennaio del 1912, il primo ferito da contraerea: durante un bombardamento a emme dauer in cirenaica, il capitano montù fu ferito da una mitragliata turca.
prima foto aerea – nel febbraio del 1912, il capitano piazza scattò dal suo aereo la prima foto nella storia della ricognizione aerea.
primo volo notturno – nel marzo 1912 piazza e gavotti effettuarono il primo volo notturno della storia.
primo aviatore abbattuto – il 12 agosto 1912 il primo aviatore caduto della storia: il sottotenente piero manzini.
primo aviatore prigioniero – il 10 settembre del 1912, il primo aviatore caduto prigioniero: il capitano moizo, costretto ad atterrare entro le linee nemiche da un’avaria del motore.
il primo bombardamento aereo della storia: venezia 2 luglio 1849
il 1° luglio 1849 era caduta anche la repubblica romana; giuseppe garibaldi con anita e alcuni patrioti cercarono la fuga verso venezia, ultimo angolino di resistenza (anita morì nelle valli di comacchio, ciceruacchio fu fucilato dagli austriaci a porto tolle).
venezia resisteva, assediata.
gli austriaci bombardavano a cannonate da marghera, ma con esito modesto.
la mattina del 2 luglio 1849 il primo bombardamento aereo della storia. nel cielo estivo e senza nuvole, a circa 500 metri di quota, volteggiavano infatti alcune piccole mongolfiere, sotto ciascuna delle quali pendeva una bomba con la miccia accesa.
alcuni ordigni aerei esplosero nel cielo, altri si spensero in laguna con un frizzo della miccia, altri scoppiarono lontani, portati dal vento.
era l’invenzione austriaca del colonnello d’artiglieria benno uchatius.
prima uchatius provò con una mongolfiera classica, con due bombardieri che avrebbero dovuto gettare dal cestello le bombe sulle case. il vento fu nemico del radeschi e amico di venezia.
i primi droni della storia. poi il colonnello sperimentò i palloni senza pilota. senza equipaggio.
nacquero i primi droni della storia.
i palloni da bombardamento avevano un involucro di stoffa di 100 metri cubi e un carico ridotto (per motivi di sicurezza) di circa 20 chilogrammi di ordigni.
il 1 luglio 1849, venne tentato un primo lancio, ma il vento si rivoltò contro.
i primi missili antiaerei. furono fatti altri lanci, e allora tra gli ufficiali della repubblica ancora (per poco) indipendente si fece avanti il maggiore giuseppe andervolti, artigliere friulano.
andervolti modificò un razzo congrève da marina, aggiungendovi una corda con un arpione, per agganciare nel volo i palloni bombardieri.
i primi velivoli da caccia. federico piatti invece immaginò mongolfiere da caccia: palloni aerostatici intercettori.
(il 22 agosto 1849 venezia si arrese ed entrarono gli austriaci. per la presa di venezia, in onore del radeschi il compositore johann strauss compose la radetsky-marsch, odiosa marcetta per festeggiare la fucilazione di centinaia di italiani. il radeschi avrà come residenza personale la villa reale di milano, in via palestro, dove morirà nel gennaio 1858.)