energia. fotovoltaico. leggi il dossier delle imprese con i dati (anche quelli “scomodi”)

«basta attacchi strumentali al settore del fotovoltaico, gli incentivi per le energie rinnovabili sono un investimento e non un costo».

così ha detto stamattina valerio natalizia, presidente del gifi, gruppo imprese fotovoltaiche italiane, che fa parte dell’anie (la federazione confindustriale delle aziende elettriche ed elettroniche), nel corso della presentazione di un dossier sul settore dell’energia solare.

clicca qui per scaricare la "monografia su benefici del fotovoltaico" ricco di dati e di tabelle (1,9mb in formato pdf)

venerdì sul quotidiano cartaceo il sole 24 ore potrai leggere un mio articolo più esteso su questo argomento, compresi la questione dell'articolo 47 del decreto sviluppo, le ipotesi di cambiare gli incentivi secondo l'area in cui si trovano gli impianti, i negoziati per dare al settore fotovoltaico una rappresentanza unica e coordinata tra le diverse associazioni.

«questo dossier sui costi e benefici del fotovoltaico – ha spiegato claudio gemme, presidente dell’anie – conferma l’importanza di un settore fortemente in crescita per lo sviluppo del sistema energetico in italia».

nel dossier del gifi si enuncia che il costo del sistema di incentivazione del settore fotovoltaico nel 2010 è stato di 826 milioni, un valore modesto se paragonato agli oneri "a3" complessivi pagati in bolletta dai consumatori per un totale di quasi 6 miliardi l’anno, e soprattutto se paragonati agli investimenti in tecnologia fotovoltaica di origine prevalentemente privata stimolati nell’anno 2010 pari al oltre 10 miliardi di euro. gli introiti per il fisco generati da tutti i componenti della filiera fotovoltaica ammontano a quasi 4 miliardi di euro nel solo 2010.

il vertice del gifi ha anche smantellato l’accusa di essere, per colpa degli incentivi, i protagonisti di un forte rincaro della bolletta elettrica.
«incidiamo solo per 1,5 % – ha precisato nataliza – e sono incentivi a tempo. presto andremo a regime e il settore fotovoltaico sarà completamente autonomo, solo così potremo stare sul mercato italiano e  internazionale altrimenti lasceremmo campo libero alle imprese cinesi e tedesche».

il settore fotovoltaico ha dato lavoro ha più di 20.000 persone, soprattutto giovani e donne. inoltre il 70% del reddito generato dalla filiera industriale fotovoltaica rimane in italia.

clicca qui per scaricare la "monografia su benefici del fotovoltaico" ricco di dati e di tabelle (1,9mb in formato pdf)

venerdì sul quotidiano cartaceo il sole 24 ore potrai leggere un mio articolo più esteso su questo argomento, compresi la questione dell'articolo 47 del decreto sviluppo, le ipotesi di cambiare gli incentivi secondo l'area in cui si trovano gli impianti, i negoziati per dare al settore fotovoltaico una rappresentanza unica e coordinata tra le diverse associazioni.

  • ristrutturare casa |

    A parziale integrazione di quanto detto da Alessandro, il problema, oltre che un più semplice accesso al credito nel nord italia, è da individuarsi anche in una maggiore “inclinazione” dei politici del sud ad accettare deturpamenti non indifferenti del territorio che indubbiamente i grandi impianti arrecano. L’enorme quantita di tali grandi impianti per es in Puglia, ha modificato visibilmente il territorio. Nel Salento, splendida terra che potrebbe vivere solo di turismo, normative regionali scellerate hanno dato la possibilità ad aziende (per lo più straniere, tanto che i profitti non rimangono nemmeno sul territorio)di mortificare paesaggi a dir poco suggestivi.
    Vi segnalo http://www.tutorcasa.it con diversi articoli che analizzano approfonditamente come tale business abbia agevolato tale modus operandi

  • iol |

    Vi segnalo un articolo interessante su gaetanobuglisi.it: http://www.gaetanobuglisi.it/2011/11/03/fotovoltaico-benefici-valgono-piu-degli-incentivi/#more-151

  • alessandro |

    Circa la questione (che è seria, non lo è solo il modo in cui è stata posta) della cosiddetta “perequazione” al fotovoltaico, vorrei provare a segnalare qualche elemento di fatto (così, magari si parla meglio).
    I dati delle istallazioni fotovoltaiche italiane, ad una interrogazione atlasole del 4 ottobre sono (per numero di impianti):
    Grandi impianti (>5 MW): Nord 21%; Centro 27%; SUD+isole 52%
    Medi impianti (da 1 a 5 MW): Nord 43%; Centro 28%; SUD+isole 29%
    Piccoli impianti (da 1 a 0,1 MW): Nord 55%; Centro 20%; SUD+isole 24%
    Micro (da 0,1 a 0,05 MW): Nord 72%; Centro 15%; SUD+isole 13%
    Si noti che il totale degli impianti oltre 50 kW corrisponde solo al 8,9 % degli impianti in Italia per numero.
    Come si vede c’è una precisa simmetria, i grandi impianti sono per metà al sud mentre i piccoli per metà al nord.
    La ragione non può che essere la difficoltà di accedere al credito. Ma precisamente solo al finanziamento alle famiglie ed alle imprese (che al sud evidentemente non riescono ad ottenere: solo il 13% degli impianti da 50 a 100 kW sono al sud e nelle isole. Solo il 15 % nelle regioni del centro, ben il 72% al nord) mentre il finanziamento diretto dei grandi impianti da molti milioni di euro di costo si fa dove c’è il miglior rendimento finanziario, quindi di più al sud.
    Tra l’altro, dato che la maggior parte degli impianti che ormai si possono fare (solo quelli inferiori a 1 MW) si fa già al nord (per il 63%) e pochissimo al sud (per il 19%), l’aiuto al nord che vuole fare calderoli è abbastanza inutile.
    Paradossalmente sarebbe più in linea con lo spirito (e la norma, cfr regolamento europeo degli incentivi) degli incentivi aumentarlo al sud per compensare barriere di ingresso che rendono difficile competere.

  Post Precedente
Post Successivo