a verona la vendetta di tosi contro il residence dei “negri”? aggiornamento: parla il sindaco.

sembrerebbe una vendetta di flavio tosi, il vivace sindaco leghista di verona.

macché vendetta – ne sono certo, così dirà lui tra poco – in quell'albergo si esercitava la prostituzione, che è reato, e l'ho fatto chiudere solamente per questo.
dirà così, penso, alla conferenza stampa con cui comunicherà l'operazione condotta dalla sua polizia municipale contro l'albergo che voleva ospitare gli immigrati disperati di lampedusa.

la premessa è della primavera passata, di marzo scorso, quando il manager's residence della periferia di verona, raccogliendo l'appello del governo, si offrì per ospitare quasi duecento disperati africani sbarcati a lampedusa nei giorni dell'emergenza.

lo racconta in questo articolo il deputato pd andrea sarubbi.
lo riporto, con il consenso del deputato.

quando ieri mattina ho incontrato laura boldrini, alla conferenza del pd sull’immigrazione, era appena tornata da lampedusa. e ci ha raccontato di non aver mai visto l’isola in quelle condizioni: di giorno le file per il cibo, di notte un immenso dormitorio a cielo aperto. le immagini sono già andate in onda nei telegiornali, quindi non c’è molto da aggiungere: tutta quella gente dorme per terra, in attesa di sapere dove andrà a finire. qualcuno si tira fuori, tipo il sindaco di roma; qualcun altro, invece, si offre volontario per ospitare i disperati, tipo un albergatore veneto che ha a disposizione circa 200 posti letto in un residence.
i letti, però, sono ancora vuoti, mentre a lampedusa c’è chi dorme all’addiaccio e si litiga un pasto: così oggi mi sono dato da fare per cercare di capirci qualcosa, e magari sbloccare la situazione. comincio dalla fine: non ci sono riuscito.
ho chiamato innanzitutto il signor giorgio tedeschi, titolare del manager’s residence di verona sud, per farmi raccontare com’era andata. ai primi di marzo aveva letto sul quotidiano veronese l’arena che la prefettura stava cercando strutture disponibili ad ospitare i disperati del mediterraneo, in previsione di un loro possibile smistamento tra le varie regioni italiane.
chiamò l’ufficio di gabinetto, che gli chiese di metterlo per iscritto, e mandò un fax in cui ribadì la propria disponibilità: era il 3 marzo. troppo presto, forse, perché nessuno lo ricontattò.
due settimane e mezzo dopo, un altro appello sull’arena: stavolta era la provincia a cercare strutture. era il 22 marzo, martedì scorso, e il signor tedeschi mandò un fax al presidente, spiegando anche a lui che le sue 96 camere erano a disposizione e che gli ospiti avrebbero anche ricevuto tre pasti al giorno. così, quando ieri mattina ha aperto il giornale, l’albergatore generoso ha pensato di essere in un paese di matti: le istituzioni dichiaravano, infatti, che i posti disponibili per i disperati erano soltanto 30, tutti di una struttura della caritas, perché i titolari degli hotel – alle prese con l’avvio della stagione turistica – avevano risposto di no all’appello. per capirci di più, ho chiamato allora il prefetto: ho capito che il problema attuale è la divisione (scusate le brutte parole, ma mi metto nella testa di maroni) tra profughi e clandestini. i primi, quelli che richiedono asilo, possono stare dovunque; i secondi, quelli che sono a rischio fuga, devono stare in posti recintati, tipo i centri di identificazione e di espulsione o comunque le strutture militari.
ma i conti ancora non mi tornavano: possibile che, tra tutti i disperati che hanno passato l’ultima notte sul molo di lampedusa, non ci siano 200 richiedenti asilo? e non avrebbero trascorso una notte migliore nel residence del signor tedeschi?
così ho telefonato pure al viminale, per avere spiegazioni, e il capo dipartimento mi ha risposto che c’è uno scoglio da superare, prima di tutti gli altri: ogni regione deve infatti indicare il numero di profughi che è in grado di accogliere; solo a quel punto – ma non ho capito bene se si tratti di ore, di giorni o di settimane – i richiedenti asilo verranno smistati, mentre tutti gli altri (ossia i probabili irregolari) finiranno a mineo o nel centro che si sta aprendo a manduria.
è una questione, insomma, a metà strada tra la burocrazia e la politica: il che mi fa temere, ma spero naturalmente di sbagliarmi, che i letti del manager’s residence resteranno vuoti ancora per un bel po’.

quei negri di lampedusa non arrivarono nella verona di tosi.

ma sono arrivati i vigili.

ora la polizia municipale ha fatto irruzione nell'albergo, in alcune camere in cui alloggiavano alcune prostitute (a quando ho capito, le belle NON esercitavano nel residence, ma forse mi sbaglio) ha trovato preservativi.
lucchetti all'albergo: sfruttamento della prostituzione.

tra pochi minuti, conferenza stampa sulla brillante operazione contro la più antica professione al mondo.
professione che non è il giornalismo.
il giornalismo è la seconda più antica professione al mondo.

ti farò sapere lo svolgimento della vicenda.

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aggiornamento

ecco dal quotidiano veronese l'arena il resoconto della conferenza stampa del sindaco tosi e dei vigili urbani.
ne riporto un passo.

“complimenti a nome della città alla polizia municipale di verona e al suo comandante – ha detto il sindaco tosi – l’operazione è frutto di un’indagine lunga e accurata, che ha prodotto risultati importanti e che dimostra la qualità dell’operato della polizia locale scaligera. non siamo intervenuti per una questione morale, ma per risolvere un problema oggettivo di disturbo, segnalatoci dai residenti".

 

 

puoi seguirmi su twitter @jacopogiliberto

  • luca |

    lì si esercita(va) prostituzione, anche pedofila.

  • michele |

    pure io sono negro, ma anche sporco… Da cui, se proprio PaoloC volesse rivolgersi a me, prego di farlo con “sporco negro”.

  • jacopo giliberto |

    già fatto. io sono africano. sono negro.

  • Paolo C |

    I “negri” come li chiama Lei li mandiamo a casa sua poi ci faccia sapere. saluti

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