viaggio ecologico nella fabbrica del pronto mobili e del baygon.

non è facile parlare di prodotti ecologici quando si tratta di un insetticida che li ammazza stecchiti

 

né è semplice dire come si articola la sostenibilità con un detergente per gabinetti, il famoso anitra wc

  

tenterò un viaggio ambientale nel regno del pronto mobili e del mr muscolo.

ovvero, ho visitato – pochi i giornalisti cui è stato concesso questo onore – il principale stabilimento europeo della sc johnson, ex johnson wax, la multinazionale usa dello spray. con questa visita, la sc johnson ha voluto far vedere all’esterno il suo impegno ambientale.

aprirsi all’esterno, a un giornalista curioso e scettico, non è un passo da poco per un’azienda di famiglia (“a family company”, dice il logo) che come tutte le imprese famigliari ha una consuetudine naturale alla riservatezza. un’azienda che, come si dice, parla attraverso i prodotti.

i suoi prodotti entrano in ogni casa da più di cent’anni. chi ha i capelli argentati ricorderà le immagini in bianco-e-nero del carosello in cui “quel matto di pablo” durante una festa, al terzo bicchiere di oro pilla o di renè briand extra, scavalcava la folla di amici con collettoni a punta, abitini optical e zampe d’elefante, si sfilava i mocassini e saltava sul tavolo di legno del soggiorno per danzare a piedi nudi un flamenco sfrenato. finita la festa, i padroni di casa riordinavano e per fortuna c’era il pronto mobili per lucidare il tavolo imbrattato dai piedacci inappropriati di pablo.
ecco: il pronto (che fuori dall’italia e dai mercati latini si chiama pledge) è un prodotto della johson wax, oggi sc johnson.

(non riesco a trovare il video di pablo e delle sue piedate trattate dal pronto mobili).

ma anche il raid, l’anitra wc (all’estero si chiama duck), l’appretto stira-e-ammira, il mr muscolo nelle sue molteplici versioni, i deodoranti per la casa oust, il bioshout “scioglimacchia”, due prodotti acquistati dalla bayer 10 anni fa (il baygon e l’autan), e il glade che una volta di chiamava così come si pronuncia, gled, dove la domestica luisa comincia presto finisce presto e di solito non pulisce il water.

 

la sc johnson di racine (wisconsin) non va confusa con altre società della detergenza con il nome simile. è una multinazionale usa nata a fine ottocento, e di padre in figlio ora è in mano alla quinta generazione.
lo stabilimento principale della sc johnson in europa è a mijdrecht, fra i polder olandesi tra amsterdam e utrecht.
da qui, da mijdrecht, partono le bombolette e i flaconi per mezzo mondo.

la fabbica nacque nel ’64 e come primo atto simbolico l’azienda usa affidò al più importante architetto olandese, huig maaskant, il compito di creare la palazzina uffici che era la più avveniristica al mondo, il boomerang, una palafitta di cemento armato sopra il laghetto antincendio creato riunendo 16 risorgive. la sc johnson non ha paura dell’architettura moderna, come fece con la sede negli usa disegnata dal sublime architetto frank lloyd wright.

attorno allo stabilimento di mijdrecht, 300mila metri quadri, è cresciuto l’indotto, con le fabbriche dei fornitori degli imballaggi. l’impianto di mijdrecht è soprattutto di miscelazione e confezionamento, perché le materie prime vengono in gran parte da altri stabilimenti, e non vi si svolgono reazioni chimiche.

e l’ecologia? l’impegno ambientale comincia nelle parole d’ordine che l’azienda si è data attraverso uno disegnino in stile anni ’80 che chiamano “la bussola della sostenibilità” e che schematizza le parole chiave: prodotti vincenti, meno rifiuti, impatto minore, migliore qualità della vita.

si fa ricorso al treno appena possibile, e le strade ferrate collegano lo stabilimento con le fabbrichette adiacenti dei fornitori.
poi attorno allo stabilimento c’è il parco fitto di alberi e di corsi d’acqua nel quale ci sono le arnie popolatissime d’api per impollinare le colture dei dintorni.
si studia il risciacquo delle cisterne chimiche in modo tale da evitare di mandare in giro veleni.
si ricicla tutto il riciclabile per arrivare a zero discarica, comprese le acque di scarico.
con un sistema capillare di raccolta differenziata, dal 2000 al 2012 la quantità di rifiuti è stata ridotta del 62% per arrivare al 70% tra un paio d’anni.

gli ingredienti della chimica domestica sono scelti con attenzione. è chiaro: un insetticida deve soprattutto ammazzare “stecchiti” gli insetti, ma vanno scelti i prodotti più sostenibili, quelli con la biodegradabilità più veloce ed efficace. così la sc johnson si è data una green list delle materie prime, in aggiornamento continuo.

le bombolette (quelle del pronto e dei mille altri prodotti) non contengono propellenti dannosi per l’ambiente (come il gpl) ma innocua aria compressa. la tecnologia è stata messa a punto qui, a mijdrecht, e poi è stata estesa a tutti gli stabilimenti del gruppo.

l’aspetto ambientale più appariscente all’esterno è quello dell’energia: non tanto il pannello fotovoltaico, poco più che simbolico, ma la grande torre eolica alta 80 metri sulla quale c’è un generatore da tre megawatt che rifornisce di corrente il 52% del fabbisogno dello stabilimento.

ma
alla fine, quelli dell'sc johnson sono bravi sul fronte ambientale? rispondo: sì.
il tipo di produzione e di prodotti – la chimica per la casa – non sono un toccasana per la natura, e ci sono attività industriali assai più ecologiche di questa, tuttavia quelli che vi lavorano (dai signori johnson fino all'ultimo dei magazzinieri) cercano di ridurre l'impatto sull'ambiente con impegno, sincerità e buone idee che potrebbero essere adottate da altri.

 

per saperne di più:

articolo di e-gazette: "viaggio nella sostenibilità: lo stabilimento sc johnson che produce pronto, viavà e baygon"

articolo di andrea gandiglio su greennews.info: "in visita all'europlant di mijdrecht. le green choices di sc johnson"

articolo di lorenzo mantelli su lettera43: "sc johnson, in olanda l'azienda che tutela l'ambiente"

il sito web della sc johnson

 

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