trivelle, terremoti, falsità. il sisma 2012 in emilia e i retroscena del “rapporto ichese”.

sulla storia che le perforazioni petrolifere fanno venire i terremoti, siamo fra le scie chimiche e lo ieti.
leggende urbane e paure ancestrali.
paure così ancestrali che la reazione di molti è come descrivo ora:

  • se gli scienziati affermano che le trivellazioni e lo sfruttamento dei giacimenti non fanno venire terremoti, molti diranno: “la scienza ufficiale ci nasconde la verità” (oppure “gli scienziati sono al soldo delle compagnie petrolifere”)
  • se gli scienziati affermano che le trivellazioni e lo sfruttamento dei giacimenti fanno venire terremoti, molti diranno “finalmente scienziati liberi che dicono la verità”.

per molti, non è la qualità della ricerca e degli scienziati a trovare il consenso, ma il risultato dello studio.
cioè la ricerca viene apprezzata o respinta se coincide o no con i preconcetti, se conferma o no i pregiudizi.

in futuro vedremo spesso i preconcetti, leggeremo la sentenza già decisa prima che si svolga il processo.
vedremo inchieste televisive o leggeremo articoli scritti in  modo da portare alla “verità” decisa in anticipo, modificando i dati di fatto, frullando insieme cose diversissime e inconciliabili, tagliando frasi e facendo un’operazione di “cherry picking” (“scegliere le ciliegie”) citando solamente i pochi dati e i concetti isolati che portano al risultato voluto e scartando la mole di altri dati e di altri concetti che smentiscono.
e il colpevole alla fine si trova, eccome se si trova!
(legge di jones: “colui che sorride quando le cose vanno male ha trovato qualcuno a cui dare la colpa”. dalla “legge di murphy”).

vengo al tema del doppio terremoto avvenuto in emilia e lombardia nel maggio 2012, cioè due anni fa. morirono 27 persone.

prima del terremoto, i comitati nimby del modenese erano attivissimi nel voler bloccare il progetto di realizzazione di uno stoccaggio di gas in località rivara.
gli stoccaggi di gas sono vecchi giacimenti di gas ormai sfruttati e svuotati che sono riutilizzati come deposito.
dove prima per milioni d’anni ha dormito il metano, e dove poi il gas è stato estratto, ora i tubi che scendono in profondità non si limitano a estrarre il gas ma lo ri-pompano nella roccia porosa, e lo riestraggono quando c’è bisogno.

lo stoccaggio di gas in sostanza riporta il giacimento allo stato in cui si trovava prima che venisse sfruttato: pieno di metano.
tutto qui.

ah, è bene che si sappia: i giacimenti di gas o di petrolio non sono caverne o cavità: è roccia dura – per esempio, travertino o arenaria – ma porosa.
roccia “bagnata” di greggio o impregnata di metano.

torno al modenese.
il nemico era lo stoccaggio di rivara.

dove – precisazione opportuna – non si tratta di uno stoccaggio realizzato in un classico giacimento usato bensì di un progetto relativo a un acquifero, che è una struttura geologica un po' differente, come s'usa in altri paesi.

quando arrivò il primo terremoto, era il 20 maggio 2012, la colpa dei comitati nimby fu data a quello stoccaggio.

per tutta italia girò la leggenda urbana che “le trivellazioni fanno venire i terremoti”.
dovunque si presentasse una trivella – foss'anche per cercare acqua potabile – ecco subito le paure sismiche.

eppure, l’impianto di rivara non era in funzione.
non era ancora stato costruito.

e poi, nella zona ci sono centinaia di pozzi petroliferi e di gas come a mirandola, cavone, spilamberto, recovato; ci sono centrali geotermiche (casaglia nel ferrarese), ci sono altri stoccaggi (quello nel sottosuolo di minerbio, tra bologna e ferrara, è lo stoccaggio di metano più grande d‘italia): nessuno di questi impianti ebbe alcuna conseguenza dal terremoto.

però la paura irrazionale aveva bisogno che la scienza confermasse ciò che pretendevano le leggende urbane.
il presidente della regione emilia-romagna, vasco errani, aveva bisogno di non perdere un consenso calante fra gli elettori e quindi aveva bisogno di trovare qualcuno che confermasse in modo razionale il suo obiettivo di sospendere le trivellazioni che fanno paura.

così i politici emiliani e i soliti sotutto accusarono: “le mappe sismiche sono sbagliate”.
falso: la mappa sismica è stata aggiornata e pubblicata sulla gazzetta ufficiale nel 2004 e dice chiaramente che nel modenese c’è un rischio alto che impone costruzioni più sicure.
dal 2004 la regione emilia-romagna ha imposto regole antisismiche per le costruzioni nuove? sono stati messi in sicurezza almeno gli edifici pubblici? sono stati sgomberati gli edifici pericolanti?

"ma la mappa sismica sottovaluta il rischio sismico".
falso: la mappa sismica sopravvaluta il rischio.

"abbiamo scoperto che si faceva il fracking di nascosto".
come se il fracking si facesse in zone dove non c’è nemmeno l’ombra di rocce per fracking, cioè gli scisti, e come se si potesse fare fracking di nascosto e abusivamente.

“si facevano perforazioni segrete di notte”.
prima dell’alba si smontavano e si nascondevano le torri di trivellazione per rimontarle subito dopo il tramonto?

"a rivara si depositava il gas".
a rivara le uniche attività erano sulle carte.

d’intesa con la protezione civile e il ministero dello sviluppo economico, errani promosse l’istituzione di una commissione scientifica.
e nacque la commissione ichese.

interessante: è stata istituita una commissione internazionale nel paese, l'italia, che ha il celebratissimo ingv (istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il più stimato centro mondiale di ricerca nel paese che ha i vulcani più famosi al mondo e che per primo ha studiato vulcani e terremoti, a cominciare da plinio il vecchio che prendeva appunti s
ulle pendici del vesuvio sulle dinamiche dell’eruzione di pompei (plinio fu una vittima di quell’evento e forse il primo martire della scienza).

ne sono componenti peter styles, presidente della commissione, con gli scienziati emeriti paolo gasparini, ernst hünges, paolo scandone, stanislaw lasocki e con franco terlizzese, non uno scienziato bensì un intelligente dirigente pubblico, direttore generale del ministero dello sviluppo economico (il quale – mi si dice – ora rimpiange il fatto di avere firmato la relazione finale, che pare egli non condivida del tutto. però sono voci riportate da altri).

 

alla commissione ichese sono state poste due-domande-due.

primo: è possibile che il terremoto in emilia sia stato scatenato dalle attività a rivara?

secondo: è possibile che il terremoto in emilia sia stato scatenato da attività sui giacimenti o sugli stoccaggi?

 

dopo tanti mumble mumble, gli scienziati in febbraio sono arrivati al dunque. puoi leggere l’intero rapporto ichese (scritto in inglese) a questo indirizzo: http://geo.regione.emilia-romagna.it/gstatico/documenti/ICHESE/ICHESE_Report.pdf

 

gli scienziati avevano osservato che, su decine di migliaia di pozzi e trivellazioni in giro per il mondo, ebbene sì, ogni tanto si osserva qualche effetto locale in superficie esprimendo un’energia decine di migliaia di volte più basse di un terremoto.

insomma, raramente qualche giacimento o qualche stoccaggio produce qualche leggero tremore sulla superficie, più o meno come quando passa il treno della metropolitana.

 

poi hanno provato a capire se una faglia profonda e lontana può essere stata messa in moto da una causa minima ma scatenante (la goccia che fa traboccare il vaso) come un’attività mineraria.

 

ecco la risposta degli scienziati.

 

primo: il terremoto non è stato scatenato dalle attività a rivara perché a rivara non c’era alcuna attività
(“after a critical review of the available information provided by the company, no contradictions were found of the statement that no kinds of mining activities have been performed at the rivara site in the recent years. the answer to the first question is therefore: no”).

accidenti, non c’è nessuno cui dare la colpa.

 

secondo: ecco trovato a chi dare la colpa del terremoto.
il giacimento di petrolio di cavone.

(“it is therefore concluded that the seismic process that began before may 20th, 2012 and continued with the sequence of earthquakes in may-june 2012 is statistically correlated with increases in production and injection in the cavone oil field”).
un piccolo giacimento di una compagnia petrolifera politicamente poco rilevante.

un giacimento lontano dall’epicentro del primo terremoto del 20 maggio.

i dati sismici non coincidono.

in qualche caso i giacimenti frenano invece di accelerare i terremoti.

l’energia espressa da un’attività petrolifera è milioni di volte inferiore rispetto a un terremoto.

non importa.

il giacimento di cavone può essere messo in correlazione statistica con la prima scossa di terremoto (“statistically correlated”), quella più leggera del 20 maggio 2012, avvenuta lontano da cavone.
la scossa del 20 maggio lontana da cavone può avere scatenato il secondo terremoto del 29 maggio, quello che ha liberato molta più energia del primo e che ha prodotto più disastri e ucciso più persone, assai più vicino a cavone.

 

il lavoro degli scienziati è stato consegnato alla regione emilia-romagna in febbraio.
e la regione l’ha segretato.

il primo segnale è avvenuto il 10 aprile, con tempismo sospetto.
nessuno parlava di rapporto ichese ma il presidente dell'ingv indirizzò un messaggio a tutti i suoi ricercatori dicendo che l'istituto avrebbe diramato una dichiarazione dopo la pubblicazione integrale del rapporto. (ho cercato la dichiarazione ma non l’ho ancora trovata). scriveva anche che se qualcuno dei destinatari della lettera avesse voluto fare dichiarazioni sul rapporto ichese si sarebbe espresso a titolo solamente personale – controllando che la testata giornalistica specificasse il titolo personale dell’intervista.

l’11 aprile, il giorno dopo, la rivista scientifica science ha pubblicato una sintesi dello studio ichese.

i giornali hanno ripreso l’articolo di science, rafforzando una lettura catastrofista dello studio. tutta colpa delle perforazioni.

 

appena scatenato il panico,  la regione emilia-romagna con la protezione civile ha dovuto rendere pubblico il rapporto ichese, che giaceva da due mesi, e ha dovuto diramare un comunicato per spiegare che bisognerà fare una nuova commissione.

“il rapporto, consegnato a metà febbraio, sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località cavone e i fenomeni di sismicità dell’area, approfondire gli studi sviluppando attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l’acquisizione di ulteriori dati necessari alla costruzione di un modello dettagliato del sottosuolo”.

bisognerà definire in tempi rapidi (dice proprio così, in tempi rapidi) “le linee guida che consentiranno di raccogliere i dati per dare le risposte necessarie”.

ripeto per chiarezza.

è stata istituita una commissione di studio che studierà il lavoro della commissione ichese.
compito della commissione-bis non è dare risposte ma definire linee guida.
le linee guida così definite non serviranno a dare risposte ma a raccogliere i dati.
solamente a questo punto i dati serviranno a dare risposte.

e per completare il quadro, obiettivo politico raggiunto.
la regione emilia-romagna ha appena vietato qualsiasi tipo di trivellazione. i cittadini si sentiranno protetti e difesi e voteranno coscienziosi.

 

suggerisco di leggere questo articolo del geologo enzo boschi. può essere illuminante. 

 

  • pierluigi vecchia |

    Mi chiedo quale è la logica secondo la quale si vuole applicare il principio di precauzione. Sarebbe come dire che visto che non posso escludere che avrò un incidente con la macchina allora avrò un incidente con la macchina. E quindi vieto l’uso delle macchine. Ovvero: stop alle trivelle uguale fine dei terremoti.
    Sto certamente banalizzando, ma dalle conclusioni della Ichese:
    “La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.”
    Ci riprovo:
    “La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di passaggi di mezzi agricoli a Mirandola e di biciclette a Casaglia possano aver prodotto una variazione di traffico sufficiente a generare un evento chiamato “incidente”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che i passaggi di mezzi agricoli a Mirandola possano aver contribuito a “aumentare” gli incidenti da traffico in Emilia.”
    Dove è la differenza???

  • paolo sita |

    Infine, come sostiene Legambiente, non vale la pena domandarsi anche come possano influire sul suolo e gli edifici, in caso di attività sismica, le diverse tipologie di compresenti attività minerarie presenti?
    ” Se infatti è da escludere una correlazione diretta tra attività umane ed eventi simici della portata di
    quello del maggio 2012 (dovuti certamente a cause geologiche), l’interrogativo emerso tra la
    popolazione e gli stessi studiosi è se e come le attività umane possano aver influito sugli effetti del
    terremoto, amplificandone i danni o la portata. La stessa Protezione Civile ha evidenziato come, ad
    esempio, il fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo indotto dall’estrazione di
    fluidi dal sottosuolo, potrebbe aver indebolito la struttura geologica del terreno, amplificando
    quindi i danni agli edifici in occasione dell’evento sismico. L’analisi dei dati storici dei terremoti
    nell’area ha portato inoltre alcuni esperti ad interrogarsi sulla possibile interazione tra le attività
    umane e la magnitudo dell’evento sismico. ”

  • Umberto Fracassi |

    “… e pensare che intanto ci sono persone terrorizzate all’idea che in italia qualcuno si metta a cercare shale gas…”
    E’ proprio questo il guaio, dott. Giliberto, tra gli altri. E già vedo i fiumi di parole che andranno impiegati per cercare di ripristinare un po’ di buon senso, scientifico e non, mentre molte più parole andrebbero impiegate (mai abbastanza) nel ricordare a tutti che sin tanto che questo Paese produrrà normative (esempio: la carta di pericolosità) per poi non rispettarle (i palazzi istituzionali che crollano) ed esigerne l’applicazione (un capannone a caso..), i terremoti continueranno indisturbati a produrre gravi danni e vittime.
    Il problema è culturale sistemico; il caso Stamina mi pare stia lì a ricordarcelo drammaticamente..

  • jacopo giliberto |

    … e pensare che intanto ci sono persone terrorizzate all’idea che in italia qualcuno si metta a cercare shale gas…

  • Enzo Boschi |

    Hai fatto benissimo a ricordarlo, Stucchi. In questa vicenda la disinformazione ha toccato vertici difficilmente raggiungibili. Si è partiti dall’affermare che le scosse erano state determinate dal deposito di Rivara di cui all’epoca esisteva solo il progetto continuando poi, sistematicamente, nell’impegno di sviare l’attenzione dalle vere ed evidenti responsabilità. Si è cinicamente perseguita persino la diffamazione e il discredito personale. Però tutto sta venendo a galla e tutto si chiarirà.

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