savona. la centrale a carbone è spenta ma l’inquinamento non scende. i nemici dell’ambiente.

surprais. da quando la centrale a carbone della tirreno power a vado ligure (savona) è stata spenta d’autorità dalla magistratura perché inquina, ebbene, a savona l’inquinamento non è sceso.
al contrario.
con la centrale spenta, l’inquinamento è cresciuto in alcuni momenti per alcuni contaminanti.

non è un’invenzione dei soliti negazionisti.
sono i dati dell’arpa liguria, certificati bollati normalizzati standardizzati.

ne scrive il giornale savonese ivg in questo articolo: tirreno power, la centrale non incide sulla qualità dell’aria. ecco i dati.

osserva la redazione di ivg:
il confronto fra i dati a centrale attiva e a centrale spenta parlano chiaro ed indicano che non c’è una variazione oggettiva, anzi si rivelano alcuni valori più alti proprio nel periodo in cui l’impianto vadese è stato inattivo. la dimostrazione arriva dal quadro scientifico dei dati arpal disponibili e aggiornati, per l’inquinamento prodotto dalla centrale di vado relativa alle emissioni di polveri e so2.

inoltre:
con il fermo della centrale era logico attendersi un calo delle polveri del 35%, invece i dati reali indicano che le polveri sono aumentate, come dimostra la situazione delle due centraline più vicine alle emissioni della centrale, cioè quiliano e vado ligure.

i giornali, si sa, spesso scrivono corbellerie. io stesso ne sono un produttore industriale.
quindi ho voluto verificare di persona alla fonte, cioè all’arpa liguria.
ho parlato con i bravissimi scienziati dell’arpa, quelli che studiano gli inquinanti e l’ambiente, che passano ore a creare le modellistiche scientifiche per decidere dove è meglio collocare le centraline di rilevazione, che leggono enormità di tabulati di dati, che paragonano le tecnologie di rilevazione, che certificano le rilevazioni secondo gli standard comuni europei affinché i dati siano tutti comparabili e confrontabili.
insomma, nessuno ne sa più di loro sull’aria respirata dai liguri.
ho guardato anche i dati delle rilevazioni, che sono disponibili a questo indirizzo.

è proprio così.
la centrale elettrica a carbone di vado ligure dà un contributo irrilevabile sulla qualità dell’aria savonese.
che sia accesa o spenta, per i polmoni dei savonesi non cambia nulla.
mentre al contrario i sensori di rilevamento fiutano subito una giornata di traffico d’inferno, quando auto motorini furgoni camion si accalcano in code esasperate in via gramsci o sul lungomare marconi.

ora: è chiaro che, quando è in marcia, la centrale a carbone della tirreno power a vado ligure inquina.
la sua ciminiera così alta da far venire le vertigini, dalla cui sommità si può ammirare un panorama da turbamento e respirare un’aria densa di fumi di carbone, non produce né profumi di pregio né toccasana per la salute.
la centrale inquina.

però i dati delle rilevazioni dicono che la centrale a carbone non è la prima causa d’inquinamento.

in aprile avevo scritto sul sole24ore questo articolo: porto tolle vado taranto tra accuse e pregiudizi.
scrivevo:
tre perizie-fotocopia per tre casi diversi soltanto in apparenza, la centrale enel di porto tolle, la centrale tirreno power di vado ligure e l’acciaieria ilva di taranto. le accuse si sono basate su studi uguali e su un assunto convergente.
gli studi sono uguali: vengono studiati i licheni, vegetali sensibili all’inquinamento dell’aria, e vengono censite le malattie e la mortalità nella zona attorno all’impianto. l’assunto cui arrivano le tre procure di rovigo, savona e taranto è identico: tutti i casi di persone che si sono ammalate o sono morte sono attribuiti esclusivamente a quell’unica attività messa sotto accusa.

scrivevo anche:
a vado ligure (savona) la centrale elettrica della tirreno power è stata spenta tre settimane fa ma la qualità dell’aria non è migliorata, secondo le rilevazioni dell’arpa liguria. eppure la consulenza tecnica di esperti nominati dalla pubblica accusa dice che l’impianto con le sue emissioni ha seminato strage fra la popolazione.

e osservavo:
sono stati misurati malattie e morti dei 23 comuni della costa ligure dove la maggior parte della popolazione non è censita perché sono le centinaia di migliaia di villeggianti – soprattutto anziani – che vengono a svernare per respirare l’aria fine della riviera. le indagini e lo studio epidemiologico della procura si basano soprattutto sull’anidride solforosa. le rilevazioni dell’arpa liguria per la zona di savona dicono che ci sono medie tra 15 e 19 microgrammi per ogni metro cubo d’aria. i consulenti della procura dicono che la centrale a carbone tirreno power contribuisce verso la parte più esposta della popolazione residente per una quota fra 0,74 e 3 microgrammi. la legge dice che il valore limite per la tutela della salute e dell’ambiente non deve superare i 350 microgrammi l’ora, i 125 di media al giorno e che l’allarme sulla salute scatta quando nell’aria ci sono 500 microgrammi di anidride solforosa nell’aria. in altre parole, la centrale di vado ligure inquina – e questo è purtroppo incontestabile – ma secondo le osservazioni dei periti dell’accusa la centrale inquina l’aria fra le 40 e le 150 volte meno di quanto impongano le leggi.

ripeto. la centrale a carbone della tirreno power di vado ligure-savona quando è in marcia inquina.
e di sicuro produce conseguenze sanitarie sulla popolazione che ne respira i fumi. non so quali conseguenze sanitarie, ma di certo non fa bene alla salute.
ma i dati parlano chiaro: non è la centrale il pericolo maggiore per i polmoni.
ci sono il traffico, c’è l’inquinamento degli impianti di riscaldamento delle case, ci sono i fumi di centinaia di piccoli insediamenti artigiani e industriali, c’è il grande deposito di carburanti che in queste settimane – mi dicono colleghi presenti sul luogo – rilascia attorno profumi aromatici che non sono acqua di colonia. e soprattutto c’è il porto.

e quindi mi domando: perché la protesta contro l’inquinamento e le inchieste giudiziarie si sono concentrate su un elemento marginale del problema ambientale savonese?
volere che la centrale inquini meno è giusto, ma perché non sono stati messi sotto accusa i veri inquinatori?

l’individuazione di falsi obiettivi per combattere problemi veri mi ricorda una famosa scena del film johnny stecchino in cui a roberto benigni viene spiegato che la principale piaga della sicilia è il ciàffico.

 

già, il ciàffico.
senza contare i dati epidemiologici sulla mortalità indotta dall’inquinamento dei tubi di scappamento dei motori, solamente per incidenti stradali in provincia di savona i mezzi di locomozione ogni anno uccidono in modo diretto e inequivocabile almeno una dozzina di persone e ne mandano all’ospedale più di 2mila (per esempio, nel 2012 ci sono stati 16 morti e 2066 feriti sulle strade savonesi).

è difficile (impossibile) chiedere a tutti i savonesi di rinunciare all’auto al furgone al motorino, è difficile chiudere il porto.
eppure le stesse ragioni che hanno indotto i magistrati savonesi a sequestrare la centrale fra il plauso di sedicenti ecologisti sono le stesse che, ben più forti, dovrebbero imporre un sequestro impopolare e inapplicabile di tutti i mezzi di trasporto e delle navi in porto.

invece è facile – e dà una risposta emotiva efficace – individuare un simbolo evidente, una grande ciminiera, e concentrare su questo simbolo farlocco tutte le giuste paure sulla salute. quella piaga che a paliemmo è il ciàffico e a savona è la centrale.
ma la ciminiera così evidente, che più colpisce la vista e l’emotività, può non essere il vero nemico da combattere per difendere la salute e l’ambiente.

così questo simbolo viene chiuso e blindato d’autorità.
centinaia di persone sono lasciate a casa senza lavoro.
una società viene portata sull’orlo del fallimento.
intanto l’aria respirata dai savonesi resta sporca. come prima, più di prima.

  • vittorio |

    Premesso che Io sono un incompetente totale per giudicare cosa inquina, e cosa inquina di più.

    Nonostante questa mia incompetenza dichiarata , non posso esimermi dal pormi una semplice domanda ; e cioè, se, in quel di Savona , l’inquinamento da carbone, come è stato accertato, non viene dalla centrale di VADO perché ne è stata rilevata la presenza nell’aria a centrale chiusa , ed è certo, che le auto non vanno a carbone ; la causa, forse, potrebbe avere origini e provenienze diverse da quelle in ipotizzate.

    Se tutto ciò fosse avvalorato , si potrebbe pensare che individuando quale è la fonte che origina la situazione descritta nell’articolo di riferimento di porvi rimedio , possibilmente , con dei rimedi che non facciano più danno dei mali che devono curare .

  • Rinaldo Sorgenti |

    Quello che e’ stato farro a Vado con la chiusura della Centrale e’ semplicemente vergognoso .un atto che grida vendetta al buonsenso e che dimostra come si possano piegare all’ideologia situazioni che nonhannonulla di concreto. Ma se Ispra dimostra che le Centrali Termoelettroche hanno un’incidenza marginalee del 2,6%sul totale delle emissioni di particolato fine, perche’ non si e’ proceduto con uguale e maggiore determinazione nei confrontoi dei settori che largamente incidono di piu’ su tali parametri? E questa sarebbe giustizia? Che miseria. E chi paghera’ i danni prodotti ai lavoratori ed al Paese er questo? Povera Italia!

  • Giorgio Buscaglia |

    SIAMO IN ITALIA DOVE FARE,DA PARTE DELLE ISTITUZIONI, QUELLO CHE É PIÚ FACILE È USO COMUNE!!!

  • Claudio |

    chi sostiene che i dati arpal siano taroccati denunci arpal, altrimenti diventa come quando si accusa un lavoratore di portare certificati medici fasulli senza sospendere il medico che li ha emessi

  • Luca |

    sono un lavoratore della centrale e un cittadino del territorio, come tale ho espresso sempre forti dubbi sulla vicenda, dubbi che non hanno toccato coloro che, in un modo o nell’altro, sono stati artefici della chiusura della centrale, è vero, l’azienda ha le sue colpe, dirigenti presuntuosi ed arrogantiche non hanno accettato il contraddittorio con i comitati dei cittadini, glie lo avevamo chiesto, ma siamo stati sequestrati per 2 inadempienze emendabili normalmente con una multa, niente di sostanziale, il nostro olio combustibile BTZ lo bruciano le navi in porto e di sistemi di monitoraggio emissioni SME ce n’è già 2, uno per condotto fumi, ma tant’è, hanno voluto farci chiudere e ci sono riusciti…

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