la commissione via del ministero dell’ambiente ha dato un parere positivo con prescrizioni sul progetto geotermico di castel giorgio, vicino a orvieto (terni) presentato dalla società itw-lkw geotermia.
la tecnologia è quella antichissima di larderello: nel sottosuolo c’è la lava (orvieto è antica zona vulcanica) che fa bollire l’acqua sotterranea. usandone il vapore, si può far girare una turbina e produrre corrente elettrica.
contro questo progetto ovviamente ci sono gli immancabili comitati nimby che contestano la costruzione dell’impianto geotermico.
è energia rinnovabile, e quindi i comitati-del-no non dovrebbero avere ragioni, se non strumentali, per opporsi al progetto.
è ben noto il caso classico del no benaltrista a tutto.
l’abbiamo visto in mille casi, e citerò come esemplare quello della sardegna: no allo scavo di un pozzo per cercare un giacimento di metano nella zona di oristano perché “distruggerà la nostra regione e l’agricoltura della nostra zona”.
la regione sardegna, nimby istituzionale, ha bloccato la perforazione.
(e, con la giustificazione di voler salvare l’agricoltura chimica, al posto del metano a chilometri zero la sardegna continua a importare via nave da mezzo mondo carbone e petrolio con cui inquinarsi i polmoni).
“usiamo le fonti rinnovabili”, dicono i sardi-del-nimby.
bene, allora proviamo a fare le rinnovabili in sardegna al posto del metano-a-chilometri-zero che potrebbe sostituire le attuali importazioni inquinanti di greggio e carbone inquinanti.
e c’è chi prova a usare le fonti rinnovabili in sardegna.
ma gli stessi comitati nimby che suggerivano le rinnovabili, quando si tratta di rinnovabili sono di nuovo contrari.
angelantoni dall’umbria è leader nelle tecnologie per la concentrazione termodinamica dell’energia solare, e prova a fare un impianto: niente da fare, i comitati nimby (e la regione sardegna con essi) dicono che no, gli specchi solari occuperebbero terreno incolto rovinando il bel paesaggio.
il gruppo mossi-ghisolfi intende produrre ecobenzina nel sulcis (invece di importare quella petrolifera) partendo dalla cellulosa estratta dalle canne. l’investimento sarebbe di 200-250 milioni di euro e poi ci sarebbe l’indotto nell’agricoltura di una zona che prima delle miniere di carbone era un deserto abitato da appena 2mila persone.
l’ecobenzina darebbe energia pulita a chilometri zero e riattiverebbe una zona depressa dalla crisi dell’alcoa e delle miniere. ma riecco i benaltristi: “sarebbero necessari ben 5mila ettari di coltivazione”, e “il fabbisogno idrico annuo è pari a 5mila metri cubi per ettaro, cioè ben 25 milioni di metri cubi di acqua all’anno. una follia, la fine di qualsiasi prospettiva di crescita”.
torno a orvieto.
il comitato nimby contro la centrale geotermica segue l’attenta guida scientifica di claudio margottini, docente universitario di geotermia a contratto, già assessore all’ambiente del comune di orvieto.
e qui il problema di margottini e del comitato nimby non è il progetto in quanto tale, ma i dubbi che riguardano gli scienziati dietro al progetto.
le garanzie di indipendenza e di terzietà della scienza.
che a costoro non pare per niente una scienza indipendente, integra, etica e autorevole.
al contrario, hanno il sospetto che ci sia il solito mangiamangia all’italiana.
la commissione via è in scadenza (forse è già scaduta) e non ha esperti con competenze specifiche sulla geotermia o sul rischio che lo sfruttamento del calore del sottosuolo possa contaminare le acque prodonde o indurre tremori sismici.
per esempio può accadere che un membro della commissione via sia inesperto nel settore e chieda a destra ed a manca ai veri esperti di esprimere e scrivere in sua vece il parere tecnico (che naturalmente sarà firmato dal componente della commissione via).
i comitati del no sono perplessi anche sul referente scientifico della itw-lkw che propone il progetto, cioè lo scienziato franco bàrberi che durante il cambriano (o era durante il giurassico?) era stato capo della protezione civile durante i governi dini, prodi e d’alema (confermo: cambriano) e oggi, oltre che consulente di un’azienda, è anche consulente dello stato.
mi si dice che nel ’90 bàrberi, che ebbi modo di conoscere di persona e che seppi apprezzare per intelligenza e cultura scientifica, con il progetto poseidon in sicilia orientale subappaltò la rete geochimica di monitoraggio alla geotermica italiana, tra i cui azionisti figurava un suo parente. mi si dice che il monitoraggio così svolto non diede risultati di rilievo (non monitorati i vulcanelli di macalube che l’estate scorsa hanno ammazzato un po’ di visitatori).
sembra nella tempesta l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (nel quale fra l’altro lavora, e con competenza, la moglie di bàrberi), l’antichissima e già autorevolissima istituzione scientifica che dovrebbe garantire i cittadini.
io non so se le accuse che seguono sono vere: fra tanti scienziati veri, molti scienziati dell’ingv sono stati contestati per l’assenza (o la presenza debole) durante eventi come alcuni terremoti recenti, per il blocco di fondi e progetti anche relativi alle zone sismiche più travagliate, per previsioni sbagliate di terremoti, per viaggi improbabili di studio, per ricerche stravaganti e costosissime, per conflitti di interessi di esponenti di spicco che hanno incarichi privati e interessi commerciali, per graduatorie bizzarre.
per esempio, mi si dice che nell’autunno 2011 alcuni scienziati scrissero per la regione lazio una direttiva in cui si imponeva ai costruttori che ogni progetto in zona ciampino-colli albani doveva essere verificato con strumenti di una società specifica.
il comitato nimby di castel giorgio ha osservato che questi stessi strumenti di una società specifica sono stati adottati proprio in questi giorni per le misure in zona castel giorgio e torre alfina.
io ho un faldone alto così di documenti del comitato nimby. e anche altri documenti. ma non so in che chiave interpretare questi materiali e questi dettagli.
per esperienza ho imparato a diffidare dalle letture malevole, e spesso l’ambiguità e la malizia sono solamente apparenti. per esperienza, al contrario ho imparato che spesso chi si erge a correttore dei costumi ha secondi fini reconditi.
è questa l’inadeguatezza che io sento in me nel leggere questa documentazione d’accusa.
non riesco a capire se sono accuse fondate o illazioni malevole.
quindi, chi si sentisse toccato da queste descrizioni può usare liberamente questa “piazza” virtuale per spiegarsi.
però una cosa mi è chiara.
non è più tempo per la politica nella scienza. per gli interessi personali nella ricerca.
i cittadini dei comitati del no-a-tutto diffidano della scienza perché hanno avuto troppi esempi di figure autorevoli e neutrali che erano tutt’altro che autorevoli e tutt’altro che neutrali.
non è vero, come pensano alcuni, che “la scienza ufficiale ci nasconde la verità”.
è vero invece che ci sono scienziati-per-finta che usano la scienza per sé, e non per la conoscenza umana.
e ciò offrirà sempre più strumenti ai comitati nimby, i quali quasi sempre hanno torto ma a volte hanno ragione a vagonate.