ci sono due notizie concomitanti sull’antiscienza e su come gli scienziati e gli esperti non abbiano più molto credito fra le persone comunemente ignoranti come me.
ne scrivevo ieri in questo articolo sulla geologia e sulla vulcanologia.
attenzione – scrivevo ieri – abbiamo avuto troppi casi di baronìe scientifiche deleterie, e troppi casi in cui sedicenti scienziati hanno usato le attività di ricerca come strumenti per il loro interesse personale.
non ci si fida più della scienza.
se gli scienziati danno risposte rasserenanti, ci dev’essere il trucco. così pensano in molti.
ora accadono due cose.
primo.
la bufala degli ogm.
secondo: lo stop della toscana alla geotermia.
domani mattina in questo blog potrai leggere l’articolo sulla toscana geotermica; ora racconto della bufala degli ogm.
ti tolgono una libertà.
nel nome di questa bufala, su richiesta di italia e francia (e di altri paesi accodati) l’europa ha deciso di togliere una libertà, quella di poter seminare ogm.
è accaduto che la paura irrazionale di molte persone e l’interesse di lobby e gruppi di pressione da anni spingono il governo italiano a contraddire la scienza (con la spiegazione che *la scienza ufficiale ci nasconde la verità*) e a opporsi alle regole europee che regolano l’uso di ingegneria genetica.
ora i ministri europei hanno ceduto: va bene, come chiede l’italia in futuro ogni paese potrà imporre divieti alle colture ogm.
(non le importazioni. potrà vietare solo la coltivazione).
la paura e la cautela.
dietro questo no agli ogm c’è, scrivevo, la paura irrazionale di chi non sa che cosa siano gli ogm né di come siano regolati in europa.
l’europa, a differenza di altre parti del mondo, è sempre stata molto cauta sugli organismi geneticamente modificati.
giustamente cauta, io penso – ma questo avverbio *giustamente* è solamente la mia opinione.
difatti a me gli ogm non piacciono per niente.
ma cerco di avere un approccio di tipo scientifico, razionale. prima raccolgo gli elementi, poi mi do le conclusioni. (non sempre corrette).
molte persone invece hanno l’approccio contrario, antiscientifico, irrazionale: prima traggono le conclusioni, prima danno il giudizio; poi cercano le prove che confermino il pregiudizio, alimentandole con le distorsioni antiscientifiche del confirmation bias.
altrove, gli ogm sono accolti e coltivati in modo più entusiatico che in europa.
le severe regole europee attuali.
le regole europee dicono che l’introduzione di un ogm deve essere prima verificata e autorizzata dall’efsa, l’ente europeo sulla sicurezza alimentare, che ha sede a parma.
quando ha ottenuto l’autorizzazione europea, la specie ogm può essere coltivata liberamente in tutta europa, come ha certificato anche una sentenza della corte di giustizia che ha condannato sonoramente l’italia che aveva provato a porre un’autorizzazione nazionale.
(ora l’italia ha una moratoria temporanea in scadenza alla coltivazione di ogm).
naturalmente l’importazione di prodotti ogm è libera. già avviene in modo massiccio, e lo sarà anche in futuro.
la clausola di salvaguardia.
se dopo l’autorizzazione europea emergessero problemi non previsti alla salute umana o animale, oppure danni all’ambiente, le autorità alimentari, sanitarie o ambientali locali possono far sollevare al loro paese d’appartenenza la cosiddetta clausola di salvaguardia, presentando studi e ricerche che dimostrino la dannosità del prodotto.
la procedura d’emergenza.
se dopo l’autorizzazione emergessero conseguenze davvero gravi che chiedano un intervento d’urgenza – un’epidemia di persone, per esempio – allora gli stati europei possono chiedere la cosiddetta procedura d’emergenza, cioè una procedura rapida di blocco.
le regole di coesistenza.
c’è un terzo modo per limitare gli ogm, secondo le regole attuali: sono le linee guida per la coesistenza.
l’autorità agricola nazionale (che in italia è delegata alle regioni) deve fissare queste linee guida e deve fissare le regole che permettono la coesistenza fra colture ogm e colture non ogm.
per esempio, queste regole locali possono vietare semine ogm a distanze troppo ravvicinate dalle colture non ogm, e in italia la densità delle zone agricole la sola fissazione di distanze minime bloccherebbe di fatto ogni coltura ogm.
le norme non fatte.
ma la parola *coesistenza* ha fatto urlare per anni la coldiretti: *coesistenza* sarebbe una resa agli ogm, diceva l’organizzazione agricola.
così dopo che i ministeri interessati insieme con le regioni avevano tracciato anni fa le linee guida, poi queste regole per la *coesistenza* sono state abbandonate a produrre polvere nei cassetti.
l’unica regione che, solo l’anno scorso, aveva tentato di emanare le sue regole di coesistenza era il friuli venezia giulia in cui la presidente debora serracchiani era stata messa alle strette da un battagliero battaglierissimo imprenditore agricolo, giorgio fidenato, il quale insisteva a seminare ogm secondo le regole europee e continuava a essere ispezionato dalle forze dell’ordine per *coltivazione illegale* e continuava a vedere i suoi campi devastati dalle razzie dei sedicenti ambientalisti.
cautele comprensibili.
sedicenti ambientalisti, ho scritto.
ora, gli ogm possono anche far male.
non è vera la bufala spacciata da vandana shiva, nella quale cascano tanti, secondo cui in india la diffusione degli ogm ha prodotto una tale crisi agricola da spingere al suicidio migliaia di contadini poveri. non è vero per niente.
però gli ogm sono creature *nuove* e quindi in teoria, se non li si conosce bene, se non li si studia bene, chissà, potrà nuocere alla salute o all’ambiente un prodotto ogm che oggi non esiste ma domani forse sarà creato.
quindi, prima di adottarlo bisognerà fare mille e mille prove.
ma gli ogm oggi in commercio nel mondo non fanno male.
anzi, forse fanno bene, in qualche caso.
gli ogm che importiamo già: mangimi per animali, cotone.
sono ogm quasi tutti i cotoni che vengono coltivati nel mondo per confezionare i nostri vestiti.
è ogm gran parte della soia e del granturco con cui sono alimentate le vacche e i porcelli di cui mangiamo la carne.
ed è ogm un pregiatissimo riso, il riso d’oro o golden rice, che salva dalla cecità migliaia di bambini poveri: produce vitamina a (assente dal riso tradizionale) e nel mondo 100 milioni di bambini hanno carenze gravissime di vitamina a perché si nutrono solamente di riso tradizionale.
sono creazioni genetiche il grano per la pasta e i pomodorini pachino.
sono organismi geneticamente modificati ma non secondo le tecniche transgeniche alcuni dei prodotti più apprezzati in italia.
il pomodorino pachino non è un prodotto tradizionale.
è un’invenzione di ingegneria genetica creata nel 1989 in israele dalla hazera genetics attraverso tecnologia mas (marker assisted selection) e con versioni mutate dei geni chiamati rin e nor (ripening inibitor e no ripening).
l’apprezzatissimo grano duro italiano con cui si produce la pasta è il creso, inventato nel ’74 nel centro enea della casaccia tramite intervento di ingegneria genetica con radiazioni.
è stato ottenuto facendo incrociare un frumento duro selezionato dal centro internacional de mejoramiento de maíz y trigo insieme con un mutante (cp B144) indotto da una combinazione di neutroni e raggi gamma nel frumento duro della varietà *senatore cappelli*.
il granturco mon810 contestatissimo.
qual è il solo prodotto ogm registrato in europa e contestato?
è un granturco, il monsanto 810, ovvero mon810.
un altro granturco concorrente è in attesa di registrazione europea.
coltiviamo mais ibrido, assetato, chimicizzato.
il granturco coltivato in italia è prodotto da ibridi e incroci di grandi multinazionali (monsanto, syngenta, pioneer e così via) ma non è ogm.
è una pianta sitibonda, assetatissima, beve acqua a litrate, e un ciclo di coltivazione chiede un grande impegno irriguo.
il granturco è tormentato da un parassita, la piralide.
è una farfallina bigia la cui larva, come un tarlo, scava gallerie tortuose e lunghissime nei grani, nella pannocchia e nel fusto del granturco.
per questo motivo chi coltiva granturco deve irrorare generosamente il campo di granturco con grandi quantità di antiparassitari, che avvelenano la farfallina e liberano le piante dai bruchini.
l’antiparassitario da un batterio.
il mon810 è stato ottenuto inserendo nel suo gene, nella sua cellula, un frammento della catena genetica di un bacillo, il bacillus thuringiensis (bt), il quale secerne un composto che uccide il bruco della piralide.
questo composto è pericoloso solo soltanto esclusivamente per i lepidotteri, cioè le farfalle, perché agisce su un loro specifico meccanismo vitale.
tutti gli altri animali, possono mangiare carriolate di bt in piena serenità.
cioè, la pianta stessa produce il suo antiparassitario innocuo.
le spiegazioni del no al mon810.
le contestazioni dicono che dopo alcuni anni la piralide ha la normale mutazione darwiniana e comincia a selezionare farfalline resistenti al bt del mon810.
insomma, accade quello che accade già con gli insetticidi chimici: dopo un po’ le piante vengono attaccate da farfalline resistenti. con gli insetticidi, si aumentano le dosi o si cambia prodotto chimico; ma con un granturco ogm, come si fa?
inoltre, il mon810 può contaminare con il suo polline ogm altre colture vicine. (può darsi. non so se questa pianta ogm è sterile, come gran parte delle piante moderne, o se può riprodursi).
inoltre, gli anti-ogm dicono che la nuova varietà mon810 che si aggiunge alle altre già esistenti è un impoverimento della biodiversità, cioè riduce il numero di diverse varietà e di diverse specie. ha usato oggi anche il ministro dell’ambiente gian luca galletti questa parola: bloccare gli ogm è una tutela della biodiversità.
alcune domande correlate.
il mais ogm può contaminare altro granturco non ogm o è sterile?
se non è sterile, l’impollinazione di altre piante di granturco è un danno ambientale?
perché?
gli ibridi (non ogm) della syngenta, della monsanto, della pioneer o altre colture artificiali possono contaminare altro granturco o sono sterili?
se non sono sterili, l’impollinazione fatta dagli ibridi artificiali non ogm ad altre colture di granturco è un danno ambientale?
la resistenza ai parassiti di varietà ibridate e artificiali non ogm crea un effetto ambientale migliore rispetto alle varietà ogm?
l’arma burocratica.
per bloccare gli ogm finora è stata adottata la tecnica della burocrazia.
sono state sollevate clausole di salvaguarda affiancate da studi sui rischi per la salute umana animale e per l’ambiente.
la documentazione veniva mandata alla commissione ue.
la quale commissione ue mandava il plico all’efsa di parma per la verifica scientifica.
la quale efsa di parma faceva gli studi e diceva che la documentazione era farlocca, e che non c’erano rischi per la salute o l’ambiente.
la commissione studiava le carte dell’efsa e respingeva la richiesta di clausola di salvaguardia.
così si bloccava per un po’ un prodotto.
prodotti in arrivo.
i nuovi prodotti ogm saranno difficili da arrestare. per esempio è in arrivo un granturco che ha bisogno di poca acqua. sarà difficile convincere i coltivatori a non seminare un granturco che ha costi irrigui modestissimi.
e sarà difficile spiegare ai consumatori che il risparmio d’acqua è un danno all’ambiente.
divieto o no, l’italia non ha spazio per gli ogm.
anche se fossero consentiti (come lo sono oggi), ben pochi ogm troverebbero spazio in italia (come in effetti non ne trovano). l’agricoltura italiana è fatta di aziende agricole minuscole, deboli, spesso arretrate.
da aziende agricole con prodotti di alta qualità, di alta specializzazione, legati alle tradizioni alimentari e agricole del luogo.
è un’agricoltura con poche pianure che possano prestarsi alle colture estensive e meccanizzate.
i consumatori italiani sono piuttosto esigenti e non li amano molto.
se gli ogm oggi faticano a trovare spazio in italia è solamente perché l’italia non si presta molto agli ogm.
anche se venissero vietati, o se venissero incentivati, la situazione italiana degli ogm cambierebbe poco. sarebbero comunque una presenza marginale.
perché vogliono farti paura: per protezionismo.
il motivo economico vero dell’uso della bufala degli ogm si chiama: protezionismo.
la coldiretti ha bisogno del consenso degli agricoltori italiani, deboli ed esposti alla concorrenza internazionale globalizzata.
agricoltori che vivono soprattutto di sussidi sempre più sottili.
l’unico modo di promuovere il consumo dei prodotti dei piccoli coltivatori italiani è fare leva sulla paura dei consumatori per il prodotto straniero.
la paura del cibo forestiero.
la paura del cibo contaminato è antica quanto l’uomo.
l’uomo moriva per la contaminazione della segale cornuta. per la contaminazione dei pozzi d’acqua con i vibrioni del colera. per la contaminazione delle derrate alimentari deperite.
fanno leva su questa paura gli agricoltori austriaci, per esempio: i pomodorini austriaci sono confezionati con i colori bianco-rossi della bandiera nazionale: come se i pomodori austriaci fossero più buoni, sicuri e gustosi di quelli italiani.
fanno leva su questa paura le aziende che confezionano il latte: sul cartone è scritto che è latte raccolto solamente nelle stalle *della nostra provincia* (come se le vacche da latte con le tette giganti frutto di incroci e selezioni industriali diano un latte più buono e sicuro se vengono ammassate in stalle di quella provincia invece che nella provincia a fianco).
più tardi pubblicherò in questo blog un altro articolo sull’antiscienza.
un mese fa avevo pubblicato un lungo intervento sulla scienza e sulla geotermia. si intitolava *la scienza corrotta aiuta i no dei comitati nimby; orvieto e altre storie* (clicca qui per leggere l’articolo del 12 gennaio).
su temi simili avevo pubblicato un altro articolo (antiscienza e la paura della geotermia in toscana, clicca qui) e in sequenza una raccolta sul dibattito molto interessante che ne era sortito fra i lettori (il dibattito alto dei lettori, clicca qui).
il tema nimby è sempre più rovente, e ne ho scritto nelle settimane scorse (trivelle e giacimenti, la saldatura elettorale tra politici e nimby; clicca qui) anche allargando il campo ad altre paure come la vecchia storia di un nimby di quasi due secoli fa (quando la paura del treno scatena rivolte e sabotaggi nel 1830; clicca qui).