l’antiscienza. la paura della geotermia. in toscana stop all’energia pulita del sottosuolo.

ci sono due notizie concomitanti sull’antiscienza e su come gli scienziati e gli esperti non abbiano più molto credito fra le persone comunemente ignoranti come me.

ne scrivevo l’altro giorno in questo articolo sulla geologia e sulla vulcanologia.
attenzione – scrivevo in quell’articolo – abbiamo avuto troppi casi di baronìe scientifiche deleterie, e troppi casi in cui sedicenti scienziati hanno usato le attività di ricerca esclusivamente come strumenti per il loro interesse personale.
(non pretendo che la ricerca scientifica sia fatta solamente per beneficienza, anche se mi piacerebbe; però pretendo un rapporto consapevole, trasparente ed equilibrato tra chi fa ricerca e i soldi).

ora accadono due cose.
primo.
la bufala degli ogm.
secondo: lo stop della toscana alla geotermia.
ieri sera avevo raccontato la bufala degli ogm. oggi racconto la toscana geotermica.

la geotermia fa paura, nel mio caso per ignoranza.
non ci si fida più della scienza.
se gli scienziati danno risposte rasserenanti, ci dev’essere il trucco. così pensano in molti.

bisogna essere cauti sulle rinnovabili e sulla geotermia.
giustamente cauti, io penso – ma questo avverbio *giustamente* è solamente la mia opinione.
a me le fonti rinnovabili piacciono, piacciono molto, e devono sostituire quanto più possibile le fonti energetiche sporche; ma a volte possono creare più problemi di quelli che risolvono.
perciò cerco di avere un approccio di tipo scientifico, razionale.
prima raccolgo gli elementi, poi mi do le conclusioni. (non sempre corrette).

molte persone invece hanno l’approccio contrario, antiscientifico, irrazionale: prima traggono le conclusioni, prima danno il giudizio; poi cercano le prove che confermino il pregiudizio, alimentandole con le distorsioni antiscientifiche del confirmation bias.

è ben noto il caso classico del no-benaltrista-a-tutto.
l’abbiamo visto in mille casi, e citerò come esemplare quello della sardegna: no allo scavo di un pozzo per cercare un giacimento di metano nella zona di oristano perché “distruggerà la nostra regione e l’agricoltura della nostra zona”.
la regione sardegna, nimby istituzionale, ha bloccato la perforazione.
(e, con la giustificazione di voler salvare l’agricoltura chimica, al posto del metano a chilometri zero la sardegna continua a importare via nave da mezzo mondo carbone e petrolio con cui inquinarsi i polmoni).

“usiamo le fonti rinnovabili”, dicono i sardi-del-nimby.

bene, allora proviamo a fare le rinnovabili in sardegna al posto del metano-a-chilometri-zero che potrebbe sostituire le attuali importazioni inquinanti di greggio e carbone inquinanti.
e c’è chi prova a usare le fonti rinnovabili in sardegna.

ma gli stessi comitati nimby che suggerivano le rinnovabili, quando si tratta di rinnovabili sono di nuovo contrari.
angelantoni dall’umbria è leader nelle tecnologie per la concentrazione termodinamica dell’energia solare, e prova a fare un impianto: niente da fare, i comitati nimby (e la regione sardegna con essi) dicono che no, gli specchi solari occuperebbero terreno incolto rovinando il bel paesaggio.

il gruppo mossi-ghisolfi intende produrre ecobenzina nel sulcis (invece di importare quella petrolifera) partendo dalla cellulosa estratta dalle canne. l’investimento sarebbe di 200-250 milioni di euro e poi ci sarebbe l’indotto nell’agricoltura di una zona che prima delle miniere di carbone era un deserto abitato da appena 2mila persone.
l’ecobenzina darebbe energia pulita a chilometri zero e riattiverebbe una zona depressa dalla crisi dell’alcoa e delle miniere. ma riecco i benaltristi: “sarebbero necessari ben 5mila ettari di coltivazione”, e “il fabbisogno idrico annuo è pari a 5mila metri cubi per ettaro, cioè ben 25 milioni di metri cubi di acqua all’anno. una follia, la fine di qualsiasi prospettiva di crescita”.

lascio la sardegna e torno alla toscana del no-alla-geotermia.
è accaduto che l’interesse di lobby e gruppi di pressione da anni stimola la paura irrazionale di molte persone e spinge le persone (e i politici) a contraddire la scienza (con la spiegazione che *la scienza ufficiale ci nasconde la verità*) e a opporsi alle fonti rinnovabili.
la regione toscana ha bisogno del consenso elettorale, e quindi asseconda queste contestazioni sincere in chi le esprime, strumentali in chi le stimola.

invece di rivolgersi a scienziati affidabili scartando quelli più *discutibili* per scegliere quale progetto sviluppare e quale no, la toscana ieri ha deciso secondo il criterio che *la scienza ufficiale ci nasconde la verità* e quindi per sei mesi vengono sospese tutte le procedure per il rilascio di nuovi permessi ricerca per la risorsa geotermica.
tutte.
buone, dubbiose e cattive insieme.
per i permessi già rilasciati si sospendono le proroghe così come le autorizzazioni per pozzi esplorativi che consistono nella fase più invasiva della ricerca. lo ha annunciato il presidente della toscana enrico rossi illustrando i contenuti della proposta di legge approvata durante l’ultima giunta e che adesso sarà presentata in consiglio.
(ho conosciuto rossi, soprattutto nel periodo della vicenda costa concordia; ne ho apprezzato le capacità e l’intelligenza; ne ho condiviso volentieri gli intenti. ma stavolta mi ha lasciato perplesso).

“il numero di 31 autorizzazioni di ricerca già rilasciate la dice lunga – ha detto rossi – è figlio della liberalizzazione delle attività in questo settore arrivata nel 2010”.

ripeto la frase del presidente perché alcune locuzioni lasciano trasparire disprezzo: il numero di autorizzazioni “la dice lunga. è figlio della liberalizzazione”.

“purtroppo” (proprio così, rossi dice *purtroppo*) “esiste una legge del 1927, che risale quindi a quando c’era il monopolio di enel, che prevede che la regione sia obbligata a rilasciare permessi di ricerca”.
(non è una critica contro il presidente rossi, a tutti può capitare una piccola svista e io ne sono principe, ma do un’info ai lettori: nel ’27,quando fu emanata la legge, l’enel non esisteva e l’energia elettrica non era stata nazionalizzata. la nazionalizzazione e la nascita dell’enel sono del ’62-’63).
riprendo a citare il presidente della toscana: “e questo contro ogni ragionevole distribuzione degli eventuali pozzi sul territorio con il conseguente legittimo esplodere di proteste in tutta la toscana a causa dell’addensamento di ricerche. ebbene, siccome nel piano energetico regionale abbiamo previsto che nei prossimi 5 anni ci sia un aumento di non più di 150 mw da ricavare da energia geotermoelettrica, in questi sei mesi stabiliremo quali siano i creteri perché le ricerche non siano 31, ma siano semplicemente il numero funzionale alla programmazione che abbiamo fatto nel piano energetico”.

dice la toscana che obiettivo del provvedimento è evitare rischi di sostenibilità ambientale (ripeto: rischi di sostenibilità ambientale) e socioeconomica (rischi di sostenibilità socioeconomica) nelle aree di produzione geotermica.
la liberalizzazione delle attività in questo settore – sancita dalla normativa nazionale del 2010 – ha infatti determinato un cospicuo aumento delle richieste per la realizzazione di pozzi esplorativi.

con questa legge la regione si dà così tempo per valutare in quale misura occorra sviluppare la geotermia in toscana per raggiungere i 150 mw di potenza, cioè l’obiettivo imposto al 2020 dal cosiddetto burden sharing, la ripartizione degli oneri tra i paesi imposta dall’europa, e recepito dal piano energetico regionale (paer).

entro il termine di sei mesi – quelli della sospensione, che decorreranno dall’entrata in vigore della legge – verranno stabilite con ulteriori deliberazioni della giunta regionale il numero massimo dei pozzi che potranno essere autorizzati e i criteri di opportuna localizzazione. lo scopo: garantire lo sviluppo della risorsa e al tempo stesso la sostenibilità ambientale e socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca relativi alle risorse geotermiche.

in altre parole per l’utilizzo di una fonte rinnovabile come la geotermia viene messo un limite, mentre sui capannoni dei gommisti, supermercatoni del mobile e villette a schiera che deturpano i poggi del paesaggio toscano lì, no, nessun limite.

che cosa dice il piano regionale dell’energia sullo sviluppo geotermoelettrico in toscana al 2020?

è previsto lo sviluppo dell’alta entalpia nelle aree tradizionali che avverrà subordinandolo all’impiego di tecnologie e pratiche gestionali altamente efficienti.
diverso il discorso relativo all’amiata, dove con il riassetto della concessione di piancastagnaio e l’autorizzazione rilasciata per la costruzione della centrale denominata bagnore (giunta attorno ai 100 mw di potenza installata) si è raggiunto il punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa e la vocazione socioeconomica (tremo quando sento la parola *vocazione*) contribuendo agli obiettivi che con il burden sharing lo stato ha assegnato alla regione toscana.

per quanto riguarda la media entalpia, a fronte delle numerose domande presentate alla regione, il paer introduce criteri di valutazione da usare già nella fase dei permessi di ricerca. in sede di valutazione della domanda di concessione dovrà essere assicurata una distribuzione delle centrali geotermoelettriche sul territorio regionale volta ad evitare eccessivi livelli di concentrazione, nello specifico il cosiddetto “effetto cumulo”, una valutazione sulle ricadute economiche e sociali che il progetto industriale comporta e la compensazione a vantaggio del territorio su cui insistono gli impianti.

in toscana risultano operanti 34 impianti geotermici (le centrali di bagnore e piancastagnaio sull’amiata e gli altri 32 nell’area geotermica di larderello) con una potenza efficiente lorda istallata pari a 875,5 mw. con la recente apertura della centrale di bagnore 4 nel comune di santa fiora, che apporta 40 mw, adesso per centrare l’obiettivo al 2020 mancano 150 mw.

al momento i permessi di ricerca per l’energia geotermoelettrica in toscana sono 31. di questi, 24 sono in fase di ricerca non invasiva e 7 nella fase di ricerca più avanzata. inoltre ci sono aperte 7 istruttorie per l’eventuale conferimento del permesso di ricerca.

  • Jacopo Giliberto |

    chiarimento per i lettori.
    io non so se il progetto torre alfina è buono o cattivo.
    ho ragionevoli motivi per pensare che il progetto sia buono, ma posso sbagliarmi.
    ciò che non condivido di questa vicenda invece sono:
    – la commistione fra interesse pubblico (legittimo) e interesse privato (legittimo anch’esso). l’istituzione, per rappresentare il bene collettivo ed essere super partes, deve evitare commistioni fra le due parti. il conflitto d’interessi mina la credibilità di chi parla.
    – l’ambiguità di molti fra gli oppositori al progetto. non tutti, ma molti di loro vestono di “ragioni ambientali” il motivo dell’opposizione, mentre in realtà contrastano il progetto geotermico per la (naturale, umana ed emotiva) paura del cambiamento. essere reazionari e conservatori è legittimo, ma chi vuole essere creduto da me deve avere l’onestà di ammetterlo.

  • paolo manzelli |

    “L’ economia circolare per uno sviluppo responsabile nella produzione del cibo”

    c/o Auditorium Ente Cassa di Risparmio di Firenze, via Folco Portinari 5r – Firenze, Italia. Ore: 9:30-14:00, 30 Aprile 2015

    N.B. “Agronomia Circolare per la Riduzione e Riuso degli scarti di un’agricoltura sostenibile”
    Il 29 Aprile Pomeriggio ( 15.00-18.00) si terra’ un Premeeting c/o la Regione Toscana in Piazza Unita’ 1 –Firenze allo scopo di organizzare un Focus Group per coordinare un Progetto Horizon 2016-20 su l’ Agronomia Circolare.
    Con “economia ciclica”, si intende un sistema di efficientamento dell’utilizzo delle risorse, in cui i prodotti finali di una fase di produzione diventano origine di una successiva fase, dando luogo ad uno schema, appunto, ciclico. Il modello può essere vantaggiosamente applicato anche nel complesso dei processi agricoli e alimentari, utilizzando gli scarti dei singoli processi per una maggiore produttività ed un minore impatto ambientale, minimizzando ogni forma di rifiuti che inquinino le risorse naturali (acqua, aria, terra). La proposta di EGOCREANET, organizzatore e promotore dell’evento, intende incoraggiare la ricerca e le aziende del settore alimentare ed agricolo ad innovarsi applicando i criteri e le prospettive di innovazione dell’economia ciclica, attraverso la realizzazione di gruppi di lavoro finalizzati a condividere le questioni di maggior interesse da sviluppare successivamente in progetti Horizon 2020. L’obiettivo è di creare un “think tank” per aggregare competenze e capacità creative delle aziende e della ricerca, per lo sviluppo sostenibile del territorio, verso una cultura del risparmio, del riutilizzo e del riciclo in ambito agro-alimentare. L’evento intende contribuire a ripensare la sostenibilità delle filiere produttive agro-alimentari: un thinking design innovativo basato sull’auto-sostenibilità energetica e sul riciclaggio a zero-rifiuti.
    PROGRAMMA PRELIMINARE del 30 Aprile 2015 :
    Sono previste a) relazioni introduttive su Agronomia Circolare ( → 20′ ciascuno )
    b) Interventi di Ricerca e Sviluppo ( → 15′ ciascuno )
    + Brevi Presentazioni Best Practices/progetti ( → 10′ ciascuno )
    NB: Interventi preannunciati … lista e titoli e ordine da completare e concordare … 20/Marzo/2015

    Diassina Di Maggio , Direttore APRE . “Nuove Strategie di Promozione della Ricerca Europea nel 25* dell’ APRE ”
    Gaetano Borrelli, ENEA – Studi e Strategie, Roma : “La sostenibilità tra ambiente, economia e società: dal paradigma dell’economia di frontiera alla green economy.”
    Giampiero Maracchi, Presidente Accademia dei Georgofili. “Il Ruolo della Agricoltura sugli Equilibri Planetari”
    Alessandro Ruggieri, Rettore – Universita’ della Tuscia :“Economia circolare nel settore agrofood: profili socio-economici”
    Annalisa Romani, PHYTOLAB/ UniFi.”Biomasse agroindustriali per nuove produzioni sostenibili.”
    Luigi Campanella, Dip. Chimica Università La Sapienza, Roma.”Economia Circolare o Circolarita’ Economica ?”
    Katya Carbone,CRA – FRU, Roma. “Innovazione scientifica nel settore agroindustriale ed economia circolare: la nuova sfida”.
    Giacomo Pietramellara, DISPAA- UniFi- ”Serre verticali: un esempio di agricoltura urbana ecosostenibile”.
    Giuseppe Surico , Presidente Scuola di Agraria , Universita di Firenze
    Mario Tredici, Dip. Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente – Università di Firenze
    Fabio Masi, Agronomist – IRIDRA spa “Recupero Nutrienti dalle Acque in ambito civile e zootecnico“
    Antonio Mauro (direttore)R.S.-Prato : “Riduzione,riuso e business dagli scarti di lane per le imprese agricole di allevamento”
    Antonio Di Giovanni, Funghi Express Soc.Agr.
    Chiara Casazza , Progetto X EXPO .

    La partecipazione è gratuita. È richiesta la registrazione: inviare una email a Paolo Manzelli egocreanet2012@gmail.com
    Il programma aggiornato sarà disponibile al link: http://www.eurosportello.eu/sites/default/files/agricoltura-circolare.pdf
    L’evento è organizzato da EGOCREANET (ONG di R&S ) in collaborazione con Eurosportello (membro della rete

  • Lorenzo B. |

    Non era mia intenzione irritare il dott. Cupelli che mi ha citato scrivendo: “Quindi questo è un chiaro caso di antiscienza, come il post di Lorenzo B, che forse non sa che si può fare geotermia anche non emettendo vapori, ma reintroducendo nelle stesse formazioni di provenienza i fluidi geotermici.” Io non sono uno scienziato e desideravo unicamente suggerire all’autore dell’articolo che le parole “energia pulita” nel titolo potevano essere fuorvianti. Che si potesse fare dell’antiscienza con così poco non l’avrei mai sospettato. Un cordiale saluto.

  • Associazione Casolenostra |

    Hedonic Price,
    abbiamo ricontrollato tutte le dimostrazioni del lavoro di Sherwin Rosen “Hedonic Prices and Implicit Markets: Product Differentiation in Pure Competition” e non abbiamo trovato errori.

    Per scrupolo abbiamo anche riguardato “Identifying Hedonic Models”, di Ivar Ekeland, James J. Heckman e Lars Nesheim, e di nuovo non sembra vi siano errori.

    Forse il lettore precedente si riferisce alla difficoltà di generalizzazione al caso multidimensionale espressa dallo stesso Eckeland nel lavoro “Existence, uniqueness and efficiency of equilibrium in hedonic markets with multidimensional types”. Se l’osservazione è questa, allora è un’osservazione pertinente, anche se chiamarla bufala suona un po’ poco rigoroso, almeno dal punto vista matematico.

    Forse sarebbe più corretto ripartire dall’osservazione dello stesso Ekeland che afferma (pag. 295): “Finally, we wish to stress that although we have what appears as a complete equilibrium theory for multidimensional hedonic models, the numerical aspects are far from being as well understood.” per mettersi al lavoro.

    Stiamo cercando di venire a capo del problema anche per mezzo di simulazioni numeriche e speriamo che questo possa contribuire a gettare chiarezza sugli aspetti economici del problema dell’industializzazione geotermica di aree agricole.

    Infine una nota di ringraziamento a Jacopo Giliberto per aver ospitato questa garbata discussione sulle pagine del sole24ore e un invito ad approfondire il lavoro di Ekeland https://www.ceremade.dauphine.fr/~ekeland/articles/hedonicequ.pdf scritto in modo profondo e limpido, così come gli altri lavori sullo sviluppo sostenibile https://www.ceremade.dauphine.fr/~ekeland/time%20inconsistency.html

    Un cordiale saluto
    Associazione Casolenostra

  • aurelio cupelli |

    Conosco quegli articoli.
    Nel primo di essi si parla dell’utilizzo della tecnica della fratturazione idraulica (fraking), quindi non vedo la pertinenza con la realtà toscana.
    Nel secondo, quello di Ellsworth, idem, si parla di pozzi geotermici realizzati con la tecnica ECG partendo da rocce calde secche, ed anche qui non vedo la pertinenza con la realtà toscana.
    Nell’ultimo studio citato su Nature, la frase estrapolata, che sta nelle premesse dello studio, cioè il motivo per cui è stato condotto, è così tradotta: “L’energia geotermica è una fonte energetica in crescita; tuttavia, gli sforzi per aumentare la produzione sono contrastati dalla preoccupazione per terremoti indotti.”. Cioè lo studio è stato stimolato dalla necessità di indagare quella “preoccupazione”, non il fatto oggettivo.
    Lo studio su Larderello è sull’ipotesi reinizione di parte dei liquidi geotermici ad alta entalpia a valle delle torri di raffreddamento, senza l’obiettivo di farlo nelle stesse formazioni geologiche di provenienza, i cui risultati rilevano una modifica della numerosità ma non della intensità rispetto alla sismicità naturale.
    L’ultimo non è neppure commentabile per la sua genericità e scarsa pertinenza.
    Quindi, gli articoli elencati, letti approfonditamente li portano a connaturarsi come raccolte di dati statistici su siti puntuali, tutti lontani, eccetto uno, geograficamente, non rappresentativi quando si cercano parametri che possano valere per la totalità dei casi. Così il tutto acquista un carattere di rumore dietro al quale ognuno nasconde quello che vuole.
    La stessa sintesi dei signori di Casole è piuttosto chiara: “siccome non si può affermare con sicurezza il contrario, e cioè che non vi è nessuna relazione tra geotermia e sismicità indotta, allora questa relazione “può” esserci”.
    Ecco, è proprio questa l’antiscienza.

    Veniamo alla parte economica. Il metodo “hedonic price” è una bufala, in quanto si basa su input di variabili in gran parte soggettive, cioè opinioni di chi imposta il modello.
    Considerando però che la matematica non è un’opinione, e che comunque la matematica è alla base dell’economia, non possiamo dimenticarci che l’insiemistica è alla base della matematica, e alle elementari la prima cosa che ci hanno insegnato è che “TRE pere” NON sono uguali a “TRE arance”.
    Fatto salvo che non esiste nessuna relazione (matematicamente e statisticamente provata) che porti a considerare geotermia e turismo necessariamente alternative, NON ha nessun senso matematico, ne tantomeno economico, dire che il turismo in Toscana fattura più della geotermia. E’ come dire che il turismo in Toscana fattura più della Piaggio (e allora non la dobbiamo far crescere, anzi la chiudiamo?).
    La risorsa geotermica non è una risorsa che si trova ovunque con la stessa entità. Il confronto è quindi da farsi in quelle aree dove la risorsa è presente in quantità ed in qualità che peraltro gode del riconoscimento di “risorsa d’interesse nazionale”.
    Il turismo in Toscana fattura più della geotermia soprattutto grazie a Firenze, dove la risorsa geotermica è presente con un’intensità bassissima. Se ci limitiamo al confronto solo nelle aree dove entrambe sono o possono essere potenzialmente presenti, chi fattura di più?

    Ma poi tutto questo cosa dovrebbe significare, che ha ragione chi guadagna di più?
    E della democrazia basata sul diritto delle leggi che la governano cosa ne vogliamo fare?

  Post Precedente
Post Successivo