le mie città. sabbioneta. (2 shakespeare in love e il sogno di mezz’estate).

(ho tratto l’immagine qui sopra dal film il mestiere delle armi di ermanno olmi, 2001).

(2 – secondo di tre articoli. per leggere il primo articolo su sabbioneta, l’imperatore austriaco, il duca figlicida e il reverendo in tonaca clicca qui. per leggere il terzo articolo su sabbioneta, l’amleto mantovano e il conte antiquario clicca qui).

già nelle sue origini, la città di sabbioneta, nella bassa mantovana, pare avere una vena nascosta di follia, a tratti tragica.

nell’articolo precedente su sabbioneta raccontavo che il duca vespasiano gonzaga voleva avere la sua città.
come i nostri bambini realizzano la loro immaginazione usando i mattoncini di lego, così vespasiano gonzaga si costruì la sua città partendo da zero e nella seconda metà del ‘500, con i mattoncini del lego di cui disponeva un gonzaga strapieno di soldi, spianò i campi di miglio e sorgo ai margini del po e realizzò la città ideale così come pareva a lui.
cioè voleva farne una piccola roma, una piccola atene, un condensato di cultura magnificienza munificienza.
il vespasiano gonzaga nel suo programma costruttivo della sua città ideale diede espressamente il mandato della “piccola atene”.

e come basilica privata di famiglia, dietro al palazzetto ducale gonzaga costruì il tempio dell’incoronata.

il tempio dell’incoronata è stato scelto da un’altra anima originale per comprovare una tesi: william shakespeare ha ambientato la commedia sogno di una notte di mezz’estate non in un luogo di fantasia ma proprio a sabbioneta, alla corte di vespasiano gonzaga.

lo ha asserito richard paul roe, avvocato statunitense morto nel 2010, convinto assertore che il nobile guglielmo crollalanza – ops – william shakespeare aveva ambientato le sue opere nei luoghi italiani esatti di sua personale conoscenza.

roe aveva girato l’italia da cima a fondo usando come guida i testi di shakespeare.
aveva cercato e trovato ogni riferimento ai luoghi contenuto nella bisbetica domata (padova), tanto rumor per nulla (messina), nel giulietta e romeo e nei due gentiluomini di verona (verona), il mercante di venezia e l’otello (venezia) e così via.

sabbioneta. il teatro olimpico.

sabbioneta. il teatro olimpico. foto scattata da me.

roe era convinto che le commedie e le tragedie di shakespeare ambientate in italia fossero frutto di esperienza diretta e personale di shakespeare, viaggiatore in incognito in italia.

il legame di shakespeare con l’italia è una cosa nota; è più di un’ipotesi, e forse è la verità, il fatto che il misterioso william shakespeare possa essere in realtà il nobile italiano crollalanza (shake-speare significa proprio scuoti-lancia) che aveva una casa a londra.
la fonte d’ispirazione di shakespeare in realtà non sembra essere stata l’esperienza personale.
per giulietta e romeo, shakespeare (o crollalanza) si basò su un traduttore di una novella di matteo bandello che aveva copiato il vicentino luigi da porto (si veda di daria perocco la prima giulietta, edizione critica e commentata delle novelle di luigi da porto e matteo maria bandello, palomar, 2008. cliccando qui puoi leggere un breve sunto scritto da daria perocco).

però l’avvocato richard paul roe ne era convinto.
andava nei luoghi delle opere di shakespeare, leggeva i versi e cercava di vedere se c’erano realmente le cose descritte dal vate.
un verso di shakespeare parla del boschetto di salici? e roe scopriva che nella collina di fronte alla città della commedia c’è ancora oggi proprio quel boschetto di salici.
un verso cita il balcone o la casa? e roe entusiasta individuava un balcone o una casa proprio dove lo descriveva il personaggio immaginario.
insomma, l’avvocato stanunitense era convinto che i luoghi citati nei vari passi corrispondessero a luoghi reali visti di persona da shakespeare.
gli studi di roe sono raccolti nel libro the shakespeare guide to italy: retracing the bard’s unknown travels, harper perennial, 2011.

e così per l’atene in cui è ambientata la commedia fantasy “a midsummer night’s dream”.
s’è detto roe: ma che atene bizzarra può essere mai quella rappresentata da shakespeare?
quando ha saputo che vespasiano gonzaga a metà ‘500 voleva fare della città da lui creata una “piccola atene”, roe ha avuto un’illuminazione.
roe è andato a sabbioneta e si è convinto che il sogno di una notte di mezz’estate non si svolge in un’atene immaginaria ma proprio nella “piccola atene” del vespasiano gonzaga.

nella commedia c’è una quercia del duca (duke’s oak)? e roe ha trovato una “quercia del duca” subito fuori dalle mura della cittadina.
nella commedia c’è un tempio? e roe ha individuato nel “tempio” il tempio dell’incoronata, quello che oggi contiene il monumento funebre di vespasiano gonzaga e la reliquia di carlo d’asburgo di cui scrivevo ieri.

sabbioneta. roma qvanta fvit ipsa rvina docet

mia foto a sabbioneta. roma qvanta fvit ipsa rvina docet

in altre parole roe si era convinto che la storia di elfi e fate raccontata da shakespeare, che era giovane quando vespasiano gonzaga era ancora vivo, è la rievocazione di una delle feste mascherate allestite dal duca di sabbioneta nel palazzo del giardino e nel teatro olimpico, teatro che esisteva prima che fosse costruito il globe theatre di londra e teatro che esiste ancora ed è in regolare funzione.

forse c’è qualcosa nell’aria di sabbioneta.
o qualcosa nel cibo.
ma penso che forse sia nell’anima di questa città, nata da un’idea balzana di un duca balzano che ha regalato al mondo un gioiello senza pari.

(2 – secondo di tre articoli. segue. per leggere il primo articolo su sabbioneta, l’imperatore austriaco, il duca figlicida e il reverendo in tonaca clicca qui. per leggere il terzo articolo su sabbioneta, l’amleto mantovano e il conte antiquario clicca qui).).