la beffa della laguna. la nave ecologista sbaglia rotta e finisce insabbiata.

sono ambientalisti bravissimi ed encomiabili, ma nella laguna di venezia hanno combinato un pasticcio che non è mai accaduto nemmeno alle odiate grandi navi da crociera. sabato la nave bob barker dell’associazione ambientalista sea shepherd ha sbagliato rotta e si è incagliata in un bassifondo della laguna. sono dovuti intervenire un rimorchiatore, la guardia costiera, i piloti del porto.
la bob barker è, della flotta di sea shepherd, la nave più temuta dai balenieri giapponesi.
è stata la protagonista di sei campagne antartiche in difesa delle balene nel santuario dei cetacei nei mari del sud e dell’ultima campagna in difesa del merluzzo dell’antartico (operazione icefish), nella quale aveva costretto alla resa, dopo un inseguimento record di 110 giorni, la nave bracconiera thunder.
il 1° febbraio la nave di sea shepherd aveva ormeggiato a venezia, all’isola della certosa e alla centralissima riva dei sette martiri. in giorni di carnevale con decine di migliaia di macchine fotografiche da tutto il mondo, l’immagine dell’associazione ambientalista avrebbe avuto un ritorno eccezionale.
il ritorno d’immagine c’è stato: ma umiliante.

la bob barker incagliata in laguna, piegata su un fianco, mentre un rimorchiatore cerca di strapparla al bassofondo. foto ansa di andrea merola.

la bob barker incagliata in laguna, piegata su un fianco, mentre un rimorchiatore cerca di strapparla al bassofondo. foto ansa di andrea merola.


sabato, al momento di lasciare gli ormeggi, è stato commesso un doppio errore che ogni ambientalista non dovrebbe commettere, e che nessun veneziano commetterebbe mai.
primo: il comandante non ha chiesto l’aiuto dei piloti del porto.
secondo errore: il comandante non ha guardato le tabelle di marea.
i piloti.
le navi in laguna si muovono con i piloti del porto. la pilotina si affianca alla nave, il pilota sale in ponte comando e il comandante lascia al pilota il timone. passato il dedalo di canali e bassifondi e usciti in mare aperto, il pilota scende sulla sua pilotina e torna alla base.
bobbarker3
la marea.
“sie ore cala, sie ore cresse”, la marea sei ore cala e sei cresce. l’andamento della marea condiziona la vita della città. non solamente perché se è troppo alta vengono allagate alcune aree della città, ma anche perché con la bassa marea le barche e le navi non riescono a passare nei punti con minore fondale, e viceversa con l’alta marea si può sbattere contro l’intradosso dei ponti.
i pali piantati nell’acqua indicano le vie d’acqua percorribili, oltre le quali i fondali sono così bassi che si tocca il fondo.
il dedalo di bassifondi e vie d'acqua. i numeri riportano la profondità a condizioni di marea a livello neutro.

il dedalo di bassifondi e vie d’acqua. i numeri riportano la profondità a condizioni di marea a livello neutro.


ogni giorno i giornali di venezia pubblicano nella pagina di cronaca, a fianco del tabellino con le farmacie di turno e le previsioni meteo, anche l’andamento delle maree. il grafico della marea è esposto anche nelle bacheche dei pontili dei vaporini. il comune di venezia è l’unico al mondo con un ufficio di esperti e di scienziati che emana di ora in ora i bollettini e le previsioni dell’andamento di marea. ecco per esempio a questo link il bollettino di marea del mese di febbraio 2016. al giorno 6 febbraio si vede sulla curva del grafico il minimo di marea durante il quale, oltre a emergere molti bassifondi, si è anche incagliata la nave. (clicca qui)
una carta della laguna.

una carta della laguna.


laguna traditora.
la nave bob barker sabato mattina ha lasciato l’ormeggio.
il livello di marea era molto basso, e molte aree di laguna lasciavano emergere il fondo.
la nave ambientalista si è impantanata al margine del canale dei marani tra sant’elena, l’isola della certosa, la basilica di san nicolò e il forte di sant’andrea.
operazioni attorno alla nave impantanata.

operazioni attorno alla nave impantanata.


sarebbe bastato aspettare l’alta marea successiva, ma quelli di sea sheperd avevano fretta e hanno chiamato l’aiuto dei rimorchiatori e della guardia costiera.
sono arrivati due rimorchiatori che tira e molla non sono riusciti a estrarre dal fango la nave.
la bob barker si è disincagliata nella notte fra sabato e domenica con l’aiuto dell’alta marea. come aveva previsto ogni veneziano. ed è tornata mogia all’approdo dell’isola della certosa a leccarsi le cicatrici all’amor proprio.

(eventuali titolari di diritti sulle immagini che ho ripreso dal web, diritti che non erano indicati, mi indichino se ho commesso inconsapevole una violazione: provvederò a togliere immediatamente dalla pagina l’immagine indicata).

  • pierluigi |

    caro Jacopo, sarebbe facile fare battute divertenti, ma anche no, su questo incidente di percorso. Domande del tipo “Ma sanno leggere le maree?” oppure “Quale è il carbon footprint della nave, dei suoi scarichi e delle sue emissioni?” o anche “Ma che fretta avevano di andarsene? Quale è stato il carbon footprint conseguente all’uso del rimorchiatore? Quali i danni conseguenti all’incagliamento e al successivo trascinamento al fondale, alla fauna e alla flora marina?”.
    Sarebbe facile, quindi non le faccio…

  Post Precedente
Post Successivo