100mila tonnellate di pneumatici vecchi ogni anno spariscono nel nulla, o si disperdono in canali poco chiari. una gomma su quattro.
lo dice un dossier realizzato dalla legambiente insieme con il consorzio ecopneus, formato dai sei principali produttori di pneumatici. l'ecopneus usa lo strumento del dossier anche per spingere sulla nuova legislazione. è in corso infatti un braccio di ferro tra i grandi delle gomme – riuniti nell'ecopneus – e i piccoli rigeneratori indipendenti di pneumatici. i grandi sostengono che il riciclaggio condotto in modo poco industriale può prestarsi più facilmente agli usi illegali.
in fondo alla pagina pubblico il link per poterti scaricare il dossier integrale della legambiente.
in particolare, i contendenti sono l'ecopneus e il consorzio argo.
secondo il consorzio argo, il comparto del riciclo delle gomme usate è dinamico, vivace e pronto a innovare al servizio della collettività e dell'ambiente.
secondo argo, si è registrato un aumento del prezzo per la qualità ribbed smoked sheet, passato da 1,10 dollari al chilo del dicembre 2008 ai 3,51 dollari dell'estate scorsa. ogni anno si produce nella sola europa circa 1 milione di tonnellate di granulato e polverino di gomma riciclata, destinato a svariati impieghi, che rappresenta un mercato fondamentale per la crescita del settore del riciclaggio dei pneumatici e delle aziende che ne fanno parte. il consorzio argo nel 2009 ha raggiunto l'approvazione di uno standard europeo del settore, una norma tecnica (cen/ts 14243) che fissa in modo univoco le caratteristiche e i parametri qualitativi del recupero dei pneumatici fuori uso, attualmente riconosciuta a livello internazionale, oltre che l'introduzione di buone pratiche.
tra queste lo sviluppo di nuove tecniche di utilizzo della gomma riciclata nella produzione di manufatti basate su processi di up-grading del granulato e polverino di gomma e di attivazione superficiale, al fine di ottenere migliori risultati e prestazioni nello stampaggio. numerosi gli investimenti delle pmi, per rispondere alle richieste degli innovativi mercati di sbocco. oltre 15.000 gli addetti della filiera per un fatturato di circa 300 milioni di euro.
in europa ogni anno si contano circa 3.200.000 tonnellate di pneumatici fuori uso, in italia circa 400.000. di questi, il 12% è avviato alla ricostruzione perché ancora riutilizzabili, il 19% è destinato a recupero energetico, il 11,50% viene riciclato come materia prima.
in altre parole, il consorzio argo dice che la gomma ricavata dagli pneumatici usati ha un valore economico interessante e che ci sono sbocchi di mercato interessanti.
il consorzio ecopneus invece dice che il settore c'è una "non piena efficienza dell’intera filiera di raccolta e recupero di gomme usate (scarsi sbocchi economici per i prodotti trattati)" e che quindi la gomma vecchia viene spedita illegalmente nei paesi poveri.
a ecco alcuni dettagli del dossier.
secondo lo studio legambiente+ecopneus, dal 2005 a oggi sono state individuate 1.049 discariche illegali in tutta italia, per un’estensione complessiva che supera ampiamente i 6 milioni di metri quadrati (per l’esattezza 6.170.537).
si va dalle discariche di ridotte dimensioni, frutto della smania di risparmiare qualche spicciolo da parte di piccoli operatori (gommisti, officine, trasportatori, intermediari), a quelle più grandi, dove appare evidente la presenza di attività organizzate per il traffico illecito, svolte sia in italia che all’estero.
una parte importante dei traffici internazionali di rifiuti i traffici illeciti riguardano ben 16 regioni italiane e hanno coinvolto, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento cina con hong kong, malesia, russia, india, egitto, nigeria e senegal.
dalle indagini emerge chiaramente come gli pneumatici vecchi siano tra i materiali più gettonati dai trafficanti: questa tipologia di rifiuti è stata al centro di oltre l’11% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi.
la perdita economica per lo stato può essere quantificata in circa 143,2 milioni di euro l’anno, di cui 140 milioni per il mancato pagamento dell’iva sulle vendite e circa 3,2 milioni di euro per il mancato pagamento dell’iva sugli smaltimenti; i mancati ricavi degli impianti di trattamento, costretti a lavorare a regimi ridotti a causa della fuoriuscita degli pfu dal ciclo legale, possono essere quantificati in almeno 150 milioni di euro l’anno; i costi di bonifica delle discariche abusive di gomme usate sequestrate nel periodo 2005-settembre 2010, che solitamente sono a carico dei contribuenti, possono essere stimati in almeno 400 milioni di euro.
sulla base di queste stime non è azzardato ipotizzare un danno economico complessivo, sia alle finanze pubbliche che all’imprenditoria legale, accumulato sempre nel periodo 2005-settembre 2010, di oltre 2 miliardi di euro (esattamente 2,086).
le regioni a tradizionale presenza mafiosa (campania, calabria, puglia e sicilia), sono quelle più colpite dalla presenza di siti illegali: qui si concentra più del 63% delle discariche abusive, per una superficie complessiva pari al 70,4% di quella sequestrata in tutta italia dalle forze dell’ordine.
la prima regione per numero di discariche sequestrate, contenenti pneumatici, è la puglia, con 230 siti, quasi il 22% del totale nazionale.
un primato riconducibile a una diffusa illegalità nel settore – nota bene come emerge il braccio di ferro tra i grandi e i piccoli: lo studio attribuisce l'illegalità anche alla "non piena efficienza dell’intera filiera di raccolta e recupero di gomme usate (scarsi sbocchi economici per i prodotti trattati)" – e anche all’intensa ed efficace attività d’indagine svolta dalle forze dell’ordine (coordinate dal 2007 in una task-force ambientale sostenuta dall’amministrazione regionale), che consente di raggiungere importanti risultati operativi, con numerosi sequestri e denunce.
al secondo posto della classifica per regioni si colloca la calabria con 159 siti illegali, seguita dalla sicilia (con 141 discariche), e dalla campania, con 131.
tra le regioni del centro, il lazio è la più colpita con 77 siti illegali, per un’estensione che supera i 75 mila metri quadrati.
al primo posto tra le regioni del nord figura il piemonte, con 37 discariche sequestrate, per un’estensione pari a 177.950 metri quadrati.
dice il dossier che per la mancanza di un sistema di gestione su tutto il territorio nazionale l’unione europea ha vietato lo smaltimento in discarica di quelli interi nel 2003, e di quelli frantumati nel 2006.
dal 2010 anche in italia è illegal
e smaltire in discarica gli pneumatici usati, "da qui una proliferazione del fenomeno di abbandono illegale. fino a oggi – afferma l'ecopneus insieme con la legambiente" – l’assenza di un sistema integrato di gestione a livello nazionale ha generato una situazione caratterizzata da alcune criticità: dal mancato controllo sui flussi globali di questo materiale attraverso tutti i passaggi della filiera, situazione che non permette oggi di avere una chiara visione complessiva di questa realtà; all’insufficiente utilizzo dei pfu e dei suoi derivati, fino all’assenza di una ottimizzazione tra le varie componenti del sistema (raccolta, trasporto, recupero e impiego).
secondo lo studio, ogni anno si gettano circa 350 mila tonnellate di gomme usate. circa la metà è stata destinata al recupero energetico, il 20% è stata recuperata come materia prima seconda per utilizzi urbani e industriali (dato pari alla metà della media europea) e la quota restante (circa il 25%) si è dispersa in traffici o pratiche illegali.
“il traffico illecito di pneumatici fuori uso rappresenta un settore consistente all’interno delle attività illegali legate al ciclo dei rifiuti – afferma enrico fontana, responsabile dell'osservatorio nazionale ambiente e legalità di legambiente. - questa tipologia di scorie, infatti, è al centro di oltre l’11% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi, determinando rilevanti problemi ambientali e ingenti danni economici per le casse dello stato. proprio per questo è fondamentale che lo stesso mondo delle imprese assuma tale questione come prioritaria per contrastare un consistente mercato nero che dall’italia si dirama verso l’estero".