l'altro giorno (il 17 novembre) la forestale, insieme con la polizia, ha sequestrato l'inceneritore che la riso scotti ha realizzato a pavia per ricavare energia bruciando gli scarti di lavorazione del riso.
inceneritore nel quale – secondo l'indagine – veniva bruciato di tutto.
prendendo gli incentivi (pagati da noi attraverso le bollette elettriche) per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
qui puoi vedere il filmato della perquisizione girato da polizia e forestale.
il fatto è che la riso scotti è un'azienda di prodotti di largo consumo. le scatole di riso scotti sono presenti sugli scaffali di tutti i supermercati.
l'azienda è esposta al pubblico.
alle scelte del consumatore.
ed è già partito il boicottaggio contro l'azienda. con un gesto semplice. quando comprano il riso, alcuni allungano la mano verso una scatola diversa da quella del dottor scotti.
ripercorro la vicenda dell'inchiesta.
il 17 novembre la forestale insieme con la polizia ha annunciato di avere scoperto nel pavese un'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti finalizzata all'indebito percepimento di contributi statali destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
l'operazione, condotta dopo oltre un anno e mezzo di indagini con più di 250 forestali impegnati, ha portato a 12 indagati, 7 arresti, 60 perquisizioni, al sequestro di un impianto di coincenerimento e di 46 automezzi e alla scoperta di un giro d'affari di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009.
ai domiciliari il vertice della società energetica del gruppo scotti, la riso scotti energia spa, tra cui il presidente del consiglio d'amministrazione, e i responsabili di un laboratorio di analisi che certificava la qualità dei materiali bruciati.
l'operazione è stata chiamata dirty energy ed è stata coordinata dalla procura della repubblica di pavia – diretta dal procuratore capo gustavo adolfo cioppa – e condotta dai sostituti roberto valli, luisa rossi e paolo mazza.
secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa agi e ansa, l'impianto di coincenerimento riso scotti energia, posto sotto sequestro nel comune di pavia, secondo quanto emerso dalle indagini, utilizzava nella produzione di energia elettrica e termica, oltre alle biomasse vegetali, anche rifiuti di varia natura – legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane e industriali e altri materiali misti – che per le loro caratteristiche chimico fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti – cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri – previsti dalle autorizzazioni.
affermano gli inquirenti che ingenti quantitativi di lolla di riso, anche miscelata con i rifiuti, sono stati venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, a industrie di fabbricazione di pannelli di legno (quelli con cui si fanno i mobili) e ad allevamenti di polli e maiali per le lettiere degli animali.
secondo la procura, dall'inchiesta è stato possibile accertare il coinvolgimento di diversi impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dal circuito della raccolta urbana, dall'industria e da altre attività commerciali dislocati in piemonte, lombardia, veneto, friuli venezia giulia, emilia romagna, toscana e puglia. l'ingresso delle circa 40mila tonnellate di rifiuti era reso possibile (e in apparenza regolare) attraverso la falsificazione dei certificati d'analisi, con l'intervento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell'impianto, così da celare e alterare le reali caratteristiche dei combustibili destinati ad alimentare la centrale.
oltre al traffico illecito di rifiuti e alla redazione di certificati di analisi falsi si ipotizza una frode in pubbliche forniture e una truffa ai danni dello stato, visto che tali rifiuti non potevano essere utilizzati in un impianto destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di sovvenzioni.
questo, il fatto.
subito è partito il meccanismo infernale e incontrollabile della rete web. cioè l'informazione diffusa (e spesso balzana) che rende il "consumatore di notizie" indipendente dai circuiti "forti" delle notizie.
il caso del riso scotti per esempio è arrivato su uno dei contenitori più vivaci di informazione indipendente, il blog di beppe grillo.
il blog di beppe grillo ha dedicato alla vicenda un articolo accompagnato dalla lettera di protesta di un lettore, leonardo, il quale afferma che finalmente alla periferia di pavia, con lo spegnimento dell'inceneritore, si respira.
ovvio: i commenti dei lettori non si sono fatti attèndere. nando da roma è spietato, paolo si rivolge a maroni, paolo dice che è un'assurdità bruciare lolla di riso, paola se la prende con un bioreattore alle porte di milano e accusa la durezza del lavoro in una catena di supermercati, mandi accusa le multinazionali e così via.
come ogni blog battagliero, nel blog di beppe grillo insieme alle idee ottime si raccolgono anche gli umori degli scontenti-per-mestiere.
c'è chi propone di non mangiare riso scotti, come fa maria pia da roma: "svegliamoci non basta non mangiare riso scotti", scrive.
il segnale si sta diffondendo.
succede per esempio con "il fatto quotidiano" che raccoglie, sotto l'articolo dedicato alla vicenda, commenti molto àcidi.
per esempio il lettore marco si è accorto che il riso coop (cioè venduto dalla catena cooperativa con private label) è prodotto dalla scotti: "andate un po’ a vedere chi produce il riso carnaroli della coop". e si sente preso in giro perché i
prodotti a marchio coop sono prodotti "nel rispetto dei valori proposti dai consumatori e della natura".
accade per esempio con il blog neversleep, il quale invita espressamente al boicottaggio dei prodotti sotto accusa. "se domani il fatturato della riso scotti crollasse fino a rasentare lo zero, sarebbe da esempio e monito a tutte le aziende che ad oggi stanno avvelenando cibi, acque, terreni e aria. come sempre, con la politica che sta a guardare e l'informazione (televisione e giornali) assenti, e non per semplice distrazione".
sarebbe interessante vedere se la riso scotti sente l'effetto di questa sensibilità battagliera di molti consumatori. è presto per avere risultati sulle vèndite (l'evento è appena accauto, il tamtam dei consumatori è ancora poco diffuso, la rotazione del prodotto sugli scaffali ha bisogno di molti giorni prima di poter dare qualche indicazione).
la vicenda offre diversi spunti di ragionamento, oltre a quelli ovvi sull'inceneritore pavese.
e cioè i consumatori sembrano destinati, con il diffondersi di internet, a essere più indipendenti rispetto alle scelte d'acquisto.
la pubblicità classica potrebbbe pèrdere una parte della sua capacità persuasiva.
come tendenza, forse non saranno le aziende a proporre i prodotti ai consumatori, ma al contrario saranno i consumatori a imporre le scelte delle aziende.
potere del mouse.