ieri con questo articolo raccontavo in antìcipo alcuni dei problemi del rischio idrogeologico, locuzione ovvènda che significa la debolezza dell'italia ad alluvioni, allagamenti e frane.
oggi l'anbi, l'associazione nazionale delle bonifiche, e l'istituto di ricerche d'opinione swg hanno presentato i dati.
sul sole 24 ore "cartaceo" di domani potrai lèggere un articolo esaustivo di giuseppe latour.
che cosa emerge?
emerge che il pericolo cresce. che i costi salgono ogni anno, oggi siamo arrivati a 5,7 miliardi necessari per risanare in via preventiva gli argini dei fiumi e per rassodare le frane prima che cròllino.
ma si preferisce aspettare. la spesa per prevenire è tanta, e allora si rinvia. così la spesa è destinata a crescere.
e i costi per riparare i danni dopo i disastri sono ancora più pesanti.
l'indagine swg, condotta per l'associazione nazionale bonifiche e irrigazioni e presentata a roma, fotografa la situazione di un territorio in crescente pericolo: 3 italiani su 4 sostengono che il paese si trova a dover fronteggiare una crescente emergenza ambientale.
disboscamento (58%), abusivismo edilizio (52%), cementificazione dei letti dei fiumi (38%), costruzione incontrollata di infrastrutture (32%), sono – secondo la popolazione – alcune delle cause alla base dei problemi di carattere idrogeologico (frane, smottamenti, inondazioni).
circa 6 italiani su 10 si sono trovati almeno una volta a dover affrontare qualche disastro legato a fenomeni naturali e il 43% della popolazione ha dovuto affrontare alluvioni, allagamenti, frane o smottamenti, i cui danni, se non evitati, potevano essere limitati.
il rischio di disastri idrogeologici rispetto alla zona di residenza preoccupa quasi la metà della popolazione, che richiede a gran voce un attento e costante monitoraggio territoriale finalizzato ad un'attività di prevenzione.
"in questo clima di emergenza – afferma l'anbi – acquista quindi più valore l'operato dei consorzi di bonifica, che da sempre si adoperano per la difesa del suolo e la gestione delle risorse idriche la cui presenza sul territorio è riconosciuta dal 67% della popolazione".
e anche se non tutte le attività svolte dai consorzi di bonifica risultano conosciute dalla popolazione , non sembrano esserci dubbi sull'importanza del doppio ruolo, cui sono chiamati i consorzi: limitare i danni provocati dai fenomeni alluvionali (93%) e rimettere in sicurezza idrogeologica i territori colpiti (92%).
nota metodologica:l'indagine è stata condotta su un campione nazionale stratificato per quote di 800 soggetti (su 3500 contatti) rappresentativi dell'universo della popolazione italiana maggiorenne con tecnica di rilevazione cati-cawi