arte. mostre tra milano e venezia: rosa, venini, del pesco, rotelli, il vetro, borsato.

un po’ di mostre d’arte interessanti tra milano e venezia.

milano.
comincio con domenico rosa, "il dio involontario", aperta dal 17 febbraio al 26 marzo. si tratta di un’esposizione di acquarelli realizzati per il volume il dio involontario, un’opera dedicata all’arbitrio e al caos che governa le nostre vite.

Mostre-rosa-nouages 

domenico rosa è nato a sulmona (l'aquila) nel 1958. ha frequentato l’istituto europeo di design a roma, diplomandosi nel corso di illustrazione. dal 1986 lavora come illustratore al sole 24 ore, è giornalista professionista e scrive, per lo stesso giornale, di illustrazione, grafica e fumetto. ha collaborato con rizzoli, mondadori, touring club e altri editori italiani. ha pubblicato disegni su settimanali stranieri come courier international der spiegel. le sue illustrazioni hanno vinto per due volte il premio stendhal. cura l’immagine e la grafica del matita film festival.
domenico rosa, galleria nuages via del lauro 10 milano
inaugurazione giovedì 17 febbraio dalle 18 in poi
orario: 14–19
il sabato:10–13/14–19
chiuso festivi e lunedì
il volume prezzo 16 euro in vendita a nuages e nelle librerie

venezia.
una mostra sui vetri di venini. i novant’anni di una delle ditte più famose di murano, la venini, vengono ricordati con una mostra antologica – parte di un progetto espositivo itinerante comprendente alcune tra le più importanti città del mondo – che ripercorre le fasi più rilevanti della sua produzione, legata e collegata a famosi designer.
allestita negli spazi al primo piano del museo del vetro di murano, presenta, attraverso un percorso espositivo organizzato cronologicamente in nove decenni, dal 1921 al 2011, un centinaio di opere di artisti che hanno dato al celebre marchio, famoso in tutto il mondo, il segno della loro genialità. secondo un intento che mira a proporre una sorta di “galleria dell’eccellenza”, per ogni decennio è stata scelta un’opera-simbolo che ne “sintetizza” e identifica gli stilemi. si tratta di capolavori di celebri artisti come vittorio zecchin (1921-30), carlo scarpa (1931-40), fulvio bianconi (1941-50), tobia scarpa e ludovico diaz de santillana (1951-60), tapio wirkkala (1961-70), toni zuccheri (1971-1980), alessandro mendini (1981-90), gae aulenti (1990-2000) e fernando e humberto campana (2001-10). alla mostra, che si realizza con il patrocinio del ministero degli affari esteri, in collaborazione con venini ed è a cura di chiara squarcina, giulia chimento e roberto gasparotto, è abbinata una guida breve (fondazione musei civici di venezia).

geacolor, una creazione di gae aulenti per venini (1995)
Mostre Geacolor Gae Aulenti 1995 

fin dal suo nascere venini si è rivelata un’assoluta protagonista nell'opera di rinnovamento e riqualificazione dell'arte del vetro veneziano, sinonimo di altissimo prestigio e di immutato fascino.
la sua creatività, e il saper gestire il patrimonio nella lavorazione di questo particolare materiale, si sono consolidate nel tempo e per questo motivo le più importanti collezioni artistiche pubbliche e private di tutto il mondo, tra cui lo stesso museo del vetro di murano, hanno al loro interno opere ideate in venini.

il vaso che vittorio zecchin negli anni '20 fece realizzare da venini sulla base di un vaso dipinto dal pittore rinascimentale paolo caliari detto il veronese in un "telero". questo vaso di zecchin è entrato, stilizzato, nel logo della venini.

Mostre Veronese Vittorio Zecchin 1921 

per celebrare l’importante traguardo dei novant’anni di vita, murano e il suo museo non potevano che rappresentare il capitolo espositivo iniziale, quasi a rappresentare “l’alfa e l’omega” di un’avventura cominciata tanti anni fa con la fornace cappellin venini & c., nata dall’unione di due personaggi piuttosto “atipici” nel panorama vetrario dell’epoca: giacomo cappellin, antiquario veneziano con bottega in piazzetta dei leoncini, in piazza san marco e paolo venini, avvocato milanese.
i primi successi, conseguiti alla biennale del 1922 e alla prima esposizione internazionale di arti decorative di monza, l’anno dopo, danno un’idea ben precisa del rinnovamento che stava per smuovere il mondo produttivo muranese: dal 1923 non ci fu manifestazione italiana all’estero alla quale manchi l’apporto sempre pronto, fervido, creativo ed impeccabile di paolo venini. una vivacità operativa e una coraggiosa tenacia che si sono identificati in un “nome” riconosciuto in tutto il mondo.
stile, creatività e tradizione, unite a progettualità, innovazione e sperimentazione, rappresenteranno il liet motiv dell’azienda anche in futuro, sotto la guida di ludovico diaz de santillana, succeduto allo scomparso venini, o durante le proprietà gardini e ferruzzi (1985-1998), del gruppo royal scandinavia (1998-2001), o, dal 2001 a oggi, di italian luxury industries (gruppo italiano che fa capo agli imprenditori giancarlo chimento, gabriella berti, giuliano e guglielmo tabacchi).
il tutto si evidenzia in nove opere “simbolo” di altrettanti decenni, scelte per motivi legati a design, tecnica e colori: si va dal vaso veronese di vittorio zecchin (direttore artistico di venini dal 1921 al 1925), fino ad oggi logo dell’azienda, ispirato all’ “annunciazione” di paolo veronese alla murrina del serpente con la quale carlo scarpa sbanca alla biennale di venezia e alla triennale di milano nel 1940; dal celeberrimo fazzoletto capovolto che fulvio bianconi plasma nel 1945 alle bolle (1966/68) del finlandese tapio wirkkala, una delle più fortunate serie del secondo dopoguerra, giungendo via via fino ad oggi, al vaso perfettamente sferico geacolor (’95) di gae aulenti ed alla collezione esperança (2010) dei brasiliani fernando e humberto campana, che ripropone bambole in vetro da a
pplicare a vasi e lampadari.

milano.
andrea del pesco propone i suoi quadri fino al 31 marzo allo shine lounge bar di piazza wagner a milano.
è uno dei più giovani autori di motoring art; la sua tecnica unisce al dinamismo dei soggetti rappresentati una grande ricchezza e precisione di dettaglio ed un taglio molto originale.

è nato a milano nel 1975 e nel 1998 si è diplomato all'accademia di belle arti di brera. nel 1996-'97 ha lavorato come disegnatore presso il parco disneyworld di orlando (usa), dove eseguiva in pubblico copie d'arte del rinascimento italiano. nello stesso anno ha cominciato a produrre quadri di motoring art: ha potuto così incontrare piloti quali michael schumacher, eddie irvine e roberto locatelli.
dal 2001 collabora con cronoart, società milanese che pubblica stampe d'arte.
numerose le mostre e le esposizioni cui ha partecipato; è stato finalista in diversi concorsi di pittura contemporanea e nel 2008 ha vinto il premio arte mondadori. negli anni più recenti ha lavorato come illustratore per la gazzetta dello sport ed è stato ospite televisivo su nuvolari channel. nel 2009 ha realizzato la locandina per il raduno mondiale bugatti tenutosi in maremma.

Mostre-andrea-del-pesco 

 

venezia.
gli spazi al piano terra di ca’ pesaro ospitano il nucleo centrale del progetto espositivo che l’artista veneziano marco nereo rotelli ha concepito appositamente “per” venezia, pensata come “città-concetto”, attraverso i grandi poeti che l’hanno amata.
alcune grandi installazioni – tutte collegate tra loro in un unicum che “invade” l’androne longheniano, le attigue salette espositive e il cortile interno del museo – propongono, durante il periodo di carnevale, un magistrale gioco di commistioni tra opere, architetture e spettatori, in un groviglio di emozioni, saperi e culture.
si va dalle vecchie porte recuperate dall’artista in ogni parte del mondo, rivestite a foglia d’oro, su cui egli ha dipinto versi di grandi poeti contemporanei, alcuni dei quali – andrea zanzotto, mario luzi, adonis, yang lian – sono protagonisti di video-installazioni proiettate alle pareti; fino a sculture in acciaio riflettente.
fluendo verso è un evento che coinvolgerà tutta la città, con readings poetici, installazioni e performance in luoghi altamente suggestivi: dal caffè florian a ca’ vendramin calergi, sede del casinò di venezia, dalla collezione peggy guggenheim alla biblioteca nazionale marciana.
mostra e catalogo, edito da venezia news, a cura di annamaria orsini, con testi di adonis, massimo cacciari, gillo dorfles, mario luzi, fernanda pivano, andrea zanzotto e una lettera inedita di emilio vedova. la mostra è prodotta da venezia news.
il tema dell’arca, che trasporta e recupera anche identità e culture minori (quelle non considerate nel tempo della “globalizzazione”) permea l’arca del non è, costituita da differenti elementi riuniti in una piattaforma simile alla pianta di una gondola. qui sono collocate “s-culture” realizzate in vari luoghi del mondo: dagli uomini d’oro, con i masai del kenia, alle sculture rongo rongo dei rapa nui dell’isola di pasqua, fino alle opere con i bushman sudafricani.

rotelli, "l'arca del non è sm".

Mostre rotelli l'arca del non è sm 

in lux (realizzata per il petit palais di parigi nel 2000) e graal (cinque ovali di grandi dimensioni dove pittogrammi di differenti culture si sovrappongono, 2010) la capacità riflettente della materia crea una sinergia tra sguardo e verso dipinto, rendendo quasi visibile l’assioma che harald szeemann attribuì all’arte di rotelli, ovvero “la verità è almeno doppia”.

rotelli, "graal".

Mostre rotelli graal sm 

marco nereo rotelli è nato a venezia nel 1955, dove si è laureato in architettura nel 1982. da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica – che harald szeemann ha definito come “un ampliamento del contesto artistico” – creando un’interrelazione tra l’arte e le diverse discipline del sapere. da qui il coinvolgimento nella sua ricerca di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma il suo rapporto è principalmente con la poesia che è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. dal suo interesse per l’isola di pasqua, che prenderà avvio con un’indagine suòl’antico e non ancora decifrato linguaggio rapa nui, l’alfabeto rongo rongo (2004) inizia a sviluppare una lunga serie di opere, ispirate all’indecifrabilità dei linguaggi perduti, come riscoperta di mondi poetici ancora sconosciuti, come quello dei boscimani o i simboli dei nativi americani. nel 2000 fonda il gruppo art project, diretto da elena lombardi e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana. questo suo impegno gli è valso la partecipazione a quattro edizioni della biennale di venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive. le sue opere sono presenti in importanti musei e collezioni private di tutto il mondo. vive e lavora a milano e parigi.
marco nereo rotelli, "fluendo verso – save the poetry", venezia, ca’ pesaro galleria internazionale d’arte moderna, androne al piano terra, 26 febbraio – 27 marzo 2011

venezia.
la mostra "l'avventura del vetro" – che con oltre trecento opere, quasi tutte provenienti dalle collezioni del museo del vetro di murano, celebra al museo correr la millenaria storia del vetro a venezia – si arricchisce, in concomitanza con il carnevale veneziano dedicato all’ottocento, di un’ulteriore preziosa ed originale doppia appendice dal titolo sogno veneziano.
nel salone da ballo del correr (e per la prima volta in città), viene presentata una raccolta di un’ottantina di "figurine" di vetro, delle grandi manifatture veneziane, appartenenti al collezionista franco maschietto, oltre a una ventina di
disegni di bissone addobbate a festa e di travestimenti in uso a venezia nell’ottocento, firmati da giuseppe borsato, dal gabinetto di stampe e disegni del correr.

franco maschietto è uno dei cinque grandi collezionisti al mondo di “figurine”, particolarissima tipologia creativa della grande arte vetraria muranese. la sua collezione racchiude oggi più di mille pezzi, compresi esemplari di rarità assoluta se non unici – come alcune creazioni di fulvio bianconi, dino martens, pino signorotto o flavio poli – raccolti in 25 anni di passione e competenza.
sono esemplari creati da molte delle grandi firme veneziane del vetro, da barovier e toso, a zecchin e martinuzzi, a cenedese, avem, seguso…
al correr viene presentato un nucleo di un’ottantina di figurine, il meglio, o comunque quanto di più rappresentativo per tipologie e fucine, presente nella “raccolta maschietto”.
sono piccole, deliziose immagini dal significato quasi ludico, esercizi di maestria creativa, “miniature” meravigliose impastate di vetro e di fantasia: “ali babà”, “pulcinelle”, “arlecchini”, personaggi della commedia dell’arte, ma anche deliziosi nudini femminili e giocose allegorie o rappresentazioni dei personaggi della venezia d’un tempo, come gli immancabili “moretti”.

ali babà e pantalone.

Mostre sogno Alì Babà,1950 
Mostre sogno Pantalone, 1990 

accompagnano questa sorprendente collezione una ventina di disegni di giuseppe borsato (venezia 1770-1849), che ritraggono bissone (imbarcazioni a otto remi dalla forma allungata che venivano sfarzosamente addobbate dalle più importanti famiglie patrizie veneziane in occasione delle regate) e una serie di travestimenti in voga nella venezia ottocentesca.
è una mano delicata e nervosa quella di borsato, che rispetta la composizione prospettica, la medesima che applicherà in grande alla decorazione, a più riprese, del teatro la fenice, opera documentata soltanto da piccoli abbozzi con tecnica ad acquerello. in lui si stratificano e amalgamano sia la chiara influenza di arredatori francesi come pierre-françois-léonard fontane, che dello stile biedermeier.

Mostre sogno Borsato Bissona ok 

borsato partecipa, con originalità, alla codificazione ufficiale del nuovo stile portato dalle corti napoleoniche. ne è riprova la pubblicazione a venezia del recueil di percier et fontaine avvenuta nel 1843 proprio grazie al suo interessamento. suoi sono gli ornamenti della sala napoleonica in piazza san marco, palazzo reale (ovvero quel salone da ballo del correr che ospita la mostra) e di moltissimi altri palazzi aristocratici e ville. belle ed eleganti sono anche le opere eseguite in estemporanea e con naturale immediatezza, realizzate con la tecnica dell’affresco e raffiguranti famosi avvenimenti (come i funerali di canova). le sue qualità accademiche furono attestate con la pubblicazione, nel 1831, del suo libro opera ornamentale estratto dalle sue lezioni svolte all'accademia delle belle arti di venezia.
ruolo e importanza artistica di borsato nel contesto veneziano si possono intuire leggendo queste righe estrapolate dal “giornale di belle arti” (anno primo, 1833. venezia. dalla tipografia di paolo lampato)
sogno veneziano, venezia, museo correr, salone da ballo, 4 febbraio – 8 marzo 2011