ricevo da filippo giusto dell'esperia energy, questa lettera sulle fonti rinnovabili.
in fondo a questa pagina puoi lèggere la lettera mandata a parlamentari e ministri.
gentile jacopo giliberto,
abbiamo letto gli articoli sul nuovo decreto delle fonti rinnovabili e sulla protesta dei produttori di elettricità verde.
il governo, come al solito, adotta le direttive comunitarie ( in questo caso la n. 28 del 2009) con uno spirito troppo autoritario che si evidenzia nella grave omissione, rispetto al testo della direttiva, che riguarda la costituzione di un vero mercato.
lo abbiamo evidenziato nella lettera aperta inviata ieri ai due ministri interessati, (di seguito nella mail) , trasmessa per conoscenza , oltre che al presidente della repubblica, anche ad alte cariche dello stato, compresi i senatori e gli onorevoli che stanno conducendo con noi questa battaglia con interrogazioni, ignorate totalmente dal governo.
tale omissione danneggia fortemente il consumatore e i produttori di energia verde.
la direttiva vuole aprire un libero mercato dell’energia rinnovabile ed eliminare il falso mercato ancora riproposto dal governo.
con il libero mercato non ci sarebbero più queste proteste degli imprenditori circa i limiti imposti ai loro investimenti.
ogni produttore di energia verde avrebbe come unico limite il collocamento dei nuovi certificati verdi che sarebbero comprati direttamente dai consumatori, eliminando l’intermediazione inefficiente del gse e dei grandi produttori.
noi abbiamo due obiettivi fondamentali:
1. rendere finalmente il consumatore consapevole di quello che paga e dirgli quanta energia verde supporta,
2. eliminare gli insopportabili “costi di intermediazione” (chiamiamoli cosi) del gse, degli oligopolisti elettrici, degli esportatori stranieri (oligopolisti transalpini) che la fanno da padrone nella gestione di questi 4 miliardi di euro che tira fuori il cittadino. tali “costi” impediscono di fatto la creazione di una consistente produzione di elettrica verde.
ti consiglio di leggere gli altri articoli che ho scritto in questi giorni sul tema:
da questo blog: il testo del decreto
da questo blog: il settore delle biomasse vale 20 miliardi
dal sito web del sole 24 ore: l'articolo scritto da federico rèndina e da me e pubblicato oggi
dal sito web del sole 24 ore l'interessante dossier sugli incentivi nel mondo
ecco la lettera aperta ai ministri e parlamentari
lettera aperta al ministro dell’ambiente ed al ministro dello sviluppo economico
inviata per conoscenza
al presidente della repubblica
al presidente della camera
al presidente del senato
al presidente della corte dei conti
ai senatori francesco ferrante, della seta, de luca,
al deputato aldo di biagio,
in merito al nuovo decreto sulle fonti rinnovabili
il consumatore sostiene le fonti rinnovabili
senza conoscere l’onere che paga e la quantità di energia verde che promuove.
l’esempio emblematico dei falsi certificati di origine.
gentile signora ministro stefania prestigiacomo e gentile signor ministro paolo romani,
nella lettera inviatavi a gennaio, ma rimasta a tutt’oggi inevasa, noi abbiamo ribadito la falsità dei certificati con cui gli stranieri assicurano, appunto falsamente, che l’elettricità importata è prodotta solo da fonti rinnovabili.
in questi ultimi dieci anni, i consumatori italiani hanno pagato, occultati in bolletta, non meno di 500 milioni di euro, per questi inutili certificati, con la prospettiva di pagarli anche quest’anno, visto che nessuna autorità sembra preoccuparsi di tutelare il cittadino.
tale pagamento ha provocato un evidente danno erariale.
a fronte di tale evidenza, scoperta dalla trasmissione report di fine novembre 2010, il nuovo decreto non affronta, né la dichiarazione di falsità di tale decennale certificazione, né la riparazione dell’ingente danno che ha subito il consumatore italiano.
nel decreto il consumatore è trattato come il “pagatore” che sostiene le fonti in ogni condizione – anche di illegalità – senza conoscere l’importo del suo impegno economico ed il risultato che si ottiene in termini di energia verde.
un vero e proprio suddito.
tale atteggiamento è ancor più censurabile se si pensa che il governo non ha inserito nel decreto che recepisce la direttiva comunitaria, i diritti e doveri del consumatore, richiamati dalla direttiva stessa. la direttiva recita:
“«obbligo in materia di energie rinnovabili»: regime di sostegno nazionale che obbliga i produttori di energia a includere una determinata quota di energia da fonti rinnovabili nella loro produzione, che obbliga i fornitori di energia a includere una determinata quota di energia da fonti rinnovabili nella loro offerta o che obbliga i consumatori di energia a includere una determinata quota di energia da fonti rinnovabili nei loro consumi. ciò comprende i regimi nei quali tali obblighi possono essere soddisfatti mediante l’uso di certificati verdi”.
la ue impone al consumatore il dovere di sostenere un quantitativo di energia
rinnovabile, congruo con il suo consumo, ma gli riconosce il diritto di ricevere tale quantitativo dal produttore e/o fornitore in modo trasparente.
secondo il decreto di recepimento, i fornitori ed i produttori, , non sono assolutamente obbligati ad offrire al consumatore energia elettrica con l’evidenza della componente rinnovabile. essi sostengono le fonti rinnovabili (1 miliardo di euro circa all’anno), riversando, in modo occulto, l’onere nella bolletta del consumatore, senza comunicare al cliente la componente di energia verde, sostenuta da quest’ultimo.
emblematico è il caso degli importatori che riversano occultamente sul cliente l’onere dei falsi certificati stranieri (500 milioni di euro) senza che il cittadino ne sia informato. sarebbe interessante valutare la reazione del cliente, se sapesse che a fronte di tale pagamento, il quantitativo di energia verde che riceve è esattamente pari a zero.
anche il gse non è obbligato a comunicare quanta energia rinnovabile è sostenuta dal consumatore attraverso i suoi esborsi in bolletta con l’aliquota a3 ( 3 miliardi di euro all’anno). il gse è esonerato dal dimostrare al consumatore l’efficienza della sua azione.
in tal modo il governo non permette l’incontro della domanda con l’offerta.
la direttiva ribalta lo status del consumatore, dandogli la dignità di attore di un vero mercato.
esperia, quale fornitore di energia, sollecita il governo a riconoscere il giusto potere contrattuale al consumatore, anche perché questa omissione potrebbe inficiare il decreto di recepimento della direttiva.
esperia richiede di recepire compiutamente i principi e lo spirito della direttiva, per impiegare senza sprechi i 4 miliardi di euro versati dai cittadini e garantire il conseguimento dell’obiettivo del 2020.
la trasparenza auspicata dalla direttiva, con l’eliminazione dei costi di intermediazione, libererà risorse oggi incagliate a favore di nuove iniziative e di quelle in corso.
a disposizione per ogni chiarimento e colloquio in merito, porgiamo i nostri migliori saluti.
milano 4 marzo 2011
esperia spa
filippo giusto