gli aerei inglesi della raf e i canadesi che hanno volato per bombardare la libia di gheddafi sono sfrattati dall’aeroporto di trapani birgi.
il motivo è i soldi.
se ci sono gli aerei da guerra, non ci sono i charter pieni di turisti dal portafoglio gonfio.
per piloti, avieri e amminsitrativi è l’ora di preparare di malavoglia gli scatoloni e trasferirsi a cagliari elmas (o decimomannu) con armi e bagagli (in senso letterale).
londra protesta.
in italia non è giunto alcun eco pubblico della protesta inglese contro questi italiani che, vuole il luogo comune, sono alleati infìdi e combattenti deboli (è un luogo comune orrendo e smentito dalla storia, ma qualche lazzarone in italia lavora sempre per confermarlo).
la vicenda, in breve.
giovedì 13 ottobre la royal air force inglese e canadese dovrà abbandonare la base nell’aeroporto di trapani birgi dal quale da marzo decollavano le missioni contro gheddafi.
a trapani sono di stanza 7 aeroplani-radar awacs boeing e-3d dell'ottavo squadrone raf per la sorveglianza dall’alto, aerei-cisterna per il rifornimento in volo e 200 persone.
il motivo è semplice.
l’aeroporto di trapani deve essere riaperto al traffico civile perché il turismo porta incassi sontuosi, mentre gli aerei da guerra no.
la ryanair preme da marzo, da quando l’aeroporto di trapani birgi è stato chiuso agli aerei civili per fare spazio alle missioni inglesi sulla libia.
gli alberghi e i ristoranti dicono di essersi accorti immediatamente quando hanno smesso ad atterrare i turisti interessati alle bellezze di selinunte, al fascino di mozia, allo splendore di quel gioiello che è erice, alla natura esaltante delle isole egadi.
la stima è che siano sfumati 10 milioni di euro di incassi turistici.
così si sono mossi i politici locali.
l’altro giorno a londra una fonte del ministero britannico della difesa ha detto al giornalista david leppard del sunday times: «questo fatto dimostra che non ci possiamo mai fidare sul sostegno di un paese ospite per assicurarci una base».
ovviamente, per gli inglesi in questo modo i costi diventano assai più alti rispetto a quelli di una portaerei al largo delle coste libiche.
a trapani nessuno sembra saperne qualcosa.
la provincia, che è l’azionista di maggioranza della società di gestione dell’aeroporto di birgi, riferisce al sole 24 ore di non essere informata su un prossimo trasloco del contingente inglese. l’accordo che in marzo aveva portato la chiusura della pista al traffico civile – avverte però una fonte dell’amministrazione provinciale – già prevedeva la riapertura per il mese di ottobre, cioè in questo periodo.
contattata dal sole 24 ore, l’enac (l’autorità aeronautica civile che decide l’apertura al traffico) spiega di non avere per ora informazioni al riguardo.
malta durante la seconda guerra mondiale fu il perno delle missioni inglesi in libia e in italia contro l’asse.
sei mesi fa, quando l’inghilterra cercava basi da cui far decollare gli aerei diretti verso la libia, il premier fenech adami aveva detto che realisticamente la nato avrebbe preferito le basi italiane, ma che tuttavia, qualora ci fosse una richiesta, avrebbe concesso i suoi aeroporti.
l’ex presidente maltese ugo mifsud bonnici aveva però spinto sul non allineamento di malta, "che ha visto anche troppa guerra".