viaggiando sull’autostrada a1 da milano verso bologna, non appena avevo passato la barriera di melegnano mi colpiva sempre vedere in lontananza, a sinistra, un serbatoio d’acqua ispirato fortemente all’arco dei fileni, in libia.
questo l’arco che ho visto abbandonato e scrostato nella pianura padana.
ho scattato la foto con il telefonino.
molto caratteristico per l’altezza dei pilastri di piedritto.
decisamente alti.
pilastri come *sproporzionati* nella loro altezza.
la luce dell’arco è molto stretta.
e i pilastri di piedritto sono quasi contrafforti, poiché sono larghi alla base e si restringono nel salire.
una forma non comune.
molto particolare.
un’immagine dell’arco dei fileni.
stesso schema inconsueto.
conosciuto anche con il nome di el gaus, era un arco costruito negli anni 30 sulla via balbia al confine tra tripolitania e cirenaica su progetto dell'architetto florestano di fausto.
fu inaugurato il 16 marzo 1937.
l'arco fu smantellato nel ’73 da gheddafi, che lo riteneva un simbolo del periodo coloniale.
così l'altro giorno sono andato a vedere che cosa fosse quel serbatoio d’acqua lombardo ispirato all’architettura coloniale.
a cerro al lambro, frazione riozzo, l’arco è in mezzo a rovine abbandonate di cemento armato.
che cos'è?
il pensionato passa in bicicletta: "l’è l'industria chimica", spiega.
una vecchia donna con i sacchetti della spesa: "l’è abandunà dai tempi de la guera, che l’hanno bombardà".
sotto quell’arco ho scoperto una storia.
la storia di una fabbrica sbagliata.
a melegnano nel ’26 il chimico piero saronio (nome che negli anni 70 fu tragicamente famoso per il rapimento e omicidio di tipo politico di un suo discendente) comprò la latteria di locate e la sostituì con lo stabilimento industria chimica saronio.
il percorso industriale fu simile a quello della sipe (società italiana prodotti esplodenti): si produssero coloranti e prodotti chimici per la guerra e negli anni 60 (come era successo alla sipe) lo stabilimento di melegnano passò all’acna.
si raccontava che la fabbrica di melegnano forniva i gas asfissianti usati dagli italiani durante la guerra d'abissinia, l'attuale etiopia.
forse non era vero. non lo so.
ma la brutta copia dell'arco dei fileni non è a melegnano: è un paio di chilometri più in là.
nel 1942 saronio costruì un secondo stabilimento poco lontano da melegnano, appunto quello di riozzo, che è una frazione di cerro al lambro.
dotò la fabbrica di un serbatoio d'acqua di forma speciale, particolare: un arco di trionfo che chiudeva (e chiude ancora oggi) la prospettiva del viale centrale sul quale si affacciano i reparti produttivi.
l'arco di trionfo voleva ricordare le colonie d'africa.
subito dopo la costruzione, questo secondo stabilimento fu acquistato dal demanio militare.
è questo lo stabilimento con il serbatoio ad arco di trionfo ispirato a quello libico costruito cinque anni prima.
si chiamava centro chimico militare, era del regio esercito e serviva a produrre "aggressivi chimici" come nebbiogeno, oleum (acido solforico) e forse anche fosgene e altri gas asfissianti.
questa fabbrica durò pochissimo.
un anno, forse due.
prima della fine della guerra la wehrmacht svuotò lo stabilimento per deportare in germania impianti e produzione.
la fabbrica rimase vuota per sempre.
vi furono costruiti poco lontana l'autostrada del sole (negli anni 60) e di recente la linea dell'alta velocità.
gli scavi per la ferrovia scoprirono, sepolti nelle vicinanze, un delirio di rifiuti chimici.
fino a una decina di anni fa il terreno e le costruzioni furono usati dal demanio militare per esercitazioni.
ecco i ruderi dominati da quell’arco di trionfo.
in superficie, la fabbrica durata un paio di anni e poi dimenticata per 70 anni.
sotto questo terreno, i veleni.