sul filo della memoria.
mi è accaduto di nuovo.
ora sono a bascapè, da enrico mattei, il fondatore dell’eni.
non è la prima volta.
mi è capitato di trovarmi nei luoghi proprio mentre avvenivano le cose.
per esempio il 28 giugno attorno alle 12 ero a seraievo, per puro caso seduto sulla spalletta del lungofiume all’incrocio con via berretti verdi, e mi ero sorpreso a scoprire che cosa mi stava accadendo davanti, quello stesso 28 giugno alla stessa ora ma nel 1914.
stesso luogo, stesso giorno, stessa ora.
diverso l’anno, 1914 contro 2011, e mi ero trovato dentro all’attentato all’arciduca, avevo visto gavrilo prinzip mentre uscendo da quella porta (ma proprio quella porta lì, che stavo vedendo) pistolava contro la macchina dell’arciduca in retromarcia lungo via berretti verdi verso il lungofiume dov'ero io, e con quelle pistolate e diede inizio alla tragedia oscena della prima guerra mondiale.
clicca qui per leggere l'articolo su che cosa avevo visto a seraievo il 28 giugno.
ora mi è accaduto di nuovo.
poco fa per caso, per sbaglio, non so come, sono capitato a bascapè, dov’era caduto l’aereo di enrico mattei.
oggi, giovedì 27 ottobre.
sono quasi le 19 di questo ottobre che finisce tra frecce di sole e lacrime di pioggia.
poco fa mi ero perso in moto, sulla mia vecchia guzzi mille, passando il cavalcavia sopra l’autostrada milano-bologna.
mi sono trovato in mezzo alla campagna.
alle spalle, melegnano.
ho seguito la strada che segue le anse di argini antichi di fiumi scomparsi e sono arrivato a bascapè, paese della campagna pavese, granturco e risaie.
il paese di bascapè ha una chiesa barocchetta; le solite villette a forma di dado-da-brodo con il giardino la siepe la tuia il patio e le mattonelle di cemento che fanno traccia fino alla rimessa per la macchina.
a un incrocio c’è un cartello indicatore.
a destra si va al "memorial enrico mattei".
giusto – penso dietro la visiera del casco – bascapè è il luogo in cui non-ricordo-quando precipitò l’aereo di enrico mattei.
chissà che cos'è questo "memorial".
non riesco a immaginare un memoriale per mattei.
potrebbe essere un centro di documentazione con fotografie e oggetti appartenuti al grande personaggio della politica e dell'energia?
oppure una sala in stile palestra scolastica, intonaco rosso, pianterreno, vetrate, linoleum, sedie di plastica?
avanti, alla ricerca del memoriale.
via enrico mattei dura poche villette-a-dado, poi un fosso affianca la via ed è di nuovo campagna.
c’è un divieto d’accesso proprietà privata, subito la strada diventa di ghiaia e brecciolino (la moto è in difficoltà: due ruote slittano meglio di quattro) e arrivo a un cancello chiuso con il lucchetto.
spengo il motore, scendo dalla moto guzzi, appoggio il casco sulla sella.
scatto due fotografie e seduto sulla spalletta del ponticello d'ingresso comincio a scrivere quello che hai letto fin qui.
non c’è nessuno.
l'ho trovato seguendo il cartello indicatore che non cercavo: questo è il "memorial enrico mattei".
non c’è nessuno.
quasi buio.
silenzio.
il luogo dell’aereo di mattei.
silenzio.
ti sto descrivendo quello che vedo ora.
il cancello del memoriale è chiuso con la catena e il lucchetto.
è un rettangolone di mille metri quadri circondato da una roggia – quasi fossa di un castello – e sottolineato da siepi e filari di alberi.
questo giardino di mattei fu realizzato nel ’63 su disegno dell’architetto paesaggista pietro porcinai nel luogo in cui caddero i resti dell’aereo.
clicca qui per vedere mappe e foto del memoriale
vi sono hypericum a fiore giallo (il giallo è il colore con cui nell’industria si dipingono valvole e condotte del metano, ed è il colore araldico della snam), filari di taxodium distichum, conifera a foglia caduca che si colora di rosso nel periodo dell’incidente aereo; ci sono pietre come panchine, ci sono tre lapidi funerarie (cenotafi) a ricordo di enrico mattei (che è sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di matelica) il pilota irnerio bertuzzi e il giornalista william mc hale, che viaggiava con loro.
queste le foto che ho scattato prima con il telefonino quando c'era più luce.
come monumento, una testa di pozzo con flange e valvole.
capisco e condivido il vago sapore kitsch di questo monumento.
non avrebbe dovuto essere differente.
ora è già più buio rispetto a pochi minuti fa.
silenzio.
dall’allevamento vicino, alcune vacche da latte cominciano a urlare. smettono.
poi, silenzio.
scende lento un airbus, passa sopra alla mia testa, le luci accese come un calcinculo delle giostre, tra due minuti poserà il carrello sul pettine della testata della pista 36 di linate liml.
poi, silenzio.
guardo l’orologio.
sono le 18,55.
sono le 18,55 del 27 ottobre.
ora mi domando: quando è morto mattei?
in piedi sulla ghiaia davanti al memoriale (la moto guzzi mille ferma sul cavalletto mi guarda con un sorriso malizioso) apro lo schermo del blackberry, cerco su google.
ecco. lo vedo in cielo.
proprio adesso, adesso alle 18,57 del 27 ottobre ’62, il morane-saulnier ms76 della snam targato i-snap sta scendendo verso la pista 36 di linate.
guardo nel cielo verso sud e vedo le luci accese dell’aereo di mattei.
qui, ora.