ambiente. il rapporto drammatico dell’unep (onu) su clima e co2. il testo integrale.

oggi l'unep, l'agenzia onu per l'ambiente, ha pubblicato il rapporto bridging the emissions gap.

eccolo. originale e integrale.

clicca qui per scaricare il rapporto unep-onu "bridging the gap" (1,8mb)

in sostanza, il rapporto dice che si sta allargando il divario tra gli obiettivi salvaclima e le emissioni di anidride carbonica.
pessima notizia.

ecco il commento della commissaria europea al clima, la danese connie hedegaard:

 in response to a comprehensive new study released today by the un environment programme (unep), connie hedegaard said: "the bad news is that the gap is widening. the good news is that unep shows that it can still be closed. but its report underlines why the world should not spend more time thinking what to do. the world must get its act together."
the commissioner for climate action added: "durban is an opportunity for exactly this. yes we must implement earlier decisions but we must do more in durban. improving the additionality of the clean development mechanism (cdm), enhancing accounting rules and solving the problems with land use, land-use change and forestry (lulucf) and assigned amount units (aaus) are all on the eu's list of priorities for durban, which is very much in line with unep's recommendations.

interessante la nota del wwf italia:

il rapporto pubblicato oggi dalle nazioni unite (“bridging the emissions gap”, colmare il divario delle emissioni) mostra come gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra non stiano seguendo il percorso necessario per evitare il cambiamento climatico disastroso e sottolinea la necessità urgente che i leader del pianeta facciano concreti passi avanti ai negoziati di durban, in sud africa, che si terranno dal 28 novembre al 9 dicembre.
il rapporto, realizzato dall’unep (programma delle nazioni unite per l’ambiente), la principale autorità mondiale sulle tematiche ambientali, trae conclusioni amare sullo stato degli sforzi globali per la riduzione delle emissioni e allo stesso tempo indica come tali sforzi possano essere resi efficaci.
“questo rapporto dovrebbe essere considerato una ‘prova del nove’ per i negoziatori che si preparano ai negoziati sul clima di durban – ha detto mariagrazia midulla, responsabile policy clima e energia del wwf italia, che sarà in sud africa per partecipare ai negoziati – il rapporto mostra chiaramente che se non si intraprendono ora delle azioni decisive, il mondo si avvia verso cambiamenti climatici molto pericolosi. ma anche l’unep conferma che possiamo ancora farcela, se ci impegniamo subito per fermare la deforestazione e creare un futuro basato su efficienza energetica e rinnovabili. il gap infatti non né tecnico, né economico: è una mancanza di volontà politica e di leadership.”
“nessuno si aspetta che i governi riescano a colmare completamente il gap a durban – ha detto mariagrazia midulla del wwf italia – ma i negoziatori devono almeno evitare che il gap aumenti a causa di norme deboli e scappatoie sul metodo di calcolo delle riduzioni di carbonio. il tempo delle furbizie deve finire, la sfida è perseguire con lealtà ed efficacia la decarbonizzazione.”
stando al rapporto dell’unep, per avere una possibilità verosimile di mantenere l’aumento del riscaldamento globale sotto i 2°c rispetto all’era preindustriale, entro il 2020 le emissioni globali devono essere ridotte a 44 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente, ben al di sotto dei livelli correnti. ma se anche gli impegni attuali più ambiziosi dei governi fossero pienamente realizzati, le emissioni supererebbero questo limite di 6 gigatonnellate, un valore quasi equivalente alle emissioni annuali degli stati uniti. e in pratica il gap è ancora maggiore, fino a 11 gigatonnellate, a causa di impegni deboli e gravi lacune e scappatoie nei target di riduzione dei paesi industrializzati.
nonostante questo l’unep conferma che possiamo arrivare a colmare il gap entro il 2020 e mantenere i livelli di riscaldamento globale tra 1,5 e 2° c, puntando sull’efficienza energetica, promuovendo le energie rinnovabili, riducendo la deforestazione e migliorando le pratiche agricole; un aiuto importante può arrivare dalla riduzione delle emissioni da trasporto marittimo e aereo internazionale, attualmente non regolamentate.
“tutti i paesi possono e devono fare di più per ridurre il “gigatonne gap”, vale a dire ridurre le emissioni ai livelli che ci consentiranno di evitare il peggio – ha concluso mariagrazia midulla del wwf italia – dobbiamo rafforzare la credibilità delle azioni dei paesi sviluppati, eliminando le scappatoie nel conteggio delle emissioni e portando gli obiettivi ai livelli necessari per affrontare il cambiamento climatico secondo le indicazioni della scienza. l’unione europea, per esempio, deve accettare che il proprio impegno di tagliare le emissioni di appena il 20% entro il 2020 è troppo debole sta aumentando il gap, mentre gli stati uniti, che non hanno ancora un piano credibile per raggiungere il loro pur debole obiettivo di riduzione delle emissioni, devono al più presto adottarne uno.”
per il wwf, i governi riuniti a durban possono fare importanti passi avanti per iniziare a colmare il “gigatonne gap”:
· devono sottoscrivere rigide regole che tengano conto delle emission reali, imponendo rigide regole all’uso dei permessi di emission derivanti dal primo periodo di impegni del protocollo kyoto;
· devono stabilire norme chiare sul doppio conteggio dei crediti derivanti dai meccanismi di compensazioni (cdm, ji, ecc.), rispetto sia agli obiettivi dei paesi sviluppati e sia agli impegni dei paesi in via di sviluppo, ed escludere quelle compensazioni che non producono reali riduzioni e non promuovono uno sviluppo sostenibile.
· devono raggiungere un accordo sulla necessità che le emissioni globali raggiungano il picco entro il 2015 e siano ridotte dell’80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990.
· devono trovare un accordo su nuove e innovative fonti di finanziamento (per esempio un meccanismo internazionale per il trasporto marittimo e aereo internazionale) che possano aiutare a finanziare la riduzione delle emissioni e l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo.
· devono trovare un accordo su un secondo periodo di impegni nel quadro dell protocollo di kyoto e dare un mandato chiaro per un accordo globale legalmente vincolante, con una tabe
lla di marcia che consenta un picco delle emissioni in tempi brevi, come ci suggerisce la comunità scientifica.

clicca qui per scaricare il rapporto unep-onu "bridging the gap" (1,8mb)

 

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