il riscaldamento con il climatizzatore fa risparmiare energia.
e soldi.
produce più energia di quanta se ne metta dentro.
un motore d'automobile non è molto efficiente.
è difficile che un motore d'auto abbia un rendimento oltre il 30%. significa che se nei cilindri io metto carburante pari a energia 100, in realtà non riesco a sfruttare più di 30 (in genere, assai meno), mentre il 70 di energia va disperso in attrito, tubo di scappamento e così via.
una caminetto tradizionale a legna difficilmente supera il 50% di efficienza: gran parte del calore va dissipato nella canna fumaria.
una stufa è molto più efficiente. è facile che abbia rendimenti superiori al 70-80%. cioè circa tre quarti dell'energia contenuta nella legna si trasformano in aria calda, e il 20-30% esce dal comignolo sul tetto.
sono molto più efficienti i sistemi elettrici a pompa di calore, cioè i classici condizionatori e riscaldatori a muro con lo scambiatore di calore all'esterno.
quelli di qualità hanno (compreso il sistema elettrico italiano che alimenta l'apparecchio) un rendimento attorno al 120%.
in altre parole, se immetto energia pari a 100 (nel nostro caso, energia elettrica), queste macchine soffiano nella stanza aria calda o fredda con energia termica pari a 120.
producono più energia di quanta ne consumino.
me lo ha spiegato bene mirko morini, dell'università di parma:
la pompa di calore è un sistema energetico che, come dice il nome, pompa del calore da un ambiente a un altro utilizzando un input energetico, che può essere dell'ulteriore calore o dell'energia meccanica (il compressore), energia che può provenire dalla conversione dell'energia elettrica.
il cop (coefficient of performance) è il rendimento della pompa di calore: mi dice quante unità di calore vengono trasferite nell'ambiente da riscaldare rispetto a quanta energia viene fornita come input.
sostanzialmente se una pompa di calore ha cop uguale a 3 significa che immette nella stanza da riscaldare 3 unità di calore (per esempio 3 chilowattora) per ogni unità di elettricità che preleva dalla rete (per esempio 1 chilowattora).
di quelle 3 unità: una è l'elettricità che viene scaricata e due invece sono il calore "pompato", cioè prelevato dall'esterno.
lo stesso vale per il condizionamento. il ciclo si inverte: la macchina preleva il calore dalla stanza e lo sposta fuori, nello scambiatore esterno.
per produrre l'unità di energia elettrica che l'apparecchio domestico consuma bisogna usare combustibile nelle centrali elettriche.
(per le centrali ad energia rinnovabile, come quelle idroelettriche o eoliche, non c'è nemmeno il combustibile da bruciare).
facendo una media delle centrali elettriche nazionali, e considerando anche l'energia dissipata durante la trasmissione in alta tensione e la distribuzione dell'elettricità in media e bassa tensione, servono 2,5 unità di combustibile (2,5 chilowattora) per ogni unità di energia elettrica.
lo dico con parole diverse: per avere in casa alla presa della corrente un'energia pari a 1 chilowattora, la centrale elettrica deve bruciare combustibile pari a 2,5 chilowattora.
quindi, tenuto conto di tutto il percorso dal combustibile al calore nella stanza, per immettere nella stanza 3 chilowattora di calore dobbiamo consumare un chilowattora di corrente, e cioè 2,5 chilowattora di combustibile della centrale elettrica.
alla fine, il risultato è che per 2,5 chilowattora di combustibile bruciato otteniamo 3 chilowattora di aria calda.
ma la corrente elettrica – si dirà – costa sfracelli.
vero.
però l'autorità dell'energia ha introdotto una tariffa scontata per chi usa il riscaldamento con pompa di calore.