trivelle, terremoti, falsità. il sisma 2012 in emilia e i retroscena del “rapporto ichese”.

sulla storia che le perforazioni petrolifere fanno venire i terremoti, siamo fra le scie chimiche e lo ieti.
leggende urbane e paure ancestrali.
paure così ancestrali che la reazione di molti è come descrivo ora:

  • se gli scienziati affermano che le trivellazioni e lo sfruttamento dei giacimenti non fanno venire terremoti, molti diranno: “la scienza ufficiale ci nasconde la verità” (oppure “gli scienziati sono al soldo delle compagnie petrolifere”)
  • se gli scienziati affermano che le trivellazioni e lo sfruttamento dei giacimenti fanno venire terremoti, molti diranno “finalmente scienziati liberi che dicono la verità”.

per molti, non è la qualità della ricerca e degli scienziati a trovare il consenso, ma il risultato dello studio.
cioè la ricerca viene apprezzata o respinta se coincide o no con i preconcetti, se conferma o no i pregiudizi.

in futuro vedremo spesso i preconcetti, leggeremo la sentenza già decisa prima che si svolga il processo.
vedremo inchieste televisive o leggeremo articoli scritti in  modo da portare alla “verità” decisa in anticipo, modificando i dati di fatto, frullando insieme cose diversissime e inconciliabili, tagliando frasi e facendo un’operazione di “cherry picking” (“scegliere le ciliegie”) citando solamente i pochi dati e i concetti isolati che portano al risultato voluto e scartando la mole di altri dati e di altri concetti che smentiscono.
e il colpevole alla fine si trova, eccome se si trova!
(legge di jones: “colui che sorride quando le cose vanno male ha trovato qualcuno a cui dare la colpa”. dalla “legge di murphy”).

vengo al tema del doppio terremoto avvenuto in emilia e lombardia nel maggio 2012, cioè due anni fa. morirono 27 persone.

prima del terremoto, i comitati nimby del modenese erano attivissimi nel voler bloccare il progetto di realizzazione di uno stoccaggio di gas in località rivara.
gli stoccaggi di gas sono vecchi giacimenti di gas ormai sfruttati e svuotati che sono riutilizzati come deposito.
dove prima per milioni d’anni ha dormito il metano, e dove poi il gas è stato estratto, ora i tubi che scendono in profondità non si limitano a estrarre il gas ma lo ri-pompano nella roccia porosa, e lo riestraggono quando c’è bisogno.

lo stoccaggio di gas in sostanza riporta il giacimento allo stato in cui si trovava prima che venisse sfruttato: pieno di metano.
tutto qui.

ah, è bene che si sappia: i giacimenti di gas o di petrolio non sono caverne o cavità: è roccia dura – per esempio, travertino o arenaria – ma porosa.
roccia “bagnata” di greggio o impregnata di metano.

torno al modenese.
il nemico era lo stoccaggio di rivara.

dove – precisazione opportuna – non si tratta di uno stoccaggio realizzato in un classico giacimento usato bensì di un progetto relativo a un acquifero, che è una struttura geologica un po' differente, come s'usa in altri paesi.

quando arrivò il primo terremoto, era il 20 maggio 2012, la colpa dei comitati nimby fu data a quello stoccaggio.

per tutta italia girò la leggenda urbana che “le trivellazioni fanno venire i terremoti”.
dovunque si presentasse una trivella – foss'anche per cercare acqua potabile – ecco subito le paure sismiche.

eppure, l’impianto di rivara non era in funzione.
non era ancora stato costruito.

e poi, nella zona ci sono centinaia di pozzi petroliferi e di gas come a mirandola, cavone, spilamberto, recovato; ci sono centrali geotermiche (casaglia nel ferrarese), ci sono altri stoccaggi (quello nel sottosuolo di minerbio, tra bologna e ferrara, è lo stoccaggio di metano più grande d‘italia): nessuno di questi impianti ebbe alcuna conseguenza dal terremoto.

però la paura irrazionale aveva bisogno che la scienza confermasse ciò che pretendevano le leggende urbane.
il presidente della regione emilia-romagna, vasco errani, aveva bisogno di non perdere un consenso calante fra gli elettori e quindi aveva bisogno di trovare qualcuno che confermasse in modo razionale il suo obiettivo di sospendere le trivellazioni che fanno paura.

così i politici emiliani e i soliti sotutto accusarono: “le mappe sismiche sono sbagliate”.
falso: la mappa sismica è stata aggiornata e pubblicata sulla gazzetta ufficiale nel 2004 e dice chiaramente che nel modenese c’è un rischio alto che impone costruzioni più sicure.
dal 2004 la regione emilia-romagna ha imposto regole antisismiche per le costruzioni nuove? sono stati messi in sicurezza almeno gli edifici pubblici? sono stati sgomberati gli edifici pericolanti?

"ma la mappa sismica sottovaluta il rischio sismico".
falso: la mappa sismica sopravvaluta il rischio.

"abbiamo scoperto che si faceva il fracking di nascosto".
come se il fracking si facesse in zone dove non c’è nemmeno l’ombra di rocce per fracking, cioè gli scisti, e come se si potesse fare fracking di nascosto e abusivamente.

“si facevano perforazioni segrete di notte”.
prima dell’alba si smontavano e si nascondevano le torri di trivellazione per rimontarle subito dopo il tramonto?

"a rivara si depositava il gas".
a rivara le uniche attività erano sulle carte.

d’intesa con la protezione civile e il ministero dello sviluppo economico, errani promosse l’istituzione di una commissione scientifica.
e nacque la commissione ichese.

interessante: è stata istituita una commissione internazionale nel paese, l'italia, che ha il celebratissimo ingv (istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il più stimato centro mondiale di ricerca nel paese che ha i vulcani più famosi al mondo e che per primo ha studiato vulcani e terremoti, a cominciare da plinio il vecchio che prendeva appunti s
ulle pendici del vesuvio sulle dinamiche dell’eruzione di pompei (plinio fu una vittima di quell’evento e forse il primo martire della scienza).

ne sono componenti peter styles, presidente della commissione, con gli scienziati emeriti paolo gasparini, ernst hünges, paolo scandone, stanislaw lasocki e con franco terlizzese, non uno scienziato bensì un intelligente dirigente pubblico, direttore generale del ministero dello sviluppo economico (il quale – mi si dice – ora rimpiange il fatto di avere firmato la relazione finale, che pare egli non condivida del tutto. però sono voci riportate da altri).

 

alla commissione ichese sono state poste due-domande-due.

primo: è possibile che il terremoto in emilia sia stato scatenato dalle attività a rivara?

secondo: è possibile che il terremoto in emilia sia stato scatenato da attività sui giacimenti o sugli stoccaggi?

 

dopo tanti mumble mumble, gli scienziati in febbraio sono arrivati al dunque. puoi leggere l’intero rapporto ichese (scritto in inglese) a questo indirizzo: http://geo.regione.emilia-romagna.it/gstatico/documenti/ICHESE/ICHESE_Report.pdf

 

gli scienziati avevano osservato che, su decine di migliaia di pozzi e trivellazioni in giro per il mondo, ebbene sì, ogni tanto si osserva qualche effetto locale in superficie esprimendo un’energia decine di migliaia di volte più basse di un terremoto.

insomma, raramente qualche giacimento o qualche stoccaggio produce qualche leggero tremore sulla superficie, più o meno come quando passa il treno della metropolitana.

 

poi hanno provato a capire se una faglia profonda e lontana può essere stata messa in moto da una causa minima ma scatenante (la goccia che fa traboccare il vaso) come un’attività mineraria.

 

ecco la risposta degli scienziati.

 

primo: il terremoto non è stato scatenato dalle attività a rivara perché a rivara non c’era alcuna attività
(“after a critical review of the available information provided by the company, no contradictions were found of the statement that no kinds of mining activities have been performed at the rivara site in the recent years. the answer to the first question is therefore: no”).

accidenti, non c’è nessuno cui dare la colpa.

 

secondo: ecco trovato a chi dare la colpa del terremoto.
il giacimento di petrolio di cavone.

(“it is therefore concluded that the seismic process that began before may 20th, 2012 and continued with the sequence of earthquakes in may-june 2012 is statistically correlated with increases in production and injection in the cavone oil field”).
un piccolo giacimento di una compagnia petrolifera politicamente poco rilevante.

un giacimento lontano dall’epicentro del primo terremoto del 20 maggio.

i dati sismici non coincidono.

in qualche caso i giacimenti frenano invece di accelerare i terremoti.

l’energia espressa da un’attività petrolifera è milioni di volte inferiore rispetto a un terremoto.

non importa.

il giacimento di cavone può essere messo in correlazione statistica con la prima scossa di terremoto (“statistically correlated”), quella più leggera del 20 maggio 2012, avvenuta lontano da cavone.
la scossa del 20 maggio lontana da cavone può avere scatenato il secondo terremoto del 29 maggio, quello che ha liberato molta più energia del primo e che ha prodotto più disastri e ucciso più persone, assai più vicino a cavone.

 

il lavoro degli scienziati è stato consegnato alla regione emilia-romagna in febbraio.
e la regione l’ha segretato.

il primo segnale è avvenuto il 10 aprile, con tempismo sospetto.
nessuno parlava di rapporto ichese ma il presidente dell'ingv indirizzò un messaggio a tutti i suoi ricercatori dicendo che l'istituto avrebbe diramato una dichiarazione dopo la pubblicazione integrale del rapporto. (ho cercato la dichiarazione ma non l’ho ancora trovata). scriveva anche che se qualcuno dei destinatari della lettera avesse voluto fare dichiarazioni sul rapporto ichese si sarebbe espresso a titolo solamente personale – controllando che la testata giornalistica specificasse il titolo personale dell’intervista.

l’11 aprile, il giorno dopo, la rivista scientifica science ha pubblicato una sintesi dello studio ichese.

i giornali hanno ripreso l’articolo di science, rafforzando una lettura catastrofista dello studio. tutta colpa delle perforazioni.

 

appena scatenato il panico,  la regione emilia-romagna con la protezione civile ha dovuto rendere pubblico il rapporto ichese, che giaceva da due mesi, e ha dovuto diramare un comunicato per spiegare che bisognerà fare una nuova commissione.

“il rapporto, consegnato a metà febbraio, sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località cavone e i fenomeni di sismicità dell’area, approfondire gli studi sviluppando attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l’acquisizione di ulteriori dati necessari alla costruzione di un modello dettagliato del sottosuolo”.

bisognerà definire in tempi rapidi (dice proprio così, in tempi rapidi) “le linee guida che consentiranno di raccogliere i dati per dare le risposte necessarie”.

ripeto per chiarezza.

è stata istituita una commissione di studio che studierà il lavoro della commissione ichese.
compito della commissione-bis non è dare risposte ma definire linee guida.
le linee guida così definite non serviranno a dare risposte ma a raccogliere i dati.
solamente a questo punto i dati serviranno a dare risposte.

e per completare il quadro, obiettivo politico raggiunto.
la regione emilia-romagna ha appena vietato qualsiasi tipo di trivellazione. i cittadini si sentiranno protetti e difesi e voteranno coscienziosi.

 

suggerisco di leggere questo articolo del geologo enzo boschi. può essere illuminante. 

 

Commenti

15 risposte a “trivelle, terremoti, falsità. il sisma 2012 in emilia e i retroscena del “rapporto ichese”.”

  1. Avatar Marco Mucciarelli

    Pur avendo io stesso dei dubbi circa alcuni calcoli presentati nel rapporto ICHESE, devo segnalarle che nel suo articolo ci sono alcune inesattezze tecniche piuttosto importanti.
    1) “Rivara era un vecchio giacimento di metano ormai svuotato e inattivo da anni, abbandonato e chiuso”. Assolutamente no. A Rivara il gas non c’è mai stato. I pozzi perforati a suo tempo dall’AGIP erano tutti sterili. Lo stoccaggio a Rivara avrebbe coinvolto un acquifero molto prossimo alla faglia attiva. La commissione che fu interpellata nel 2009 dalla Provincia di Modena espresse un parere negativo basato su di un concetto molto semplice: il gas non c’era perché la faglia era attiva, e se la faglia era attiva (come ha ampiamente dimostrato) non era il caso di creare delle sovrapressioni. Se è vero che al momento non sono noti casi di sismicità indotta in depositi di gas esauriti, è anche vero che non più di 9 mesi fa i terremoti al largo di Valencia (campo Castor) sono stati causati in un deposito che non aveva contenuto gas ma solo fluidi incomprimibili (acqua e petrolio).
    2) “ la mappa sismica sopravvaluta il rischio”. La mappa cui ci si riferisce non può ne sopra- ne sottovalutare il rischio perché il rischio coinvolge la capacità degli edifici di resistere al terremoto e la loro densità sul territorio. Una mappa di accelerazione al suolo può essere confrontata con valori di accelerazione, e in questo caso non mi risultano articoli pubblicati che sostengano che la mappa sopravvalutasse alcunché. Invece esistono articoli che spiegano come il valore convenzionale della mappa, calcolato per rocce affioranti, viene amplificato dai sedimenti della pianura padana in un modo che non può essere spiegato da modelli semplificati ma che richiede modellazioni geofisiche e geotecniche più complesse.
    3) si possono avere gli istituti più celebrati al mondo, ma se per mezzo secolo è stato di fatto impossibile studiare la sismicità indotta in Italia perché i dati, a differenza del resto del mondo, non erano pubblici, gli esperti del settore sono merce rarissima. In un anno si pubblicano in Europa 10 volte più lavori sulla sismicità indotta di quanti ne siano stati pubblicati su dati italiani dal 1962 al 2012.
    4) “è stata istituita una commissione di studio che studierà il lavoro della commissione Ichese Compito della commissione-bis non è dare risposte ma definire linee guida.” La raccolta dati a Cavone è prevista da un accordo a tre firmato da Regione, MISE e concessionari dell’impianto. Come chiarito sul sito del MISE, invece la commissione per le linee guida è antecedente alla pubblicazione del rapporto ICHESE. Risponde ad una necessità di chiarezza e trasparenza sulle operazioni (non solo stoccaggi e estrazioni, ma anche impianti geotermici e grandi dighe2). Al momento, gestori di monitoraggio, concessionari e autorità di controllo sono lasciati ad accordi volontari in attesa di un normativa che specifichi compiti e responsabilità di ognuno.
    I link a cui reperire le informazioni di cui sopra:
    http://tersiscio.blogspot.it/2014/04/rapporto-ichese-reloaded.html
    http://tersiscio.blogspot.com/2013/10/sismicita-indotta-in-spagna.html
    https://sites.google.com/site/s2stohaz/issues/sismicita-indotta/Sismicita%CC%80%20indotta%20-%20situazione%20in%20Italia.pdf?attredirects=0&d=1
    http://link.springer.com/article/10.1007/s10518-014-9628-7
    http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/agenda/dettaglionotizia.asp?id=180
    http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/agenda/dettaglionotizia.asp?id=185

  2. Avatar jacopo giliberto
    jacopo giliberto

    grazie mucciarelli per le precisazioni.
    per la sua osservazione relativa a rivara-ex-giacimento-di-gas-oppure-acquifero, m’ero accorto anch’io dell’imprecisione e m’ero affrettato a correggerla (come può notare ora).
    le altre precisazioni danno un contributo interessante.
    fra l’altro, avrei voluto citare il suo studio, gentile mucciarelli, relativo a collalto: prossimamente su questi schermi.

  3. Avatar Enzo Boschi
    Enzo Boschi

    L’articolo di Giliberto è corretto. La confusione tra rischio e pericolosità è stata sempre fatta anche da “esperti”. Lo scopo di chi faceva volutamente questa confusione era tentare di stabilire, all’indomani delle scosse del 2012, che la responsabilità dei danni andava cercata non fra coloro che avevano mal costruito e coloro che avevano il compito di far rispettare le norme ma addirittura fra i sismologi, i soli che in questa vicenda hanno fatto il loro dovere. Fa bene Giliberto a usare lo stesso linguaggio, forse impreciso ma più immediato. Non è certo suo compito cercare di definire modelli complessi di accelerazione e non credo che i suoi lettori siano interessati a queste sofisticate considerazioni.
    Non credo che le competenze necessarie per studiare la sismicità indotta siano molto diverse dalle competenze necessarie per la comprensione della fisica del meccanismo sismico. Comunque se il Potere Politico ha deciso di avvalersi di una “commissione internazionale” senz’altro avrà inserito esperti che di queste cose si intendono. Se non è così lo si dica chiaramente: non credo che sia compito di un giornalista per quanto prestigioso di risolvere queste mancanze gravi. Perché poi è stata fatta una seconda commissione e quali siano i suoi compiti non è chiaro e non interessa particolarmente. Non si può negare una scarsa trasparenza in tutta questa operazione. Molti hanno avuto queste informazioni da una rivista americana che se non avesse scritto sull’argomento ancora non se ne saprebbe niente. Ancora non siamo riusciti ad aver i verbali delle riunioni e delle audizioni. Devo dire che non li stiamo neanche cercando perché dovrebbero essere resi facilmente accessibili. Quindi mi complimento con Giliberto per il suo articolo: le sue eventuali imprecisioni vengono solo da scarsissima comunicazione, a mio avviso voluta, in questa vicenda se non addirittura a colpevole reticenza.
    Stiamo studiando in dettaglio il rapporto ICHESE e stiamo trovando incongruità, valutazioni e conclusioni discutibili e non supportate. Persino i dati sono in certi casi evidentemente incompleti, Questo si che ha possibili gravi ripercussioni non solo sull’economia ma anche sull’occupazione di migliaia di persone. Pubblicheremo le nostre considerazioni appena possibile cercando di confrontare le nostre osservazioni con i nostri colleghi che le vaglieranno come avviene nel mondo scientifico da Galileo in poi. E non cercando di imporre il nostro punto di vista ad ogni costo.
    Desidero esprimere la mia ammirazione a Giliberto che con il suo linguaggio semplice e immediato cerca di impedire il diffondersi di paure assurde ma che evidentemente hanno una qualche utilità per chi le diffonde. Questo dovevo e con questo informo che non intendo partecipare ulteriormente a discussioni pretestuose.

  4. Avatar jacopo giliberto
    jacopo giliberto

    è molto interessante il fatto che entrambi – boschi e mucciarelli – in occasioni diverse avete osservato che il primo terremoto (quello più debole del 20 maggio 2012) aveva un epicentro assai più lontano dai giacimenti rispetto al secondo più forte (29 maggio). com’è possibile, vi chiedete, che la stessa attività petrolifera scateni un terremoto più lontano e non più vicino? (provo a rispondere con il buonsenso dell’ignorante: l’equilibrio del primo sisma era moooolto più vicino a spezzarsi, ed è bastato poco appena un soffio, mentre per scatenare il secondo sisma serviva un’energia assaissimo più intensa, serviva l’energia di un altro terremoto e non bastava l’esercizio di un giacimento).

  5. Avatar max
    max

    ho letto i commenti e dico: grande Marco Mucciarelli!!! il resto dai dati che ho, è fango!

  6. Avatar alessandro amato
    alessandro amato

    Non credo che nessuno potrà mai dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le attività a Cavone abbiano effettivamente “innescato” o “triggerato” il terremoto del 20 maggio, e nemmeno si potrà dimostrare il contrario. Vero che se una faglia è molto vicina al punto critico, può bastare un microbar per farla scattare. E questo microbar potrebbe venire da un’attività in un campo petrolifero più o meno vicino, o alla piccolissima variazione del campo di stress dovuto alle maree terrestri, o per quanto ne sappiamo a una perturbazione atmosferica sulla superficie.
    Ma, al di là della causa scatenante, questo vuol dire anche che quella faglia sarebbe scattata ugualmente, magari un minuto o un giorno o un mese dopo. Quantificare questa “accelerazione” è molto difficile, e direi impossibile dimostrarne l’eventuale effetto di “innesco”, a causa della conoscenza molto limitata delle condizioni fisiche del volume roccioso coinvolto.
    Neanche si può ignorare che esistano casi evidenti di triggering di terremoti, anche forti, ad opera di attività estrattive, o meglio iniettive, come documentato per l’Oklahoma (M5-5.7) o altre zone nel mondo. In genere queste sono molto più intense di quelle tipo Cavone, di ordini di grandezza. Nel caso dei terremoti in Oklahoma, si ipotizza (v. articolo citato di Keranen et al., 2013) che 18 anni di iniezioni di fluidi potrebbero avere abbassato lo stress sulle faglie intorno al reservoir.
    Resta il fatto che la normativa in Italia è carente, quindi ben vengano le future linee guida per il monitoraggio e l’obbligo a rendere pubblici i dati sulle operazioni di pompaggio, reiniezione, ecc. Sarebbe ora.
    http://geology.gsapubs.org/content/41/6/699.abstract
    http://bssa.geoscienceworld.org/content/103/5/2850.abstract

  7. Avatar Enzo Boschi
    Enzo Boschi

    Mi fa piacere che finalmente un esperto autentico come Alessandro Amato dell’INGV si sia interessato al problema. L’importanza dei fluidi nella comprensione del meccanismo della sorgente sismica è stato negli anni molto considerato in Istituto e posso dire senza esser smentìto che sono stati conseguiti alcuni risultati fondamentali in questo settore. Lo dico per tacitare coloro che affermano che in Italia non eistono esperti di sismicità indotta.
    Quanto afferma Amato è del tutto condivisibile e giusti sono i riferimenti che egli fa ai due lavori che cita. Che l’iniezione di fluidi favorisca o induca terremoti è noto da molto tempo. Alessandro ricorderà che tanti anni fa venne fuori addirittura la proposta di iniettare fluidi nelle zone notoriamente sismiche per farvi verificare scosse anche forti per renderle poi stabilì. Sembra una sciocchezza ma fu argomento di discussioni anche interessanti.
    Nei due lavori che Amato cita appare evidente che uno dei motivi a supporto dell’idea che il fluido iniettato abbia indotto scosse è la grande vicinanza fra il luogo dell’iniezione e l’attivazione della frattura: praticamente coincidono. Nel caso emiliano, se non sbaglio, c’è una distanza di circa 20 km fra il Cavone e il luogo della scossa del 20 maggio 2012. Quello che io sostengo è che, prima di fare qualunque illazione bisognerà spiegare questo aspetto tutt’altro che secondario. Oltre a spiegare, a maggior ragione, perché non si è attivata prima la frattura della seconda scossa molto più vicino alla presunta origine. È sostanzialmente per questo che mi sento di affermare che non c’è relazione fra il Cavone e le scosse del 2012. Inoltre la zona attivatasi nel 2012 è in regime compressivo. Il greggio estratto viene sostituito con un fluido leggermente più pesante (almeno credo: non ho esperienze petrolifere) che in quanto tale tende a stabilizzare, quindi a ritardare l’eventuale frattura.
    Mi sembra che nei casi americani ci sia stata solo iniezione e non siamo in regime compressivo. Dico mi sembra perché posso leggere solo gli abstract che gentilmente Amato ha fornito ma non ho accesso ai lavori completi.
    Mi farebbe piacere avere le opinioni di Amato sulle mie considerazioni. Purtroppo tutta la questione, per quanto interessante, è stata gestita malissimo in chiave sopratutto politico-elettorale. In più personaggi eticamente molto discutibili ne stanno approfittando per cercare notorietà e altri vantaggi confondendo ulteriormente la vicenda.

  8. Avatar franco ortolani
    franco ortolani

    Il Dr. Giliberto dice” interessante: è stata istituita una commissione internazionale nel paese, l’italia, che ha il celebratissimo ingv (istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il più stimato centro mondiale di ricerca nel paese che ha i vulcani più famosi al mondo….
    Faccio notare che INGV, che comprende validissimi ricercatori, è stato interessato dalla Società che ha elaborato il progetto di stoccaggio di Rivara fornendo consulenze per la sua realizzazione, come si legge nella comunicazione di Carlo Dacquino – Ingegnere “STOCCAGGIO GAS DI RIVARA – UN CASO PARTICOLARE TRA QUELLI ESAMINATI DA ISPRA- Corso di Formazione su Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), Sala Conferenze ISPRA, via V. Brancati 48, Roma – Ottobre-Novembre 2012.
    Dice l’ingegnere Dacquino: “Per dare un’idea della potenza di fuoco messa in campo dal Proponente si elencano di seguito alcuni dei documenti redatti da dipartimenti universitari o, comunque, da strutture di ricerca a supporto dal progetto presentato.
    Quadro conoscitivo del primo sottosuolo-Scavernamenti: DISTART (Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio) – Università di Bologna.
    Geochimica delle acque di falda e dei gas nei sedimenti alluvionali sovrastanti la struttura sepolta di Rivara (Modena): Dipartimento di Scienze della Terra – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
    Analisi geologico-strutturale-sismologica dell’area di Rivara: Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Roma La Sapienza, Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG) -CNR, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
    Studio Geomeccanico 3D della Struttura: Schlumberger RGCoE – Bracknell UK.
    Caratterizzazione sismologica dell’area di Rivara: Dipartimento di Scienze Geologiche – Università degli Studi di Catania.
    Simulazione di reservoir nell’unità geologica profonda di Rivara: D.I.C.M.A (Dipartimento Ingegneria Chimica Materiali Ambiente) – Universita’ di Roma La Sapienza.”
    il Dr. Giliberto si renderà conto che INGV si sarebbe trovato in una situazione “imbarazzante”.

  9. Avatar jacopo giliberto
    jacopo giliberto

    grazie, scienziati, di questi commenti importanti.

  10. Avatar Massimiliano Stucchi

    A me l’articolo di Jacopo Gilberto è piaciuto.
    Rispondo solo su un tema qui marginale, quello della sottostima della pericolosità sismica (o del rischio).
    Subito dopo i terremoti del 2012 (e anche di quello dell’Aquila, a dire il vero) c’è stato un coro – un po’ stonato – di affermazioni di presunta sottostima, e alcune risposte.
    Parte di questa materia è stata trattata in un articolo pubblicato da pubblicato su “Progettazione Sismica” (v.4, n.3 del 2012 – Numero monotematico sul terremoto in Emilia),
    rintracciabile all’indirizzo
    http://ingvterremoti.files.wordpress.com/2013/03/2012_03_05_stucchi_et_al.pdf

  11. Avatar Enzo Boschi
    Enzo Boschi

    Hai fatto benissimo a ricordarlo, Stucchi. In questa vicenda la disinformazione ha toccato vertici difficilmente raggiungibili. Si è partiti dall’affermare che le scosse erano state determinate dal deposito di Rivara di cui all’epoca esisteva solo il progetto continuando poi, sistematicamente, nell’impegno di sviare l’attenzione dalle vere ed evidenti responsabilità. Si è cinicamente perseguita persino la diffamazione e il discredito personale. Però tutto sta venendo a galla e tutto si chiarirà.

  12. Avatar jacopo giliberto
    jacopo giliberto

    … e pensare che intanto ci sono persone terrorizzate all’idea che in italia qualcuno si metta a cercare shale gas…

  13. Avatar Umberto Fracassi
    Umberto Fracassi

    “… e pensare che intanto ci sono persone terrorizzate all’idea che in italia qualcuno si metta a cercare shale gas…”
    E’ proprio questo il guaio, dott. Giliberto, tra gli altri. E già vedo i fiumi di parole che andranno impiegati per cercare di ripristinare un po’ di buon senso, scientifico e non, mentre molte più parole andrebbero impiegate (mai abbastanza) nel ricordare a tutti che sin tanto che questo Paese produrrà normative (esempio: la carta di pericolosità) per poi non rispettarle (i palazzi istituzionali che crollano) ed esigerne l’applicazione (un capannone a caso..), i terremoti continueranno indisturbati a produrre gravi danni e vittime.
    Il problema è culturale sistemico; il caso Stamina mi pare stia lì a ricordarcelo drammaticamente..

  14. Avatar paolo sita

    Infine, come sostiene Legambiente, non vale la pena domandarsi anche come possano influire sul suolo e gli edifici, in caso di attività sismica, le diverse tipologie di compresenti attività minerarie presenti?
    ” Se infatti è da escludere una correlazione diretta tra attività umane ed eventi simici della portata di
    quello del maggio 2012 (dovuti certamente a cause geologiche), l’interrogativo emerso tra la
    popolazione e gli stessi studiosi è se e come le attività umane possano aver influito sugli effetti del
    terremoto, amplificandone i danni o la portata. La stessa Protezione Civile ha evidenziato come, ad
    esempio, il fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo indotto dall’estrazione di
    fluidi dal sottosuolo, potrebbe aver indebolito la struttura geologica del terreno, amplificando
    quindi i danni agli edifici in occasione dell’evento sismico. L’analisi dei dati storici dei terremoti
    nell’area ha portato inoltre alcuni esperti ad interrogarsi sulla possibile interazione tra le attività
    umane e la magnitudo dell’evento sismico. ”

  15. Avatar pierluigi vecchia
    pierluigi vecchia

    Mi chiedo quale è la logica secondo la quale si vuole applicare il principio di precauzione. Sarebbe come dire che visto che non posso escludere che avrò un incidente con la macchina allora avrò un incidente con la macchina. E quindi vieto l’uso delle macchine. Ovvero: stop alle trivelle uguale fine dei terremoti.
    Sto certamente banalizzando, ma dalle conclusioni della Ichese:
    “La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.”
    Ci riprovo:
    “La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di passaggi di mezzi agricoli a Mirandola e di biciclette a Casaglia possano aver prodotto una variazione di traffico sufficiente a generare un evento chiamato “incidente”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che i passaggi di mezzi agricoli a Mirandola possano aver contribuito a “aumentare” gli incidenti da traffico in Emilia.”
    Dove è la differenza???

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