la sardegna rinuncia al suo giacimento di metano. meglio importare petrolio.

la sardegna preferisce non usare il suo giacimento di metano per continuare a importare i derivati del petrolio.


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Commenti

27 risposte a “la sardegna rinuncia al suo giacimento di metano. meglio importare petrolio.”

  1. Avatar sardoc
    sardoc

    Ma si informi meglio prima di scrivere inesattezze…
    In Sardegna non abbiamo più l’anello al naso,qualcuno l’ha avvertita?

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      uno però sì, ce l’ha. non a caso preferisce restare anonimo.

  2. Avatar Ivan
    Ivan

    E’ proprio vero che ragliare costa poca fatica. Prima di pubblicare qualcosa, abbi almeno il buon senso di informarti.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      forse ivan sperava che non pubblicassi questo suo commento che gli fa fare una così brutta figura di fronte agli altri.

  3. Avatar guido podda
    guido podda

    Noi in Sardegna produciamo molta più energia di quella che ci serve, quindi perché dovremo aprire il nostro salvadanaio per fare arricchire il grasso colonizzatore?
    Lo stesso colonizzatore che ci pagare l’energia da noi prodotta 1/3 in più di quanto la faccia pagare in italia.
    Ci spiace, i vostri affari fateli da altre parti; che gli affari si fanno in due.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      bisogna essere laici, senza lasciarsi prendere dall’emotività, gentile guido podda.
      l’emotività verrà dopo, alla fine della nostra chiacchierata, quando tutti gli elementi saranno esposti e sarà il momento di tirare le somme.

      lei parla del surplus di energia.
      vero.
      lei sa di quale energia c’è surplus in sardegna?
      glie lo ricordo: in sardegna c’è un surplus di energia elettrica, ottenuta da carbone, più l’impianto incentivato della saras alimentato gassificando i bitumi della raffineria e altre centrali minori (come ottana).

      lei scrive che il “colonizzatore” (immagino che intenda la saras) fa pagare più cara l’energia in sardegna.
      non è bene informato.
      il prezzo pagato in bolletta dai sardi per la corrente elettrica che usano è esattamente quello medio nazionale, non un centesimo in più.
      una famiglia di sassari, decimomannu e arbatax paga la corrente quanto una famiglia di vercelli, ancona o isernia.
      queste sono le regole e queste sono le bollette elettriche.

      la sardegna non è collegata a metanodotti; le case e le aziende sono alimentate con gpl o con aria propanata, che sono derivati del petrolio e sono importati via nave (il gpl già raffinato, o il petrolio raffinato nell’isola per produrre il gpl).

      nel sottosuolo della sardegna è stato ipotizzato (ma non effettivamente verificato) molto metano, che non viene estratto come avviene ora con il caso del giacimento eleonora bloccato dalla regione.

      se questo metano venisse estratto, i sardi guadagnerebbero dalle royalty incassate dalla regione sardegna (potrebbero essere usate per promuovere le aziende sarde, oppure per i servizi sociali e l’assistenza agli invalidi, oppure potrebbero essere distribuiti ai comuni sardi così bisognosi di denaro per migliorare i servizi ai cittadini), e in più i sardi avrebbero metano a basse emissioni per le imprese e per le famiglie.

      tenendo sepolto quel metano, i sardi non possono prelevare le royalty dal fatturato della compagnia petrolifera.

      (non metto in conto ciò che invece vantano in genere gli investitori, cioè l’occupazione e il lavoro generati dai cantieri e dall’esercizio dell’impianto, che ci sono ma mi sembrano davvero marginali. non so se la saras ha propagandato occupazione e lavoro dal cantiere, ma non mi stupirei se l’avesse fatto).
      (non metto nemmeno in conto il beneficio economico che in teoria si avrebbe dalla concorrenza offerta da una fonte alternativa alle importazioni di carbone e petrolio. con ogni probabilità il vantaggio competitivo sarebbe irrilevante).

      il bilancio economico l’ho già tratteggiato.

      il bilancio ambientale è ancora più semplice, e lo rappresenterò con una domanda: per l’ambiente è meglio usare una fonte energetica (relativamente) pulita a chilometri zero, sotto il controllo attento dei cittadini, oppure per l’ambiente è meglio importare una fonte energetica (relativamente sporca) che viene da migliaia di chilometri di distanza, la cui produzione ha forti emissioni climalteranti e che viene estratta con modalità che i cittadini non possono controllare?

      c’è poi l’impatto ambientale sul territorio. se qui, ad arborea; o comodamente lontano dalla vista, nei paesi remoti in cui si estrae il petrolio poi usato dai sardi.
      di trivelle, caro guido, ne ho viste e studiate tante, troppe. e di giacimenti. nella loro fisicità e nell’astrazione degli studi. (per fortuna, occupandomi di tematiche ambientali ed energetiche ho visto anche cose belle, non solamente perforazioni e giacimenti).
      il loro impatto ambientale – che c’è – è confrontabile con quello di un piccolo impianto industriale come ne abbiamo mille in sardegna. le conseguenze sulle colture della zona sono le stesse di uno dei tanti capannoni produttivi dell’area.
      un medio allevamento di vacche da latte e da carne (ad arborea ce ne sono diversi molto interessanti) ha un impatto ambientale (parlo di impatto ambientale reale, non di percezione che ne ha il cittadino normale) assai più forte di una trivellazione.
      ripeto: un medio allevamento di vacche da latte e da carne ha un impatto ambientale assai più forte di una trivellazione.

      (diverso il caso in cui il giacimento oltre al metano contenesse anche idrogeno solforato, per la cui depurazione servirebbe un impianto che comincerebbe ad avere un ingombro già più rilevante, un paio di ettari, e un produrrebbe un po’ di emissioni in aria, non molto diverse dalle emissioni di un essiccatoio per cereali).

      lei, gentile guido, scrive: “ci spiace, i vostri affari fateli da altre parti, che gli affari si fanno in due”.
      continuiamo a ragionare in modo laico.
      gli investitori i loro affari li faranno sicuramente, ma altrove. e poiché “gli affari si fanno in due”, saranno altre persone, non i sardi, a condividere parte di quei guadagni.

      ecco, abbiamo disposto laicamente alcuni degli elementi più rilevanti dell’argomento.
      altri verranno in mente a lei e ad altri lettori, e li aggiungeremo.
      sulla base di questi elementi cercheremo di capire se sfruttare il giacimento eleonora è o no un vantaggio per i sardi.
      per ora sospetto che per i sardi il vantaggio (ambientale ed economico) sia nettamente a favore dell’utilizzo del giacimento. ma posso sbagliarmi.

  4. Avatar Roberto castiglioni
    Roberto castiglioni

    Avere una nave che scarica GPL estratto altrove e’meglio che non avere 1 ettaro occupato da un pozzo di metano?
    Povera Italia, in che stato si e’ridotta!

  5. Avatar Luigi
    Luigi

    Si in effetti la Basilicata è la regione più ricca d’italia grazie alle royalty del petrolio……. Anche tra le meno colpite da tumori! Sig. Giliberto lei è un servo del padrone. Il colonizzatore di cui si parla sopra è l’italiga. Sopra il presunto giacimento di metano c’è un sistema economico agricolo tra i più efficienti in Sardegna. Non abbiamo bisogno del metano, della saras e soprattutto dell’italiga. Saluti

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      luigi, capisco la sua emotività, ma non le offese contro di me (“chi non sa tenere la palla attacca l’uomo”) e l’emozione può far sbagliare la prospettiva.
      1) la basilicata ha talmente tante royalty petrolifere che non sa come spendere i suoi soldi. la corte dei conti regionale di recente ha accusato le amministrazioni locali di avere sprecato più di un miliardo (più di un miliardo) incassato dalle royalty. una veloce ricerca su google avrebbe potuto schiarirle le idee.
      2) sui tumori in testa è la campania, seguita da val d’aosta e piemonte. le sarebbe bastato un minuto di ricerca sulla rete per saperlo.
      3) secondo lei io sono un servo del padrone.
      4) sopra arborea c’è un sistema economico agricolo molto efficiente, è vero. con produzioni di qualtà, aggiungo io. pensi che in emilia-romagna, il sistema agricolo più efficiente e di qualità d’italia e forse d’europa, con i salumi, il parmigiano reggiano ecc. ci sono 1.714 pozzi di petrokio e metano. ripeto: 1.714 pozzi. è sufficiente pochi secondi di ricerca in rete per saperlo.
      5) lei pensa di non avere bisogno del metano (né della saras né dell’italia). nema problema: l’umanità ha fatto a meno del metano fino a cent’anni fa. lei preferisce usare il petrolio e pagare con i suoi soldi gli oligarchi russi o gli emiri. così anche tutti gli altri sardi.

  6. Avatar Emanuele Pes
    Emanuele Pes

    egr. dott. Giliberto,
    credo che per “colonizzatore” si intenda “Italia”.
    cordiali saluti

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      mersì.

  7. Avatar Alberto Medda Costella
    Alberto Medda Costella

    Gentile Giliberto,
    la sicurezza con la quale scrive certe cose non le fa certo onore, perché un ricercatore serio non scriverebbe di aver fatto riferimento a ricerche compiute su “Google”. Lei è infatti un giornalista, che per antonomasia è poco avvezzo alla verifica di delle fonti che ha usato per ricavare i suoi ragionamenti.
    A parte essere uno stipendiato del giornale della Confindustria, guarda caso grande sponsor del Progetto Eleonora, dov’era quando ad Arborea si è svolta l’assemblea pubblica nel maggio del 2013? Le scarse argomentazioni supportate da studi anacronistici proposte dai tecnici della Saras sono state smontate a colpi di bibliografia scientifica davanti a migliaia di persone.
    Lei è al corrente che in quella giornata i tecnici della società di Moratti smentirono pubblicamente i dati riportati nel depliant informativo distribuito alle famiglie di Arborea e ai comuni limitrofi (ricordo perfettamente la questione legata alla sicurezza degli impianti)?
    Chi garantisce i sardi di avere uno sconto in bolletta, se poi è lo stesso ing. Citterio a riferire che il prezzo lo farà eventualmente il mercato? La presenza della raffineria di Sarroch (la più grande del Mediterraneo?) non mi pare abbia abbattuto il costo dei carburanti…
    Per quanto riguarda la Basilicata mi affido agli indici di sviluppo di quella regione e alla puntata dettagliata che fece un po’ di tempo fa la trasmissione Report su Rai 3, che non sarà la bibbia, ma è certamente più attendibile delle sue ricerche su “google”.
    Sui tumori in varie parti d’Italia, manca ancora un registro esaustivo che ne possa certificare l’attendibilità. Vorrei quindi capire quanto siano attendibili le sue proiezioni (perché di queste si tratta) molto parziali che lei porta a supporto della sua tesi.
    Cosa pensa degli studi che ipotizzano una correlazione tra il recente terremoto di Finale Emilia e le trivellazioni? Io non sono così sicuro quanto lei, perciò ci lasci almeno il beneficio del dubbio.
    Quanti posti di lavoro pensa che sia in grado di generare quel pozzo? Due posti di guardiania?
    Quanto crede che la rete, a cui lei tiene particolarmente, impiegherà a sporcare l’immagine di Arborea con foto che ritrarranno una bella trivella in mezzo a un campo coltivato?
    È a conoscenza del fatto che la perforazione dovrebbe essere fatta a pochissimi metri dallo stagno di S’Ena Arrubia, una zona umida d’importanza internazionale (le risparmio tutti i riconoscimenti)?
    Arborea ha già scelto un modello di sviluppo e bisogna rispettarlo, visto che le buste paga che distribuisce tra aziende e indotto danno da mangiare ad arborensi e no.
    Il suo curriculum vitae (questo sì consultabile in rete), mette ben in evidenza i riconoscimenti ottenuti in tutti gli anni della sua carriera da giornalista: proprio per questo lei non è una persona attendibile.
    Cordialità

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      il riferimento a google era rivolto al lettore cui rispondevo. ovviamente le mie fonti sono di più solida qualità.

      poche righe più sopra può leggere che anche io – come lei – non penso che ci sarà uno sconto in bolletta. le royalty alla regione, però, quelle sì. incassi (sottratti alla compagnia petrolifera) che i vostri eletti potranno deestinare per esempio all’assistenza dei diasbili, alle scuole, al sostengo per le imprese o a ciò che i sardi riterranno utile e opportuno.

      sulla basilicata, la regione e i comuni incassano pacchi di soldi. che non usano, o che usano male. (concordo con lei sulla “fonte” rappresentata da report. bravissimi colleghi, sia chiaro; però…).

      sui tumori, in molti luoghi manca il “registro tumori” ma il censimento viene fatto ugualmente, già l’istat pubblica dati precisi e certificati. le prime regioni per tumori sono campania, valle d’aosta e piemonte (in termini percentuali, ovviamente. l’intera val d’aosta ha tanti abitanti quanti un quartiere di torino…).
      le prime regioni per pozzi trivellati sono emilia-romagna, lombardia, sicilia.

      mi chiede che cosa penso degli studi (dello studio, uno solo: l’analisi della cosiddetta commissione ichese) che dicono che forse, chissà, potrebbe esserci qualche correlazione fra il terremoto in emilia-lombardia della primavera 2012 e alcuni giacimenti in emilia. le rispondo in poche parole. lo studio della commissione ichese è stato smentito da studi altrettanto eminenti e da ricerche condotte nei mesi scorsi in situ (come il laboratorio cavone). io non sono uno scienziati, e quindi non riesco a essere così netto come quegli scienziati che dicono tutto-bianco-oppure-tutto-nero.
      ritengo che in alcune condizioni, alcune attività umane nel sottosuolo possono generare vibrazioni al suolo (pensi solamente al passaggio della metropolitana, che localmente genera scosse da far impazzire un sismografo), ma la vicenda emiliana fa sentire da lontano l’odoraccio della psicosi. pensi, gentile alberto, che subito dopo il terremoto le accuse furono rivolte con certezza e manifestazioni pubbliche contro un impianto che… che non esisteva! e dopo la prima delusione, la ricerca dell’untore si è rivolta contro qualuque altra cosa, fino a individuare il successivo capro espiatorio accettabile, il piccolo e lontano giacimento di cavone.
      cmq condivido con lei il beneficio del dubbio, anche se per me in questo caso specifico emiliano – mi permetta – non ho.

      per l’occupazione ho scritto qui sopra, a una nota di un altro lettore, le stesse sue osservazioni, che vedo lei condivide.
      le compagnie vantano sempre “occupazione”. una trivellazione, e poi la gestione di un pozzo se la perforazione ha successo, dà un contributo all’occupazione assai contenuto. e per il luogo in cui essa si svolge, in pratica c’è lavoro solamente per le imprese edili che assistono il cantiere (qualche ruspa e un po’ di movimento terra…).
      a giacimento in produzione, anzi di occupazione penso che sia zero-via-zero. io ho visto centinaia di pozzi di gas in produzione: qualche tubo giallo, con qualche valvola e rubinetto, che sporge incustodito dal terreno, fra i campi coltivati.

      non penso che in rete l’immagine di arborea possa essere turbata da una trivella più di quanto non possa essere l’emilia romagna (con le sue eccellenze mon-dia-li del parmigiano reggiano, del prosciutto di parma o di langhirano, dei vini di romagna, della piadina, della mortadella igp di bologna (“ti parlerooooo d’amooooor”) con i suoi 1.714 pozzi trivellati. ripeto: 1.714.

      del fatto che la perforazione sarebbe fatta al margine dello stagno s’ena arrubia ho scritto nell’articolo che lei sta commentando. è una zona sic (sito di interesse comunitario) molto pregiata.
      se si perforerà in zona (ma penso che non si farà), dovrà essere fatta la massima attenzione. in italia ci sono vagonate di trivellazioni a margine delle zone protette, condotte con criteri adeguati. me ne viene in mente una: le decine di pozzi che pescano il greggio sotto il parco del ticino.

      il modello di sviluppo di arborea prevede di usare energia dal carbone e dal petrolio. nema problema. sono scelte d’immagine.

      il mio curriculum mi rende inattendibile? saprò farmene una ragione.

  8. Avatar Ivan
    Ivan

    Caro Jacopo, ho verificato che mi pubblicasse il commento e, se lo avessi bannato, avrei insisto. Dopo tutte le inesattezze, peraltro molto generiche, che hai scritto confermo la tesi: – “a ragliar costa meno fatica che informarsi” e ribadisco che “dovresti informarti prima di parlare”.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      questo ivan continua a voler fare una brutta figura in pubblico. e per spregio, insisto a pubblicarlo.

  9. Avatar Renato
    Renato

    Jacopo, Lei avrà anche i suoi buoni motivi per difendere le speculazioni energetiche in Sardegna se queste sono ad opera di Saras e Soci (magnati Russi, per intenderci). Da parte Nostra, in Sardegna pretendiamo Sovranità in campo Energetico, Agricolo e culturale. La Regione Sardegna deve svegliarsi e mettere al primo posto l’elaborazione di un serio piano energetico che tenga conto di quanta energia ci occorre e di come e dove vogliamo produrla. Al momento non si fà altro che potenziare i collegamenti con la penisola per l’esportazione dell’energia prodotta in Sardegna (sacoi. – sarco – sapei). Nonostante ciò gli impianti vanno in sovra produzione anche rispetto alla potenzialità di trasporto con i suddetti tre mega cavi. E’ necessario bloccare anche i tentativi di trivellazione nel campidano “geotermico”, il termodinamico – solare a concentrazione, le serre fotovoltaiche, il mini eolico non finalizzato all’autoconsumo in azienda ed i così detti parchi eolici… che parchi non sono.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      caro renato,
      non difendo gli investimenti energetici in sardegna.
      sono affari degli investitori, e dei sardi.
      a me interessano invece le notizie, e continuo a trovare stravagante che tante persone insistano a voler dare della sardegna l’immagine di una nazione che continua a voler bruciare a tutti i costi petrolio e carbone, invece di usare le risorse pulite a chilometro zero (o “abbastanza pulite”, come il metano) “sfilando” dal portafogli dell’investitore una quota di royalty.
      la sardegna vuole andare a fossili a bassa efficienza d’importazione?
      penso che l’immagine dell’isola e delle sue risorse strepitose non ne guadagni.

      sulla necessità di un piano energetico, d’accordissimo.

      non mi è chiaro però con quali fonti energetiche vorrebbe alimentare l’isola. non è una domanda *furbetta*: lei ha delineato una lunga sequenza di impianti esistenti, di idee e di progetti ma non capisco quali di questi impianti-idee-progetti non gradisce.

  10. Avatar Ivan
    Ivan

    Non riesco a capire come mai non mi pubblica la risposta data a Jacopo.

  11. Avatar Ivan
    Ivan

    Pubblichi Jacopo, attendo con ansia che i miei commenti vengano pubblicati. Detto questo, inizierò a dialogare con lei nel momento in cui mi renderò conto di aver a che fare con una persona che ha il buon senso di sedersi sulla sedia, magari per qualche mese, tanto ci vuole, e informarsi bene su tutto.

  12. Avatar Alberto Medda Costella
    Alberto Medda Costella

    Gentile Giliberto,
    le sue argomentazioni non mi hanno convinto per nulla, primo perché ad alcune domande non ha voluto rispondere e secondo perché l’unica a cui ha replicato in modo un po’ più articolato, era sull’unica questione ipotetica che io ho sollevato.
    Discorso sicurezza: incidenti legati a questo tipo di perforazione sono comprovati e certificati (come Policoro in Basilicata). Come può essere in grado di garantire che questi non avverranno più? Non l’ha fatto la troupe dell’ing. Citterio e vuol provarci lei?
    Quanto alla cattiva pubblicità, credo che una diretta concorrente della 3A di Arborea non si limiterà a fotografare un tubo giallo, ma si adopererà affinché emerga più di una semplice istantanea del pozzo già completato.
    Lei che crede alla rete come alla fonte più affidabile, sa benissimo quanto essa in passato abbia contribuito a smontare o a distruggere un’intera azienda, che magari deteneva un monopolio in un settore proprio grazie all’ “ignoranza” diffusa della sua clientela. Un suo illustre collega, nonché attualmente professore universitario (Luca De Biase), in un suo fortunato libro faceva l’esempio della Kriptonite, danneggiata proprio dalla circolazione di un video “virale”: se conosce la storia di questa azienda non occorre andare oltre.
    Lei vorrebbe farmi credere che i sardi poveri e arretrati (in base anche al suo palese dileggio nei confronti della nostra lingua) dovrebbero mettere a rischio un comparto che costituisce un’eccellenza a livello europeo, per un misero 10% circa (da suddividere tra Stato ed enti intermedi)? Cinquant’anni fa un tale di nome Enrico Mattei offriva molto di più di questa elemosina ai paesi arabi e magrebini.
    Inoltre, per la precisione le ricordo che la bonifica di Arborea non è stata compiuta dal regime fascista, ma se lei è abituato ad informarsi esclusivamente tramite Google, non posso certamente fargliene una colpa.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      caro alberto,
      le precisazioni sono gradite, i commenti ancora in più, ma non quelli relativi alla mia persona.

      non voglio convincerla di niente. lei sta argomentando, con buone ragioni, e io pure, penso con ragioni altrettanto buone.
      e ciò che segue non sono argomentazioni per convincerla: sono spunti aggiuntivi alle sue considerazioni.

      sugli incidenti, finora l’esperienza di oltre 7mila pozzi trivellati in italia dice che ad arborea (nell’improbabile ipotesi di perforazione) non ci saranno problemi.
      ma non si può escludere nulla.
      (dei 7mila pozzi italiani ricordo solamente due eventi di qualche rilievo, cortemaggiore e trecate).

      sui concorrenti, ok.
      ci sta. può darsi che il video virale di una perforazione possa essere usato per danneggiare le belle aziende della zona.
      mi sembra però improbabile: di perforazioni ne ho viste tante, troppe, e sono cantieri come altri.
      dal punto di vista della tecnica dell’immagine non si prestano alla denuncia.
      (poi con un montaggio di immagini farlocche si può ottenere qualsiasi cosa. ma la realtà di una trivellazione vera è decisamente di modestissimo appeal).

      sulla lingua sarda, l’ironia non è per la lingua ma per l’uso che ne fa l’istituzione. fa pensare a quei cartelli che mettono i comuni veneti o lombardi: “MESOLATE mesolàt”. (il nome della località è inventato).

      sul misero 10%, è una delle royalty più alte al mondo. se fossero più alte ancora (come fa la sicilia) si bloccherebbero gli investimenti.
      mattei, come ricorderà, offriva non tanto le royalty ma soprattutto la partecipazione al progetto alle aziende petrolifere nazionali. per fare una cosa simile oggi, la saras (o chiunque altro volesse investire) dovrebbe dare il 50% delle quote all’equivalente dell’ex ente minerario sardo. e temo che finirebbe come la carbosulcis…

      grazie per aver tentato di precisare ai lettori che la bonifica di mussolinia è cominciata già prima del fascismo, ed è stata completata dopo la guerra. ma perché, alberto, è così interessato dalla storia della bonifica (alla quale bonifica nell’articolo era dedicato un cenno marginalissimo)?

      un abbraccio.
      ogni suo commento, come scrivevo prima, è gradito.

  13. Avatar Ivan
    Ivan

    Vede Jacopo, continua a proporsi con l’arroganza del suo primo articolo. Continua a trattarci come se avessimo l’anello al naso. Abbia pazienza studi, anche se non gliene frega nulla, visto che è chiarissimo il gioco che sta’ portando avanti e per chi lo sta facendo. Abbia il buon gusto di dire che è la penna armata di certa lobby: – personalmente lo apprezzerei di più e, magari, affronteremo, con i numeri alla mano se e a chi conviene questo investimento.
    Comunque, ha gettato la maschera nel momento in cui si è parlato di Royaltes. In quel momento ha gettato involontariamente la maschera. Enrico Mattei, l’ex partigiano che ha tirato su l’ENI, diceva a chiare lettere che sotto il 15% era un furto.

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      ho gettato la maschera. anello al naso. un furto. certa lobby. chiarissimo il mio gioco. dovrei studiare. la mia arroganza.

      continui così, si faccia del male.

  14. Avatar Roberto Castiglioni
    Roberto Castiglioni

    Ripeto, trivellare in Qatar, Angola o Kazakistan va bene, tanto e’lontano e nessuno dei sardi vede
    Però la sera quando volete farvi la doccia la volete l’acqua calda vero?
    Questa e’ipocrisia
    Godere dei benefici dei combustibili fossili senza pensare che COMUNQUE ci sono delle trivellazioni da qualche parte del mondo che vanno fatte
    Complimenti, e’un modo di pensare maturo e intellettualmente onesto!

  15. Avatar eco
    eco

    Roberto, per la doccia calda c’è il pannello solare. E come dice uno che si firma GianLuca:
    Ai lettori di “IL SOLE24ore” :

    – La Sardegna e i Sardi non rinunciano al proprio metano, ma cercano di diffendere casa propria da uno sfruttamento abusivo di risorse, che provocherebbe danni seri allo stato di integrità e salubrità dell’ambiente.

    – Per quanto riguarda il GPL importato via mare, è giusto precisare e aggiungere che questo viene prodotto in Sardegna dalla Saras, poi esportato in Italia e rivenduto ai sardi al dettaglio a prezzi superiori ( come dire il GPL è “SARDO”).

    1. Avatar Jacopo Giliberto
      Jacopo Giliberto

      (una nota integrativa a margine. il gpl raffinato in sardegna ovviamente viene da petrolio importato via nave).

  16. […] a tutto. L’abbiamo visto in mille casi, e citerò come esemplare quello della Sardegna: no allo scavo di un pozzo per cercare un giacimento di metano nella zona di Oristano perché “distruggerà la nostra Regione e l’agricoltura della nostra […]

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