alluvioni. la natura. l’uomo. la visione antropocentrica.

dopo avere visto e raccontato cento e cento alluvioni e inondazioni (clicca qui per leggere l’articolo dell’altroieri), viene il momento di pensare e ora mi viene il forte dubbio che la nostra sugli allagamenti sia anche una percezione *antropocentrica* e autoriferita.

ovvio.
i cambiamenti climatici ci sono (io non lo so per esperienza diretta, ma gli scienziati asseriscono in coro che il clima cambia e io mi aggrego al coro: il clima cambia!).
ovvii gli effetti della cementificazione.
ovvio l’intervento umano complica aggrava e distrugge – che ci facevano ieri i due container nel letto del torrente baganza, nel parmigiano, i quali portati via dalla piena hanno demolito il ponte navetta? chi pagherà per il danno generato dai due container?

però mi dico: cioè, è sempre piovuto a secchiate, e ci sono stati periodi siccitosi, e giornate caldissime, e giornate gelide.
i fiumi hanno sempre spantegato in pianura per il lungo e per il largo.

fino all’800 la pianura padana era un paludone immenso e molti dei corsi d’acqua – soprattutto emiliani – non avevano alcuna foce.
cioè non andavano da nessuna parte e si disperdevano in paludi, e qui linko una mappa antica.

i fiumi padani si perdevano nella pianura non solamente nella preistoria – ma accadeva fino a *poco* tempo fa, ai tempi del nonno del nonno del nonno, intendo.

perché ho il sospetto che questa percezione del *dissesto idrogeologico*, della colpa umana, sia una visione antropocentrica?
perché oggi i danni colpiscono in modo evidente i beni umani – case strade auto trattori.

l’uomo forse aggrava gli effetti, ma al tempo stesso li riduce e mitiga, come fanno spallette argini sponde cemento e tante altre realizzazioni umane che evitano – evitano – che ogni angolo della pianura padana sia fiume impaludato.

forse percepiamo di più questi eventi perché interessano le attività umane e persone simili a noi per le quali proviamo empatia.

perché ho il sospetto che sia una visione autoriferita?
perché i disastri che vediamo sono ciò di più rilevante per noi personalmente, è *a memoria d’uomo*, ma non sappiamo sulla nostra esperienza personale e diretta come fosse 100, 200 o 500 anni fa, se non per documenti imprecisi e sommari.
che cosa sarebbe accaduto ai tempi del nonno del nonno del nonno?

l’alluvione del polesine – anni ’50 – mica c’era il *dissesto idrogeologico*, la cementificazione, la rapallizazione, il consumo di suolo, il dissesto del territorio.

e la *rotta di ficarolo* quando nel medioevo il po ruppe l’argine e spostò il suo corso di centinaia di chilometri – sfociava tra ferrara e ravenna e le valli di comacchio sono ciò che resta del delta medievale del po.

sospetto che ci sia come una visione religiosa-magica.
siccome ci sentiamo in colpa di una hybris, d’un sacrilegio, l’inondazione è la risposta degli dèi (della natura), la vendetta e la punizione.

(questa visione idealizzata e divina della natura, tipica degli urbanizzati climatizzati antibiotizzati indivanati; la natura contiene cose meravigliose e veleni terribili, inquina e fa morire, così come risana. la natura dtermina di morbillo 120mila persone l’anno, per esempio. ed è indifferente a tutto. e alla fine la natura è assassina e stragista e uccide fra tormenti tutti tutti tutti gli esseri viventi: noi, le querce, i batteri e le zanzare. nessuno vi scampa, tranne gli dèi immortali).

questo è il dubbio che ho.
cercherò di chiarirmi meglio.

  • tarlo |

    Sono d’accordo: la nostra percezione umana è davvero limitata, perchè la nostra vita di 100 anni è in realtà davvero corta come è anche la memoria dell’uomo: i nostri ricordi arrivano a malapena a 5000 anni fa. Il clima è per definizione mutevole e glaciazioni si sono alternate a periodi di caldo, entrambi durati migliaia di anni. A volte l’uomo non c’entra per nulla ed è semplicemente in balia degli eventi atmosferici.

  • andrea.vochieri |

    scopro ora il suo blog e mi appassiono. le dico solo che la mia famiglia è di un paese, anzi di una frazione, che si chiama grava (ghiaia). frazione di un comune che si chiama alluvioni cambiò, e fa notizia solo perché fa ridere. peccato che sia uno dei toponimi più chiari d’italia. le scrivo da alessandria, dove il rombo di tuono del tanaro lo conosciamo bene – ma il terrore è quando TACE. complimenti e grazie.

  • Giuseppe |

    Lei ha perfettamente ragione. Nei telegiornali non si fa che parlare di bombe d’acqua e di opere necessarie non portate a termine a causa della burocrazia e dei vari ricorsi. Quindi la causa principale dei disastri è la mancata messa in sicurezza dei fiumi e dei torrenti. Non si parla della speculazione edilizia, della costruzione di infrastrutture nei letti e lungo gli argini dei fiumi. Le colline sopra Genova sono cementificate e l’acqua scorre più velocemente. Può darsi che sia vero che il clima stia cambiando ma l’uomo ha cambiato in pochi anni il paesaggio come non era successo nei millenni precedenti. Si continua a tombinare i fiumi per una portata che in casi di forti piogge viene superata abbondantemente, quindi meglio non parlare di queste cose e dare la colpa alla natura, all’allerta meteo e alla burocrazia. Un saluto.
    Giuseppe G.

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