l’arpa umbria analizzerà i sacchetti di plastica per verificare se sono biodegradabili. è questo l’argomento di un accordo che l’agenzia regionale umbra per la protezione dell’ambiente, guidata da walter ganapini, ha raggiunto con l’assobioplastiche, l’associazione dei produttori di plastiche biodegradabili.
l’obiettivo è impedire che ci siano sacchetti della spesa o per la raccolta differenziata dei rifiuti umidi (l’organico) spacciati per biodegradabili ma che biodegradabili non sono.
per legge, l’italia (per prima, e ora gradualmente anche gli altri paesi europei) ha vietato l’uso di sacchetti della spesa di plastica non biodegradabile, e ha fissato i parametri per determinare la biodegradabilità.
la plastica tradizionale, difatti, è biodegradabile sì ma in tempi geologici.
per molti anni sono stati distribuiti sacchetti definiti biodegradabili che contenevano additivi che favorivano sì la frammentazione della plastica in coriandoli, ma senza che i frammenti venissero digeriti dall’ambiente. cioè i sacchetti di questo tipo gettati sul bordo delle strade, esposti a sole e pioggia dopo alcuni mesi si disfacevano scomparedo alla vista, ma la plastica rimaneva intatta in piccoli ritagli indistruttibili.
questi sacchetti sono ancora in commercio, sebbene non rispondano ai criteri di biodegradabilità previsti dalle norme.
il problema si presenta non solamente per i sacchetti gettati dagl’ineducati, ma anche per i sacchetti usati per la raccolta e la consegna dei rifiuti umidi e organici.
devono essere biodegradabili perché poi devono essere “digeriti” dai batteri che trasformano l’immondizia organica in prezioso compost agricolo.
altrimenti, è pieno di ritagli di plastica l’ammendante da usare per le petunie del terrazzo o per le vaste colture agricole.
per questo tipo di rifiuti si possono usare solamente sacchetti biodegradabili, che siano di bioplastica, di carta o di altri materiali che vengono metabolizzati dalla natura.
i laboratori dell’arpa umbria potranno verificare non solamente la rispondenza alla biodegradabilità ma anche gli spessori della plastica.
il vincolo infatti riguarda i sacchetti sotto un certo spessore, ma quelli più grossi e pesanti possono essere di plastica convenzionale, indistruttibile.
ciò ne fa un vantaggio per l’ambiente perché ne consente il riutilizzo più volte.
con questo accordo, per accertare se sono biodegradabili questi sacchi la finanza, la forestale, la polizia provinciale o locale e tutte le altre mille polizie italiane possono avvalersi direttamente dei laboratori scientifici dell’agenzia per la protezione dell’ambiente della regione umbria.
potranno usufruire delle analisi pubbliche anche i comuni e le aziende di nettezza urbana e di raccolta dei rifiuti.