la basilicata dice di essere “ecologica” perché vieta l’energia rinnovabile.

se una regione volesse difendere l’ambiente, farebbe una politica in difesa dell’ambiente.

invece c’è una regione unna che, sostenendo di voler proteggere l’ambiente, fa l’esatto contrario.
erba bruciata.

faccio un esempio di una regione virtuosa ipotetica.
se una regione sensibile al tema dell’ambiente e del territorio avesse zone da tutelare, in quelle zone potrebbe vietare del tutto l’uso dei combustibili fossili.
dovrebbe vietare ovviamente la circolazione dei veicoli a motore termico, il riscaldamento tramite gasolio o metano; l’uso di macchine agricole alimentate con derivati del petrolio.
l’edilizia? certo. una politica di incentivo al ricupero degli edifici storici, anche popolari e rurali, e forti impegni per impedire il ricorso all’edilizia d’arrembaggio dei capannoni in stile supermercatoni del mobile.
agricoltura sostenibile. pesticidi al bando.
per quelle zone di maggior pregio, più delicate e sensibili, una regione che tiene all’ecologia dovrebbe puntare verso le fonti rinnovabili di energia. incentivare il riscaldamento tramite elettricità, pannelli solari fotovoltaici o termici.
dovrebbe sfruttare intensamente tutte le sue risorse energetiche a chilometri zero.

una regione che vuole difendere l’ambiente e il suo territorio, per ridurre i rischi di inquinamento delle sue spiagge dovrebbe spingere verso l’allontanamento delle navi petroliere che passano davanti alle coste.
cercherebbe di evitare l’importazione di energia inquinante dall’estero.

un simile impegno dovrebbe essere riccamente accompagnato da un programma di incentivi importanti per la conversione ambientale di quelle zone.
per esempio, sconti elettrici davvero appetitosi; sconti per l’acquisto di macchine agricole elettriche e di automobili a batteria e così via.

una regione così ci sarebbe.
ha anche il petrolio, tanto petrolio e tanto metano vendendo i quali potrebbe avere le risorse per finanziare un programma così importante di riconversione ecologica e tecnologica.
ed è la basilicata.

ora sentite che fa la basilicata.
usa gli incassi del petrolio che ha per finanziare – udite udite – il rifornimento di benzina e gasolio ai suoi cittadini.
e l’altro giorno a potenza, dall’assessore all’ambiente, alle infrastrutture, alle opere pubbliche e ai trasporti, aldo berlinguer, ha annunciato tre delibere di giunta che egli definisce ecologiche.

berlinguer è assessore all’ambiente, e potrebbe fare una politica ambientale; alle infrastrutture, e potrebbe riempire di reti intelligenti le zone più sensibili; ai trasporti, e potrebbe riempire la regione di auto elettriche.

invece l’assessore e la giunta della basilicata hanno deciso di individuare “le aree e i siti non idonei all’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili”.

ecco le parole che, giuro, sono dell’assessore all’ambiente.
“i problemi dell’ambiente non si dissociano da quelli legati alla tutela del territorio”.
“un primo provvedimento individua i siti non idonei a ospitare impianti di energie rinnovabili”.
(poi vedremo quali).
“non siamo di fronte ad un divieto assoluto”.
(no, solamente un’offerta cui non si può rinunciare).
“ma dopo il nostro provvedimento, in alcune aree prima di andare ad installare impianti, bisognerà rifletterci bene”.
(bisognerà rifletterci bene).
“basti pensare alle zone in cui ci sia dissesto idrogeologico”.
(dove in teoria è già vietato costruire. abbattere le case abusive che vi sorgono? giammai).
“o dove venga praticata un’agricoltura intensiva”.
(cioè l’agricoltura che uccide la biodiversità e che si basa sulla chimica).
“le aree di particolare interesse naturalistico o storico”.
(cioè, secondo chi vi abita, tutta la basilicata).
“le aree rurali”.
(cioè dappertutto fuorché in città).
“le aree agricole per la produzione dei doc e i territori caratterizzati da elevata capacità d’uso del suolo”.

insomma, voglia di puntare sull’ambiente solo a parole, di rinnovare, da uscire dalla povertà sociale ed economica.

ah, per l’energia a chilometri zero con cui finanziare dei programmi evoluti di decarbonizzazione, la regione mostra una doppia faccia: incassa i soldi del suo petrolio per finanziare lo sconto su benzina e gasolio ai suoi cittadini e per finanziare politiche assistenziali (giusto, se non si vuole fare gli ecologisti), ma al tempo stesso s’oppone allo sfruttamento delle sue risorse perché preferisce importare il greggio con quelle petroliere che passano davanti alle sue spiagge, un brivido d’emozione a ogni petroliera.

c’è chi ha deciso di non defossilizzarsi. e resta fossile. sono scelte.

  • Jacopo Giliberto |

    i gentili lettori marcello e ferdinando avrebbero voluto probabilmente che sostenessi la posizione della regione.
    forse nelle zone di pregio non vogliono rinnovabili. forse le rinnovabili non sono il modello di sviluppo che vogliono. forse hanno altre idee sulla difesa dell’ambiente.
    non so se ho interpretato correttamente il pensiero dei due garbati lettori ma, se fosse così, anche quella è una scelta legittima.
    come è legittima la scelta della basilicata di usare le royalty del petrolio per dare carburanti gratis ai concittadini.
    è questione di sapere che cosa si vuole.

    sarà una bella innovazione quando l’assessore berlinguer dirà: nelle zone doc, nelle aree di pregio eccetera è vietato ogni uso di fonti fossili.
    sarà una bella innovazione quando dirà: le royalty del petrolio lucano andranno non più a regalare il carburante ai miei concittadini bensì a dare auto elettriche e fonti rinnovabili a tutti i lucani compresi nelle zone a zero fossili.
    sarà una bella innovazione quando l’assessore dirà: basta petroliere rischiose davanti alle nostre spiagge, riempite con petrolio estratto in quelle condizioni da popoli sfruttati e ridotti in miseria da oligarchi emiri dittatori e califfati; vogliamo controllare noi il nostro petrolio a chilometri zero, con i nostri cittadini e i nostri magistrati che verifichino la qualità del lavoro e dell’ambiente, e vogliamo usarlo per far pagare ai consumatori non lucani le nostre politiche anti-fossili.

    ma l’innovazione fa paura a tanti, a conservatori e reazionari.

  • ferdinando |

    Un articolo fatto così non è giornalismo. La superficialità serve a strumentalizzare i fatti, prendendo solo alcune parole e commentandole da un solo punto di vista, sembra proprio un articolo a pagamento. Che delusione il Sole24ore in questo caso. Spero che non si ripeta più. Anzi, spero che dia diritto di replica ai lucani, perchè produre energie alternative non è in assoluto un bene. Conta anche quali titpologie si adottando, dove si adottano e come si adottano. Ad esempio è proprio scorretto scrivere che noi rifiutiamo di usare il gas, o l’energia elettrica dell’eolico o fotovoltaico, preferendo il petrolio. Ciò suppone falsamente (qui la scorrettezza) che i lucani siano in grado di decidere se nelle linee elettriche forniscono le loro case e luoghi di lavoro, se bisogna immettere corrente da fonte alternativa o da fossili. Sapete bene che chi decide è l’ENEL, quindi la devastazione del nostro territorio senza ritorni ambientali lo decidono le lobby romane e finanziarie che inquinano, ma non danno l’opportunità dell’energia km 0 che l’articolista “scorrettamente” attribuisce al rifiuto dei lucani. Sarebbe da denuncia all’ordine dei giornalisti!!!!!!

  • Marcello |

    pezzo molto superficiale che non va a fondo nelle tematiche che affronta (marginalmente)

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