(premessa opportunissima. a me, gli ogm sono antipatici)
accade che a pordenone un mese fa il tribunale ha assolto alcuni no-ogm che in friuli al confine con il veneto avevano devastato un appezzamento del *pierino* degli ogm, giorgio fidenato, al quale hanno procurato un grave danno.
accade che tre settimane dopo l’assoluzione, poche notti fa, nel padovano alcuni no-ogm abbiano distrutto incendiandoli quindici camion di padroncini; erano carichi di mangimi e foraggi destinati agli allevamenti; non ho idea di quale sia l’entità del danno, ma è considerevole sia per il valore dei camion distrutti e del carico, e soprattutto per il lavoro dei padroncini e degli allevatori e per il benessere delle loro famiglie.
i due eventi sono diversi, per esempio nel secondo c’è la vigliaccheria aggiuntiva della violenza subdola compiuta di nascosto e non alla luce del sole; ma sebbene diversi io li percepisco come molto vicini fra loro.
i due fatti mi fanno pensare a quando gli squadristi nei primi anni ’20 incendiavano le cooperative, le redazioni dei giornali, le associazioni. e poi i giudici del regio tribunale li assolvevano.
giorgio fidenato è un solenne rompiscatole che insiste nel voler coltivare granturco ogm sulla base delle leggi europee. ha comprato (è permesso) sementi di granturco mon810; poi sulla base delle regole europee ha legittimamente seminato quel granturco che tanto mi disturba.
in europa l’importazione e l’uso di prodotti con ogm sono liberi; è vincolata ad autorizzazione invece la coltivazione.
finora l’europa ha autorizzato una sola semente ogm, il granturco mon810, prodotto dalla monsanto.
il monsanto 810 ha la particolarità di essere resistente a un parassita, la piralide, una farfallina bigia i cui bruchi scavano come tarli gallerie tortuose nelle pannocchie e nei fusti.
nel buchino della piralide poi nascono e si moltiplicano funghi, batteri e muffe che sviluppano sostanze assai pericolose per la salute dell’uomo e degli animali, le aflatossine.
per questo motivo le colture di granturco, oltre ai diserbanti e agli altri trattamenti di preparazione del terreno, e oltre alle numerose campagne d’irrigazione per attenuare la sete fortissima di questa pianta, hanno bisogno di trattamenti impegnativi con antiparassitari, che uccidono tutti gli insetti.
ormai in italia si usano quasi esclusivamente gli ibridi biotecnologici prodotti da multinazionali come monsanto, syngenta o pioneer (ho citato tre nomi assai diffusi, ma i produttori sono molti di più), ma non sono propriamente ogm frutto di ingegneria genetica che somma i geni di specie viventi diverse.
il monsanto 810 invece sì, è un ogm transgenico perché nel granturco è stato inserito un gene di un’altra specie, il batterio turingese, che è il nemico numero uno della piralide, la farfallina fastidiosa per i raccolti e indirettamente pericolosa per le aflatossine.
(avviso per i cittadini. dal punto di vista della scienza ecologica, la coltura agricola qualunque essa sia – broccoli, olivi, soia, pomodori, granturco, susine – è quanto di più remoto dalla natura.
c’è più biodiversità ed ecologia in un angolo di periferia o sotto i pannelli fotovoltaici che in un campo di asparagi).
il 30 luglio 2010 un gruppo di no-ogm a vivaro, non lontano da maniago, invasero il campo di fidenato, seminato a monsanto 810. calpestarono e strapparono le piante, tagliarono i fiori delle piante.
undici devastatori venivano dalla germania, due dall’ungheria, gli altri da torino, treviso, livorno, milano, venezia, bari, udine.
intervennero le autorità. non per sanzionare l’atto violento bensì per mettere sotto inchiesta l’antipatico imprenditore agricolo che insisteva nel voler condurre una sua scelta di investimento legittimo e furono imposti il sequestro e la distruzione della coltura. non so come sia finita l’inchiesta contro il pertinace imprenditore giorgio fidenato.
invece per i 23 no-ogm l’accusa era danneggiamento e invasione arbitraria di terreno agricolo al fine di occupazione e danneggiamento.
nel gennaio 2012 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di pordenone aveva emesso un decreto penale di condanna.
nel gennaio 2013 il reato di danneggiamento è stato archiviato.
un mese fa, a metà giugno, la magistrata monica biasutti di pordenone (pm piera de stefani) ha assolto i 23 no-ogm per la tenuità del fatto.
fase due.
poche notti fa a ospedaletto euganeo, in veneto, alcuni no-ogm hanno dato fuoco a una quindicina di camion posteggiati nel piazzale della veronesi, uno dei principali produttori e grossisti di mangimi e foraggi per gli allevamenti. l’azienda è nota per essere uno dei più forti rivenditori di prodotti ogm-free.
alle 3 della notte tra sabato e domenica scorsi due o tre persone incappucciate (l’impianto di videosorveglianza è antiquato e le immagini offerte ai carabinieri sono piuttosto opache) sono entrati nel piazzale della veronesi mangimi. con bottiglie di benzina e stoppacci hanno innescato le fiamme attorno agli pneumatici e ai serbatoi del gasolio.
le fiamme sono state velocissime e hanno distrutto 15 camion di padroncini (alcuni di questi sono disperati. il camion era il loro strumento di sostentamento e hanno il leasing da pagare).
prima di fuggire, gli squadristi anti-ogm hanno scritto con una bomboletta nera: no ogm no allevamenti.
sono stati distrutti 4mila quintali di foraggio.
io penso che gli imprenditori agricoli e gli allevatori possano coltivare o allevare liberamente ciò che ritengono più conveniente per loro, a patto che si attengano alla legge. se il mangime ogm è consentito, se il mon810 è permesso, lo usino.
io penso che chiunque abbia il diritto di contestare, in privato o in pubblico, colture o allevamenti che non approva. come fanno molti civilissimi anti-ogm i quali entrano nella discussione con argomentazioni e non entrano nei piazzali di notte con la benzina.
secondo me tocca a noi – a me a te a tutti noi – con le nostre scelte di consumo imporre al mercato, e quindi ai coltivatori, che cosa conviene coltivare.
io respingo i prodotti ogm.
li respingo non perché li ritenga pericolosi per la salute o per l’ambiente (sono pericolosi meno di millemila altre cose che facciamo), ma semplicemente perché mi sono antipatici.
io penso infine che gli atti violenti, distruggere un campo ogm o bruciare i camion dei padroncini, siano atti reazionari (opporsi con la violenza al cambiamento della società e della tecnologia che vi è sottesa), moralisti (voler imporre agli altri la propria morale) e squadristi.
per saperne di più su:
l’assoluzione dei no-ogm di pordenone
l’attentato ai camion di mangimi
la cronologia dello squadrismo
aggiornamento del 24 luglio
ricevo da greenpeace questa precisazione, che pubblico volentieri.
osservo solamente tre cose.
che (1) la coltivazione di monsanto 810 purtroppo non è illegale, a differenza da quanto scrive qui sotto greenpeace. la normativa europea la consente, e la normativa italiana che vieta la coltivazione è stata bocciata più volte dall’europa con sentenze e altri interventi.
che (2) dei 23 devastatori del campo, 11 erano attivitsti di greenpeace.
che (3) tagliare le infiorescenze (cioè i fiori del granturco che poi diverranno pannocchie, cioè frutto e semi) è un atto di violenza contro i beni altrui, non “mettere in quarantena”.
non cambia il mio parallelismo (storico; non politico) con le violenze di cent’anni fa, compresa l’assoluzione in giudizio.
e non cambiano l’amicizia e la stima che ho per greenpeace, associazione di cui non condivido il 100% dei pensieri (ma il 70% sì) la quale ha avuto grandi meriti nel far conoscere e apprezzare alcuni temi dell’ambientalismo.
ma ecco l’utile precisazione di greenpeace.
Caro Jacopo,
abbiamo letto il tuo blog dello scorso 16 luglio sulle proteste anti-OGM, e devo dire che – anche se non cita esplicitamente Greenpeace – ci sembra che la “punzecchiatura” sia confusa in alcuni punti. Ti scrivo, quindi, per alcune precisazioni su quanto effettivamente accaduto il 30 luglio 2010 a Vivaro, durante la protesta non violenta compiuta dagli attivisti di Greenpeace.
Nonostante ciò che è stato riportato da alcuni media, infatti, non risponde a verità che i nostri attivisti abbiano calpestato e strappato le piante di mais geneticamente modificate. Tutto ciò che gli 11 attivisti di Greenpeace hanno fatto è stato mettere in quarantena una coltivazione di mais OGM seminato illegalmente, isolando, tagliando e mettendo in sicurezza solo la parte superiore delle piante – l’inflorescenza – che produce il polline, responsabile della contaminazione su vasta scala.
L’assoluzione degli attivisti riconosce che non c’è stata alcuna devastazione dei campi di mais transgenico da parte di Greenpeace. E ci dispiace che un’associazione pacifista come la nostra sia paragonata allo squadrismo fascista, per di più sulla base di una descrizione non corretta dell’azione.