leggo sul quotidiano abruzzese il centro (clicca qui per leggere la notizia) che un altro depuratore è fuorilegge e rovescia in adriatico liquami immondi.
accade a francavilla, e l’impianto ha gettato nel mare abruzzese in contrada pretaro una concentrazione di batteri intestinali (colibatteri) 50 volte il limite consigliato.
c’è una località abruzzese il cui mare è più apprezzato che altrove: la costa dei trabocchi, non lontano da lanciano. il sindaco di rocca san giovanni è in prima fila nei movimenti nimby contro il progetto di nuove perforazioni petrolifere in adriatico.
ebbene, il sindaco attivissimo nel voler proteggere il mare dalla minaccia di perforazioni ha nel suo territorio un depuratore messo sotto sequestro in primavera dalla procura di lanciano, come riporta il quotidiano on-line lanciano24 (clicca qui per leggere la notizia).
per l’inquinamento prodotto nell’adriatico dal depuratore, la cittadina di rocca san giovanni ha perso la bandiera blu assegnata dalla fee alle migliori spiagge.
la procura di lanciano, oltre all’impianto della costa dei trabocchi, aveva sequestrato una dozzina di altri depuratori abruzzesi che inquinavano l’adriatico.
anche nella puglia che combatte contro i progetti di perforazioni petrolifere il rapporto della legambiente sulla depurazione (clicca qui per leggere lo studio della legambiente) delinea un ritratto drammatico dell’inquinamento del mare.
qualche elemento aggiuntivo. nei mari italiani c’è da decenni un centinaio di istallazioni petrolifere, di cui gran parte nella parte italiana dell’adriatico e di cui numerose decine davanti alle coste dell’emilia romagna, regione che ha saputo sviluppare e innovare il turismo del mare e la pesca.