adriatico. i depuratori rotti inquinano davvero il mare abruzzese e pugliese. (pensando alle trivelle).

leggo sul quotidiano abruzzese il centro (clicca qui per leggere la notizia) che un altro depuratore è fuorilegge e rovescia in adriatico liquami immondi.
accade a francavilla, e l’impianto ha gettato nel mare abruzzese in contrada pretaro una concentrazione di batteri intestinali (colibatteri) 50 volte il limite consigliato.

c’è una località abruzzese il cui mare è più apprezzato che altrove: la costa dei trabocchi, non lontano da lanciano. il sindaco di rocca san giovanni è in prima fila nei movimenti nimby contro il progetto di nuove perforazioni petrolifere in adriatico.

ebbene, il sindaco attivissimo nel voler proteggere il mare dalla minaccia di perforazioni ha nel suo territorio un depuratore messo sotto sequestro in primavera dalla procura di lanciano, come riporta il quotidiano on-line lanciano24 (clicca qui per leggere la notizia).

per l’inquinamento prodotto nell’adriatico dal depuratore, la cittadina di rocca san giovanni ha perso la bandiera blu assegnata dalla fee alle migliori spiagge.

la procura di lanciano, oltre all’impianto della costa dei trabocchi, aveva sequestrato una dozzina di altri depuratori abruzzesi che inquinavano l’adriatico.

anche nella puglia che combatte contro i progetti di perforazioni petrolifere il rapporto della legambiente sulla depurazione (clicca qui per leggere lo studio della legambiente) delinea un ritratto drammatico dell’inquinamento del mare.

qualche elemento aggiuntivo. nei mari italiani c’è da decenni un centinaio di istallazioni petrolifere, di cui gran parte nella parte italiana dell’adriatico e di cui numerose decine davanti alle coste dell’emilia romagna, regione che ha saputo sviluppare e innovare il turismo del mare e la pesca.

  • pierluigi |

    caro GD, non è questione di essere contento di qualche piattaforma in più, ma penso si debba ragionare così:
    1. Serve ancora produrre petrolio e gas? Sì, la scelta di vita di Jacopo è certo rispettabile, come lo è quella di chi, come me, cerca di ridurre e far ridurre al massimo i consumi ma non disdegna di muoversi in macchina o di prendere una medicina se serve o di scrivere al computer.
    2. Ancora per quanto serve? Penso non sia più rilevante: gli idrocarburi finiranno, noi, da ora, dobbiamo pensare a una qualche altra fonte “alternativa” (non dico nè “rinnovabile” nè “verde” o “carbon free”). Pensare e investire massicciamente nella ricerca.
    3. Domanda finale: nel frattempo? A lei la risposta, ma la prego, non mi dica che “in italia no ma se viene dalla nigeria allora sì…”

  • Gocce di verità |

    Grazie Gilberto per aver evidenziato che, al di là del colore politico, spesso la battaglia contro il petrolio viene usata come strategia politica per conquistare facili consensi, mentre poi si constata il silenzio o la disinformazione nei confronti di problemi ambientali gravissimi e di lunga durata come in questo caso da te denunciato. Spesso ne ho parlato anche io sul mio blog, come sai già, ma è importante ricordare sempre che le contraddizioni e le ipocrisie nei confronti dei temi ambientali sono a cosa più dannosa per i nostri tanto amati mari e paesaggi italiani.

  • Jacopo Giliberto |

    sono d’accordo con lei, gentile gd.
    fa bene anche lei a rinunciare all’uso del petrolio, come ho fatto io.

    (fra l’altro, visto che lei ha saputo rinunciare all’uso del petrolio può interessarle sapere che oggi ho condotto nuove prove di autonomia sul mio motore elettrico, e nei prossimi giorni ne pubblicherò il risultato su queste pagine).

    purtroppo, però, altri milioni e milioni di italiani, ecologisti col culo degli altri, non vi rinunciano; costoro sono disposti a finanziare califfati, dittatori, emiri e oligarchi importando il petrolio estratto chissà come, in cui i lavoratori sono tenuti in chissà quale stato; petrolio estratto senza il controllo dei cittadini, delle autorità e della magistratura; petrolio che viaggia su petroliere che sfiorano e mettono ogni giorno in pericolo i nostri mari e le nostre spiagge.

    ma le ricordo, gentile gd, che l’articolo non è dedicato allo sfruttamento delle risorse energetiche nazionali, argomento trattato di sfuggita, bensì parla dell’inquinamento prodotto nel nostro adriatico dalla sciagura di impianti che non depurano, di cittadini conniventi e di politici che sfruttano altre paure per distogliere gli ingenui da questo inquinamento grave del nostro mare.

  • GD |

    QUINDI DOVREMMO ESSERE CONTENTI DI AVER QUALCHE INSTALLAZIONE PETROLIFERA IN PIU’?

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